Non posso esimermi dall'aprire un topic ad hoc per la nuova prova solista di Mariam Wallentin, conosciuta dai più (comunque troppo pochi) per essere la metà vocale dei mirabolanti Wildbirds & Peacedrums in coppia con il marito Andreas Werliin.
Rispetto alla ricchissima essenzialità voce+batteria+ammenicoli di contorno del progetto principale le sortite soliste di Mariam sono più all'insegna di quello che in rete ho trovato definito in maniera calzante come "soulpop" (con spiccata indole r'n'b aggiungerei).
Se il debutto "Blood Donation", seppur apprezzabile, risentiva ancora di un certo spirito homemade acerbo e poco cesellato (al punto da chiedersi come sarebbe stato con una produzione e arrangiamenti più certosini), con il nuovo "Love Everything" Mariam si avvicina a centrare il bersaglio. Fatto salvo un interessante e intrigante margine di ulteriore crescita e affinamento che lascia molto ben sperare per il futuro, in questa nuova uscita la produzione è molto OK e così scrittura e arrangiamenti, complici i contributi di numerosi collaboratori "esterni" oltre al fidato consorte dietro le pelli: Oren Ambarchi, Mats Gustaffson, Johan Berthling (già nei Tape e nei Fire! e Fire Orchestra) tra gli altri. Tutte figure già frequentate da Mariam per progetti vari, in studio o live. D'altronde la stessa Mariam ha prestato la voce per le infuocate prove della Fire Orchestra. E qui e là un certo mood jazz traspare, benché isolatamente, nel disco (specie negli indugi di Treasures ) oltre che nel retrogusto dell'impostazione vocale di Mariam (che, va detto, per me è una delle cantanti più espressive degli ultimi 10 anni almeno, per come è capace di variare toni e registri espressivi senza nemmeno un ombra di virtuosismo ma anzi mantenendo un che di selvatico e non impostato).
Il lato r'n'b, con tanto di cori al seguito, emerge con nettezza in pezzi come Pieces e Total, mentre Bullies si avvale di una deliziosa chitarrina funky prima di esplodere nel ritornello (a dire il vero il meno riuscito nel disco). Sentori Wildbirds & Peacedrums si avvertono nella coda, abbastanza clamorosa, di Eternity e in tutta Bodylife, singolo di lancio con ottimo e fisicissimo video a corredo (vedi sotto). Darkening è il clou ombroso del disco mentre Crust è il clou e basta e non poteva che stare in chiusura.
Seguirà, già annunciato in questa intervista, un EP composto da alcuni pezzi pronti ma che Mariam ha preferito escludere dalla scaletta perché non ci stavano col resto. Un po' come successo con l'EP The Wind seguito (solo in digitale) a "Blood Donation" e che presentava il lato più intimista di Mariam, 4 pezzi per sola voce, organo e synth con sparuti tocchi di percussioni e piano (facile citare la cover di Wild is the Wind ma anche gli altri 3 pezzi non sono da meno). E a proposito di cover, bisogna citare anche quella di Tainted Love con Ben Frost inserita nella soundtrack della serie TV "Fortitude" (dove pure nei titoli di testa sta uno dei pezzi migliori di sempre dei Wildbirds & Peacedrums, Peeling off the Layers). La collaborazione con Ben Frost, oltre alla produzione dell'album Rivers, ha poi trovato la sua espressione più compiuta nell'opera The WASP Factory, portata prima in scena e poi su disco e dove Mariam è un delle tre voci narranti / cantanti. Per me un esperimento splendido e Mariam non si era mai calata in pertugi così apertamente dark e maledetti (come il romanzo di Ian Banks da cui è tratta l'opera).
Basta, vi lascio al succitato video di Bodylife e ciao
http://youtu.be/0Hyrb4hiLH4