Comunque secondo me non ci sarà hype, visto che si tirava in ballo la questione.
Considerando che 1) è ancora presto per dirlo e 2) si tratta oggettivamente di un disco atteso (perchè solo qui sul forum in molti c'eravamo appuntati l'uscita, lei è lontanona dal mainstream ma è una da "playlist di fine anno di testate indie" e credo che su Ondarock sia anche più seguita che altrove), a naso per il momento non s'è innescato granchè, e quasi tutti quelli che ne han parlato non mancano di sottolineare anche i difetti dell'operazione.
Disco coraggioso? Beh, forse qui un po' sì, nel senso che è una lavoro grosso, ci sono tempo e anche un po' di quattrini dietro al disco di una che s'era fatta molto notare due anni fa giocando bene una carta pop (di fatto avant-pop) credibile. Probabilmente la mossa furba era rifarlo - la fama della Holter è ancora del tutto da consolidare e il suo eclettismo dal punto di vista del marketing non è di grande aiuto - oppure fare un disco mastondontico ma per davvero, qualcosa di programmaticamente assurdo, così da far chiacchierare. Invece qui ha fatto qualcosa di impegnativo, al limite manierista, più che titanico&sorprendente&programmaticamentefolle.
Insomma, l'impressione è che abbia usato il credito capitalizzato per fare una cosa a cui teneva (coi suoi difetti, i suoi lanci nel vuoto e le sue lungaggini), più che puntare sulla visibilità come obiettivo primario.
Venendo allo specifico musicale di questioni sollevate. Patrono lamenta l'infilata di ballatone a discapito dei pezzi più percussivi che, se meglio distribuiti, avrebbero alleggerito l'ascolto. Non sono granchè d'accordo, nel senso che quello che lui dice è mediamente vero in generale, ma nel caso specifico di questo disco secondo me 1) i pezzi percussivi sono certo più movimentati delle ballad ma non sono pezzi che facciano leva su un groove di per sé dotato di leggerezza, sono sempre in qualche modo pestoni e tonitruanti (i riferimenti alla musica medievale fatti da qualcuno per me sono abbastanza pertinenti); 2) il dipanarsi lento di una ballad dietro l'altra induce nell'ascoltatore la modalità da ascolto della musica minimalista o ambient o classica, quindi lo allontana da un'aspettative pop-rock che, in effetti, per questo album sarebbe inappropriata e quindi forse il disco è più sciroppabile proprio accettanto le sue lungaggini ed evitanto strappi netti.