Piccole Donne (Gerwig, 2020)
#1
Inviato 13 gennaio 2020 - 19:32
Tiresia ha parlato di un'ottima sceneggiatura e io mi fido di Tiresia.
http://www.ondacinem...cole-donne.html
•
#2
Inviato 13 gennaio 2020 - 20:56
Addirittura sette adattamenti? Sarà record?
Comunque la versione di Cukor me la ricordo bellissima.
dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
#3
Inviato 13 gennaio 2020 - 21:39
#4
Inviato 13 gennaio 2020 - 21:55
#5
Inviato 13 gennaio 2020 - 22:12
Ce n'e' di pluri-trasposti. L'isola del tesoro, Jekill e Hyde, Tom Sawyer, Pinocchio...
Canto di natale di Dickens ne avra' una ventina di versioni cinematografiche, anche una cinquantina contando i tv movie. E ne avro' viste la meta', una di quelle mie cine-perversioni che non ho mai confessato.
Picccole donne e' francamente un romanzo di cui non mi e' mai fregato niente, manco l'anime giapponese guardavo da bambino, quando pure guardavo altri anime "da femmine" che mi piacevano pure.
#6
Inviato 13 gennaio 2020 - 22:20
#7
Inviato 13 gennaio 2020 - 23:42
Non sopporto il tipo di Call me by your Name.
Emma Watson 10/10
OBIETTIVO MEDIA DI ALMENO UN + A POST RAGGIUNTO
raramente ho visto un'immagine più autenticamente devastante dell'inermis dell'uomo contemporaneo occidentale
#8
Inviato 14 gennaio 2020 - 08:44
E' una lettura emozionale e estremamente calcolata, ogni cambio di livello narrativo avviene per somiglianza degli eventi, o di sentimenti, a volte dei luoghi, degli stati d'animo. La Gerwig attualizza il racconto centrando tutto sul motore primo della narrazione spostato nelle mani delle quattro ragazze (più due, mamma e zia), vere fautrici del loro destino, sotto l'ottica dei limiti sociali, delle aspirazioni individuali, dell'indole, dei caratteri, delle possibilità del reale che vivono. I personaggi che spiccano di più sono quelli che subiscono le maggiori evoluzioni; Jo, ovviamente, alter ego della Alcott che, attraverso il tradimento più lampante (Jo March scrive Piccole donne), viene moltiplicata sullo schermo in un gioco metafilmico, ma anche metaromanzesco; Amy che ha una profondità notevole, in più punti ha quasi più rilevanza della sorella, a cui la Gerwig regala il monologo fulminante su cosa sia il talento, cosa l'aspirazione personale, cosa la donna nella sua epoca, attraverso quanti vincoli legali debba destreggiarsi per poter avere una vita ottimale e quanto realismo sia necessario per vivere. L’incipit è fondamentale, si avverte lo spettatore che in una storia le donne devono invariabilmente sposarsi o morire, quindi Jo/Alcott contratterà percentuali e royalties e infine il matrimonio della sua eroina e Jo si sposerà (noi sappiamo però che la Alcott non si è mai sposata): brillante.
Bellissima la fotografia, i costumi (la mamma è ripresa come una hippie)i rimandi ai pretafaelliti per Jo, a certe marine di Manet per Amy, molto bella la scena a due al mare fra Jo e Beth con il vento che porta via la sabbia, bravissima l’attrice che interpreta Amy.
#9
Inviato 17 gennaio 2020 - 11:13
Ok ok, i punti da me rilevati non erano poi così difficili da individuare.
#10
Inviato 19 gennaio 2020 - 04:28
"Amy" Florence Plugh aveva interpretato mirabilmente l'inquietante Lady Macbeth, oltre a essere la protagonista subdola dello spaventoso Midsommar
... sei solo chiacchiere e Baraghini
0 utente(i) stanno leggendo questa discussione
0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi