Io non lo volevo aprire sto thread, chiamo floods a testimoniarlo.
Questo perchè un culo in copertina da parte di un'ex paladina indie fa sempre discutere, di cose a cui personalmente non mi piace prestare attenzione. La discussione però sull'album omonimo del 2014 si sta allargando fin troppo, per cui (oltre a chiedere ai moderatori di spostare un po' di roba) tanto vale aprirne uno nuovo.
Dovrebbe anche arrivare la recensione per cui facciamo le cose per bene.
Senza scomodare Bowie come ha fatto Pitchfork, che Annie Clark cambi non è una novità, e non sto parlando del colore dei capelli. Lo fa all'interno di un disco, per esempio ha sempre alternato ballate, a volte pure dolcissime, a sorprendenti derive di chitarra elettrica, lo ha fatto in carriera, imbracciando anche un ensemble di fiati e David Byrne, lo ha fatto nello spirito, nel passare da ambizioni concettuali a qualche tentativo mainstream. Anche una relazione (con mancato matrimonio) con una modella le ha fatto sicuramente guadagnare fama.
Ora però Cara Delevigne se n'è andata e non ritorna più e Damy, nell'altra discussione, se n'è accorto:
Su Masseduction invece è successa una cosa diversa: la recente relazione con Cazza l'ha portata di fronte ai riflettori e l'ha avvicinata al plastico mondo della moda, e lei c'è cascata dentro anima e corpo perché sotto sotto è sempre stata un po' frivola e wannabe-american dream e se le dessero lo stesso budget di una Rihanna sarebbe contentissima di rimodellarsi nuovamente (vedasi la cura sempre massimalista dei suoi video dove fa di tutto per giocare coi trucchi della popstar edgy ma miliardaria). Sta di fatto che le nuove canzoni mi suonano istintivamente più fresche, divertenti, sbarazzine e pure più sentite nei momenti lenti, come se lei avesse trovato la chiave per parlare finalmente di sé e delle sue disavventure in amore. Vado controcorrente lo so, ma paradossalmente la trovo più convincente in questa veste da popstar "plasticosa" che non a fare la finta art-divetta post-conceptual da scuola d'arte.
E' un disco più sentito? Non lo so. Intanto, rispetto al precedente è più frammentario e sconnesso, e per me (nonostante la maggior fama) più ostico, con meno brani semplicemente pop. Ci sono ancora i ritornelli a presa rapida, come quello della Los Ageless di cui sopra, o Pills, ma tutto come frenato da code strumentali, finali a sorpresa, distorsioni. Ci sono ballate che rimandano a quelle di Actor, come Happy birthday Johnny, in tutta la sua delicata maestria.
Personalmente sono combattuto: a me verrebbe voglia che buttasse la chitarra elettrica e producesse un capolavoro pop con i controcoglioni, ma capisco che sarebbe snaturarla di parecchio. Ma mi piace anche così. Probabilmente, preferisco ancora l'omonimo, ma le mie convinzioni vacillano.
Poi ecco, io Bowie un pochino ce lo sento, ogni tanto. Ne sento l'ultimo, quello di Blackstar, in qualche pausa, quando la canzone scema, ma temo sia solo un'impressione.