Ebbene, giacchè si parlava di sezione morente, topic che latitano ecc, per una volta mi metto in prima linea e apro le danze (con una scelta decisamente coraggiosa devo dire ).
Dunque ci siamo tolti subito il dente.
Cominciamo da quella che è la domanda più retorica, che per l'appunto non vale manco la pena stare a riportare: se più o meno per chiunque (credo e spero) era oltremodo stupido e impensabile stare a imbastire qualsivoglia paragone con la pietra miliare di Scott per storia, tempi, eredità, portata ecc.., dall'altro ad un analisi fattuale e limitata all'opera in sé (tenendo a mente anche quello che è stato l'iter proprio del film di Scott nella sua assurzione a status di cult e opera rivoluzionaria) saranno in tantissimi a chiedersi se questo sequel fuori tempo massimo potesse essere un qualcosa di almeno avvicinabile per potenza visiva e qualità intrinseca.
Io dal mio canto posso dire che di certo qualcosa Villeneuve e co. hanno portato a casa, qualcosa che già da sola non era semplice, proprio per niente, ovvero riuscire a dare un seguito alle vicende che non fosse un qualcosa di smaccatamente forzato, che non puzzasse già dalla testa, e al tempo stesso emanciparsi dalla materia originale il tanto che basta a rendere il film qualcosa di personale/autoriale. Personale si diceva, ma, badate bene, solo in parte autosufficiente, perché se è vero che ciò che ne è venuto fuori è a tutti gli effetti un film di Villeneuve (e in questo probabilmente risiedono i maggiori problemi, ma ci torno fra poco), dall'altro il film è legato a doppio e triplo filo alle vicende svoltesi in quel 2019, senza di esse si perderebbero passaggi fondamentali e certe cose resterebbero proprio oscure (cosa peraltro già di per sé probabile, pur partendo con i migliori auspici), chiaramente anche consigliarne la visione o eventuale re-visione è qualcosa di decisamente pleonastico, in quanto, salvo le ultime generazioni, saranno in 3 nel mondo a non conoscere quel film.
Il fatto però è che non ci si è limitati a riprendere il filo da dove era rimasto, ma hanno messo in pratica una vera e propria espansione dell'universo bladerunneriano, e la cosa diventa chiara tanto in tutt'una serie di dettagli, quanto - soprattutto - nella natura non autoconclusiva dell'opera, per farla breve, tutte le voci sulla possibilità di aprire un vero e proprio franchise non sono qui assolutamente smentite, anzi. Questo è un discorso che personalmente mi ha influenzato negativamente già dal pre-visione (anzi, a dirla tutta non ero nemmeno sicuro di volerlo vedere questo film), ma eventualmente lo si può riprendere se altri riscontreranno la stessa cosa.
Detto tutto ciò, a me il film in definitiva ha convinto poco e mi ha lasciato anche meno, non brutto eh, in giro sta piacendo con diverse sfumature, ma quantomeno parlare di capolavoro mi sembra fuori dal mondo, difatti a tal proposito credo che i critici in america ultimamente dovrebbero stare un po' più lontani dalla fiaschetta.
Del lirismo, del rigore e del "calore" di Scott (pur essendo fondamentalmente anche quello un film freddo) qui non c'è la benché minima traccia, il film è esattamente come l'universo descritto, totalmente asettico, scelta sicuramente voluta, ma qui per me lo è proprio nel senso deteriore del termine, e soprattutto la cosa non aiuta quando poi hai una narrazione così sbalestrata e un ritmo diseguale, io francamente a caldo ci avevo capito poco, limite mio sicuramente, ma intanto vi ho ritrovato esattamente le stesse caratteristiche e sensazioni che mi hanno lasciato gli altri film di Villeneuve che ho visto finora: film con anche un bel soggetto, ma che vogliono essere forzatamente autoriali sondando temi e territori alla fine già pienamente esplorati - e meglio - altrove, dove si parla, si parla e si spiega anche tanto, ma in cui alla fine non ci capisci più o meno un cazzo lo stesso, per questa volontà della sceneggiatura di andare a complicarsi e arzigogolarsi anche laddove non servirebbe, e con un modello contraltare di riferimento che al contrario, con un plot che più semplice e lineare non si può si apriva a tanti quesiti e si rivelava nel suo esistenzialismo di fondo.
Il film poi dura quasi 3 ore e pur non risultando mai noioso a tratti si sentono tutte, soprattutto nella prima parte, poi per carità, qui si vede il rispetto e l'amore per la materia originale, e questo mi fa solo che piacere, per fortuna ci siamo evitati pericolose derive da popcorn-movie, i botti sono ridotti al minimo sindacale e il ritmo in definitiva è anche più lento che nel primo, solo che non mi va bene che con oltre 150 min a disposizione non si riesca (o non si voglia) caratterizzare a dovere taluni personaggi (Leto insostenibile ndr), o che ogni tanto questi compaiano e scompaiano all'improvviso, la gestione dei tempi è tutta così, ci si concede lunghe pause, lunghi silenzi anche, e poi a tratti, più che altro nella parte finale, alcune cose succedono...e basta.
In generale Villeneuve rispetta il mood originario (anche questo si sviluppa secondo i canoni del noir del resto) ma va per la sua strada e opta per un generale bigger is better, tanto come detto nelle espansioni e complicazioni di trama che nella regia messa in campo, una regia maestosa, imponente, forse pure troppo e che grida Nolan a più riprese, ovviamente non mancano omaggi all'iconografia che ha reso BR un marchio di fabbrica, tanto scenograficamente ricreando quella LA plumbea e umida che conosciamo tutti molto bene, quanto con alcune scelte cromatiche e alcuni tagli di luce ad opera del solito grande Deakins. Lato tecnico inappuntabile dunque, eppure anche qui, sovente il tutto mi è parso sin troppo pulito, digitalizzato, artificioso, proprio come il personaggio di Joy (fautore della scena migliore del film), nulla a che vedere anche qui, con quella sporcizia, quella malinconia quasi tangibile e poetica, ma qui non è certo la prima volta che accade, specialmente nella fantascienza e forse non è nemmeno colpa di nessuno, sono semplicemente cambiati i tempi, è cambiato il cinema, abbiamo mezzi impensabili 35 anni fa ma - citando Alò - forse il futuro non ce lo sappiamo più neanche immaginare, dunque non ci resta altro da fare che fare un passo indietro e tornare a guardare al passato, declinandolo in tutti quei dubbi, paure e al nostro - quello si contemporaneo - impasse nei confonti del vivere stesso...