Gozer grazie mille!
Approfitto (andando off topic) per una domanda sulla tua metodologia: per esempio, vedo che hai recensito in modo molto positivo il gruppo vietnamita oppure gli Adamlar: ma come ci arrivi/ come li scegli?
Cioè, come vengono segnalati? Su RYM? Oppure, per dire: si dice che in un dato mese sono usciti 18 dischi validissimo da 18 paesi diversi: ascolti tutto oppure fai una scelta? E come fai puoi a conoscere tutto il contesto che ci sta attorno il disco?
Mi fa molto piacere che apprezzi gli LGT, ti piace anche altro? (Tipo dalla scena wave abbastanza ricca)
RYM ormai come fonte lo uso pochissimo.
Sia i Cá Hồi Hoang, sia gli Adamlar avevano pochissimi voti su RYM quando li ho scoperti, mentre altri artisti che ho recensito quest'anno, come l'ucraino Khayat, non c'erano proprio per niente e li ho dovuti inserire io.
Li scopro girando per la rete e facendo ricerche specifiche sulle nazioni che sto esplorando in quel momento, non uso fonti fisse.
Visto che citi gli LGT, anche quello è un discreto esempio di distorsione: il loro album più celebrato a livello locale è "Loksi", che su RYM è trattato come una fetecchia. Gli avessi dato retta, non avrei scoperto uno dei dischi più belli dell'epoca.
Ravintola:
perche'? Da che fattori sono distorte le classifiche di rym?
E dove ci si puo' fare un'idea corretta della scena?
La risposta cambia a seconda della scena.
Per l'Italia è distorta dal tipo di pubblico per esempio: se sommi Pino Daniele, Angelo Branduardi e Edoardo Bennato, non fanno i voti dei Massimo Volume.
I nomi storici della nostra scena in generale non hanno quasi mai dischi in grassetto: non li hanno quelli appena elencati, non li hanno Dalla, De Gregori, Venditti o Baglioni. Mentre Luciano Cilio sembra una superstar.
Lucio Battisti ha un disco in croce in grassetto, persino Battiato fa fatica (ne ha solo due). L'unico è De Andrè, che ne ha sette.
Ti sembra un ritratto realistico della nostra scena?
Per il Giappone non è invece dovuto al tipo di pubblico, ma alla sua assenza. Su RYM non ci sono giapponesi: è molto probabile che se ci fossero sarebbero gli indie locali e la faccenda risulterebbe quindi comunque distorta, fatto sta che non ci sono proprio e quindi i voti sono i voti degli occidentali. E gli occidentali di musica giapponese non sanno una ceppa.
L'idea corretta ce la si fa andando alle fonti locali. Cercare liste stilate dai giornali locali. Più liste se possibile, perché bisogna fare un po' di tara comparativa (affidarsi a una singola fonte non è mai bene).
Poi siccome le liste locali non danno l'idea del riscontro effettivo, ma solo del culto fra gli addetti ai lavori, integrarle spulciando le classifiche di vendita.
Gli artisti che troverò all'intersezione fra le liste dei giornali e le hit parade, saranno i primi che ascolterò. Poi andrò con gli altri (quelli particolarmente ricorrenti nei giornali anche se han venduto poco, e quelli che han venduto molto anche se poco considerati).
Se si riesce a parlare con persone del luogo, è anche meglio (ma più persone, perché anche qui bisogna fare comparazioni: una singola persona può portare fuori strada se ha idee/percezioni particolari).
Dopodiché, alla fine di tutto questo processo, ciò che conta è comunque il mio gusto personale, ben chiaro: ma almeno lo applicherò avendo un'idea realistica di cosa sia successo in Giappone, e non dopo essermi bevuto una favoletta a uso e consumo dei soli occidentali.
Capisco che sono processi faticosi, e infatti a me portano via interi anni.