Di questa musicista e performer iraniana non abbiamo ancora parlato, e ne approfitto della recensione di Frankie per tirarla finalmente in ballo.
E' lecito parlare di una mescola post industriale sui generis, con strizzatine alla scena deconstructed, anche se di sbieco. Un mantra squinternato in apparenza, calibrato e ipnotico nella sostanza. Persuasiva, in costante tensione, ma anche rara bellezza nei momenti più placidi.
Lei in una foto presa da un articolo di Vogue: