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50 Anni Dalla Morte Di John Coltrane


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37 replies to this topic

#1 crocus behemoth

    Roadie

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Inviato 16 luglio 2017 - 11:32

*
POPOLARE

john-coltrane-esmond-edwards.jpg

 

« Non so esattamente ciò che sto cercando, qualcosa che non è stato ancora suonato. Non so che cosa è. 
So che lo sentirò nel momento in cui me ne impossesserò, ma anche allora continuerò a cercare. »
(note di copertina di “The John Coltrane Quartet Plays”)
 
« Non c'è mai fine. Ci sono sempre dei suoni nuovi da immaginare, 
nuovi sentimenti da sperimentare. E c'è la necessità di purificare sempre 
più questi sentimenti, questi suoni, per arrivare ad immaginare allo stato puro 
ciò che abbiamo scoperto. In modo da riuscire a vedere con maggior chiarezza ciò che siamo. 
Solo così riusciamo a dare a chi ci ascolta l'essenza, il meglio di ciò che siamo. »

(dalle note di copertina di "Meditations")

 

Il 16 luglio di 50 anni fa John Coltrane si ricoverò all’ Huntington Hospital di Long Island New York.

Negli ultimi mesi aveva dato segni di cedimento, aveva annullato un tour europeo e i concerti negli Usa erano sempre più rari. Un concerto l’aveva tenuto al centro culturale africano del suo amico percussionista Michael Babatunde Olatunji il 23 aprile (poi stampato per la Impulse nel 2001) e l’ultimo il 7 maggio a Baltimora. Secondo alcuni si notano addirittura segni rivelatori di angoscia profonda anche nell’ultima incisione in studio “Expression”(pubblicato postumo).Nel brano “To Be” Trane suona per la prima volta il flauto avuto in regalo dalla madre di Dolphy .“Sono sedici minuti caratterizzati dalle vellutate sonorità di flauti suonati da Trane e Pharoah Sanders. Un pezzo di impianto cameristico che suona però come nessun’altra cosa ascoltata prima(dal libro J. Coltrane di Roberto Valentino).

Morì il giorno dopo alle quattro del mattino per un tumore al fegato a soli 41 anni.

Il funerale si tenne quattro giorni dopo alla St. Peter’s Lutheran Church. All’inizio della cerimonia suonò Albert Ayler e alla fine,  all’uscita della bara,  Ornette Coleman intonò la commovente Holiday for a Graveryard ( potete sentirla qui https://www.youtube.com/watch?v=5700mPFhuVA)

Per molti Coltrane è considerato uno dei personaggi più importanti per la musica del novecento. Per me è IL musicista del novecento. Punto. L’incarnazione degli ideali più alti della musica e della cultura in generale , colui che ha realizzato alcune delle cose per cui vale la pena vivere: A Love Supreme, Interstellar Space, Giant Steps, The Complete Village Vanguard, Ascension, Crescent …. Condivido pienamente quello che ha scritto Lewis Porter alla fine della sua biografia: Trane rappresenta ciò che tanti amano della musica: la forza, la purezza, la concentrazione, la dolorosa sincerità.

E’ sicuramente uno dei perni attorno al quale è ruotato tutto il jazz (e non solo) contemporaneo e in base alla straordinaria personalità musicale si è sviluppato l’intero movimento culturale afroamericano. Fino al punto di ispirare un culto e una chiesa che, ancora oggi,  lo venera come un santo( la La J.W.C. African Orthodox Church).

 In particolare nell’ultimo periodo da A Love Supreme del 1965 in poi (il mio preferito) John abbandona qualsiasi struttura armonica e ritmica tradizionale e segna, in maniera indelebile , la strada verso nuovi territori musicali diventando il simbolo della maggior parte degli artisti della New Thing. Non a caso si parla jazz post Coltrane.

Devo la mia scoperta di Coltrane ( e del jazz in generale)  a due conduttori di Radio Rock di Roma, ormai diversi anni fa. Prince Faster e Fabio Giannotti (non so se trasmettono ancora) spaziavano un po’ in tutti i generi e di tanto in tanto sparavano qualche brano di Miles e di Trane. Rimasi subito colpito dalla struggente melodia di Naima,  dalla velocità d’esecuzione straordinaria di Countdown e dalle combinazioni armoniche scalpitanti di Giant StepsChiamai subito in radio per farmi consigliare qualcosa. Mi rispose Giannotti( mi pare). “Vai di brutto con Giant Steps” mi disse “vedrai che non riuscirai più a smettere…”. Mai parole furono così profetiche! Il disco fu per me letteralmente sconvolgente e da allora fu “amore supremo” per Coltrane (e il jazz).

PS: se qualcuno si trova a Londra domani: https://www.cafeoto....morial-concert/


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#2 dick laurent

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Inviato 16 luglio 2017 - 12:33

però fammi essere gratuitamente polemico: il Coltrane free jazz in realtà non mi sembra abbia rivoluzionato nulla, arrivando ben dopo un sacco di gente. Poi oh, roba come l'Olatunji concert mi piace molto, ma credo che l'influenza di Coltrane sia dovuta soprattutto ad altre cose, più che al suo darsi al free (per quanto ovviamente anche lì ha ispirato parecchi musicisti).


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#3 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 17 luglio 2017 - 10:09

però fammi essere gratuitamente polemico: il Coltrane free jazz in realtà non mi sembra abbia rivoluzionato nulla, arrivando ben dopo un sacco di gente. Poi oh, roba come l'Olatunji concert mi piace molto, ma credo che l'influenza di Coltrane sia dovuta soprattutto ad altre cose, più che al suo darsi al free (per quanto ovviamente anche lì ha ispirato parecchi musicisti).

 

Chissenefrega si può dire?


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#4 beatoangelico

    mainstream Star

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Inviato 17 luglio 2017 - 12:59

 

però fammi essere gratuitamente polemico: il Coltrane free jazz in realtà non mi sembra abbia rivoluzionato nulla, arrivando ben dopo un sacco di gente. Poi oh, roba come l'Olatunji concert mi piace molto, ma credo che l'influenza di Coltrane sia dovuta soprattutto ad altre cose, più che al suo darsi al free (per quanto ovviamente anche lì ha ispirato parecchi musicisti).

 

Chissenefrega si può dire?

 

 

si potrebbe anche dire, ma su uno vuole fare una discussione invece che una serie di post così tanto per fare, si potrebbe anche non dirlo.


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#5 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 17 luglio 2017 - 13:26

 

 

però fammi essere gratuitamente polemico: il Coltrane free jazz in realtà non mi sembra abbia rivoluzionato nulla, arrivando ben dopo un sacco di gente. Poi oh, roba come l'Olatunji concert mi piace molto, ma credo che l'influenza di Coltrane sia dovuta soprattutto ad altre cose, più che al suo darsi al free (per quanto ovviamente anche lì ha ispirato parecchi musicisti).

 

Chissenefrega si può dire?

 

 

si potrebbe anche dire, ma su uno vuole fare una discussione invece che una serie di post così tanto per fare, si potrebbe anche non dirlo.

 

 

Ma è il tono che mi infastidisce. Chi(appassionato di jazz) non sa la verità scritta da Dick? Siamo ancora qui nel 2017 a discutere dei meriti di chi ha inventato(fatto no, perché chiunque mette in discussione l'importanza di Coltrane per il free-jazz è un pazzo) il free-jazz? Chi è arrivato prima? Che è arrivato dopo un sacco di gente? Che me ne frega. Ripeto sono cose su cui non si discute perché sono ovvie. Ammunì dai postiamo i ricordi di Polillo su Coltrane che è meglio

 

http://centrostudi.s...20.asp?lang=ita


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#6 dick laurent

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Inviato 17 luglio 2017 - 13:32

 

Ma è il tono che mi infastidisce. Chi(appassionato di jazz) non sa la verità scritta da Dick? Siamo ancora qui nel 2017 a discutere dei meriti di chi ha inventato(fatto no, perché chiunque mette in discussione l'importanza di Coltrane per il free-jazz è un pazzo) il free-jazz? Chi è arrivato prima? Che è arrivato dopo un sacco di gente? Che me ne frega. Ripeto sono cose su cui non si discute perché sono ovvie. Ammunì dai postiamo i ricordi di Polillo su Coltrane che è meglio

 

http://centrostudi.s...20.asp?lang=ita

 

 

a dire il vero l'ho scritto perchè proprio nel commento di Crocus mi sembra si lasciasse intendere esattamente che al di là dei meriti della musica la sua fase free jazz abbia cambiato il corso del jazz, quindi forse non sono così condivise da tutti.

E francamente, anche se so che Crocus qui è abbastanza un'eccezione, in un forum dove il jazz è Miles/Coltrane/Mingus e poi tutto il resto pare sia meno interessante non credo quanto queste cose siano ovvietà.

Oh, poi magari ho interpretato male il senso di quanto Crocus voleva dire.


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#7 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 17 luglio 2017 - 13:43

 

 

Ma è il tono che mi infastidisce. Chi(appassionato di jazz) non sa la verità scritta da Dick? Siamo ancora qui nel 2017 a discutere dei meriti di chi ha inventato(fatto no, perché chiunque mette in discussione l'importanza di Coltrane per il free-jazz è un pazzo) il free-jazz? Chi è arrivato prima? Che è arrivato dopo un sacco di gente? Che me ne frega. Ripeto sono cose su cui non si discute perché sono ovvie. Ammunì dai postiamo i ricordi di Polillo su Coltrane che è meglio

 

http://centrostudi.s...20.asp?lang=ita

 

 

a dire il vero l'ho scritto perchè proprio nel commento di Crocus mi sembra si lasciasse intendere esattamente che al di là dei meriti della musica la sua fase free jazz abbia cambiato il corso del jazz, quindi forse non sono così condivise da tutti.

E francamente, anche se so che Crocus qui è abbastanza un'eccezione, in un forum dove il jazz è Miles/Coltrane/Mingus e poi tutto il resto pare sia meno interessante non credo quanto queste cose siano ovvietà.

 

 

Che abbia cambiato il corso del jazz non lo so. Che abbia avuto un peso fondamentale nel jazz mi sembra assodato. A livello qualitativo non c'è storia del jazz(Polillo, Zenni, Shipton) che non faccia emergere l'assoluta qualità dell'ultima produzione di Coltrane(anche in sede Live, anzi soprattutto in sede live[Live in Japan, in Seattle, At Vanguard Village e via dicendo]). A me basta sapere questo.  


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#8 woody

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Inviato 17 luglio 2017 - 16:36

A me sembra che dick non abbia usato un tono particolarmente aggressivo, anzi, ha premesso "fammi essere gratuitamente polemico", al contrario di un lapidario echissenefrega. Poi ha pure secificato che le cose free di Coltrane siano belle, non vedo il motivo di tutta st'aggressività.

Non capisco perchè nella musica si debba parlare solo in temrini superlativi (tutti geni tutti di culto tutti capolavori), questo detto senza polemica nei confronti di crocus che appunto è uno dei pochi qui che posta cose interessanti (e ho scritto uno dei pochi non l'unico).


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#9 crocus behemoth

    Roadie

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Inviato 17 luglio 2017 - 18:23

Intervengo per non far degenerare la polemica e confermo solennemente che …l’apporto di Coltrane è stato fondamentale nella storia del free jazz. Non ha inventato il free ma ne ha ispirato la furia iconoclasta e rappresentato uno dei musicisti più importanti per la crescita di questo genere. Ovviamente accetto qulsiasi smentita.

Come diceva dick laurent la sua importanza è dovuta anche ad altro. Ma mi sembra che qui la controversia sia sull’importanza dell’ultimo periodo nel free.

Ora spiego (o almeno ci provo…).

 

Su una cosa sono d’accordo con dick laurent: Coltrane è approdato al free solo dopo una prima fase. I padri furono indiscutibilmente Ornette Coleman e Cecil Taylor, già diversi anni prima.

La fase free di Coltrane ha inizio solo nel 1965 con la pubblicazione di Ascension.

Anche se, a ben vedere, qualche “germoglio” free nella musica di Coltrane si poteva notare già nel 1961. Ascoltate, ad esempio, il brano Chasin’ the Trane, nella seconda versione di quindici minuti, contenuta nello splendido cofanetto The Complete 1961 Live Village Vanguard Recordings. Qui Trane imperversa con un assolo torrenziale di ben 15 minuti senza un tema preciso..

Archie Shepp disse che:  si trattava dell’ennesima porta che si apriva. Si potrebbe dire che si trattasse di free jazz, ma non era totalmente free, libero, perché restavano fortissime indicazioni strutturali: accordi, armonia.

Infatti la rottura avvenne dopo…

 

E’ con Ascension che il sassofonista pone una pietra miliare del free dal punto di vista della potenza espressiva e del superamento delle concezioni stilistiche  proprie del jazz di quegli anni (l’hard bop, il jazz modale di cui Trane stesso fu uno dei protagonisti in Kind of Blue..). Tutti i musicisti chiamati da Coltrane e coinvolti nel “progetto” Ascension rappresentano  la crema dell’avanguardia newyorkese di quegli anni: Archie Shepp. Pharoah Sanders, John Tchicai, Marion Brown, Dewey Johnson ( mica mezze calzette..). L’importanza di questo disco risiede nell’opera di “frantumazione” della concezione strutturale del jazz iniziata già sei anni prima da

“ Free Jazz” di Coleman (e non solo). Ma qui l’asticella viene spostata ancora più in alto. La carica diviene ancora più aggressiva e disarticolata e si innalza a vertici  completamente liberatori. Segnando un punto di non ritorno, creando una dimensione sonora completamente avulsa da ogni schema, una destrutturazione totale di ogni armonia. E con una violenza e una ferocia belluina.

Avevo letto una frase di un critico, Frank Tenot, che definì Ascension (direi non a torto) una delle più pazzesche orge sonore del secolo…

Si racconta anche che i presenti alla registrazione non riuscirono a fare a meno di urlare.

Ovviamente Ascension va letto nel suo contesto sociale e politico degli Usa nel 1965. Cioè l’anno dell’assassinio di Malcom X (quattro mesi prima della registrazione) e i tumulti degli afroamericani, con decine di morti,  nei vari ghetti da Harlem a Los Angeles.

In qualche modo Coltrane se ne fa interprete. E come tale viene riconosciuto nel suo ambiente. Se avete letto New Thing di Wu Ming 1 capirete cosa intendo ( in caso contrario ve lo consiglio senza riserve).

Se A Love Supreme era un inno d’amore a Dio Ascension rappresenta l’urlo di rabbia feroce dei neri d’America.

E ancora oggi Ascension è considerata opera di riferimento per tanti musicisti impro jazz. La Rova Orkestrova ne fece una versione “Electric Ascension” (bellissima secondo me) per la Atavistic Records qualche annetto fa . Mentre giusto l’anno scorso è uscito Electric Ascension - Cleaning The Mirror; in versione Cd/BluRay/ Dvd per la Rogue Art. https://www.allaboutjazz.com/electric-ascension-by-john-sharpe.php

E poi ci sono i dischi immediatamente successivi a  quell’anno che segnano il cambio di rotta e l’abbandono del (glorioso) Classic Quartet e la creazione di una formazione più consona alla nuova direzione intrapresa: Pharoah Sanders, Alice, Rashied Alì e Garrison,  unico rimasto della vecchia formazione…

E’ in questo periodo che il sacro fuoco del free imperversa in particolare in dei live che, per chi ama questo genere, non possono che essere definiti storici e importanti per la ricerca sonora del leader. Le improvvisazioni torrenziali di Trane diventano pura colata lavica, un rito collettivo sconvolgente. Tanto per citarne qualcuno: Live in Seattle, Live in Japan, Live at Village Vanguard Again. E poi il bellissimo doppio Offering: Live at Temple University (pubblicato solo tre anni fa) in cui Trane, in una sorta di trance collettiva lascia il sassofono e usa la voce.

E poi… ci sarebbe anche quello che io ritengo uno dei “fondamentali”, il disco che ha posto le basi del jazz d’avanguardia e influenzato tanti musicisti negli anni a venire: Interstellar Space. Sei straordinari duetti sax/batteria con Rashied Alì in cui il free diventa “cosmico” e la ricerca coltraniana tocca uno dei vertici assoluti inventando un nuovo linguaggio sonoro. Purtroppo morì solo 5 mesi dopo….


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#10 crocus behemoth

    Roadie

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Inviato 17 luglio 2017 - 19:13

comunque volevo fare i complimenti a Enrico Bettinello ( non so se legge questo forum..) 

che sull'ultimo Blow Up  ha scritto un pezzo sul Coltrane dell'ultimo periodo davvero molto bello "Take the Last Trane" con

analisi disco per disco….

Che ovviamente consiglio a tutti quelli che volessero approfondire. 


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#11 dick laurent

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Inviato 17 luglio 2017 - 20:35

Intervengo per non far degenerare la polemica e confermo solennemente che …l’apporto di Coltrane è stato fondamentale nella storia del free jazz. Non ha inventato il free ma ne ha ispirato la furia iconoclasta e rappresentato uno dei musicisti più importanti per la crescita di questo genere. Ovviamente accetto qulsiasi smentita.

Come diceva dick laurent la sua importanza è dovuta anche ad altro. Ma mi sembra che qui la controversia sia sull’importanza dell’ultimo periodo nel free.

Ora spiego (o almeno ci provo…).

 

Su una cosa sono d’accordo con dick laurent: Coltrane è approdato al free solo dopo una prima fase. I padri furono indiscutibilmente Ornette Coleman e Cecil Taylor, già diversi anni prima.

La fase free di Coltrane ha inizio solo nel 1965 con la pubblicazione di Ascension.

Anche se, a ben vedere, qualche “germoglio” free nella musica di Coltrane si poteva notare già nel 1961. Ascoltate, ad esempio, il brano Chasin’ the Trane, nella seconda versione di quindici minuti, contenuta nello splendido cofanetto The Complete 1961 Live Village Vanguard Recordings. Qui Trane imperversa con un assolo torrenziale di ben 15 minuti senza un tema preciso..

Archie Shepp disse che:  si trattava dell’ennesima porta che si apriva. Si potrebbe dire che si trattasse di free jazz, ma non era totalmente free, libero, perché restavano fortissime indicazioni strutturali: accordi, armonia.

Infatti la rottura avvenne dopo…

 

E’ con Ascension che il sassofonista pone una pietra miliare del free dal punto di vista della potenza espressiva e del superamento delle concezioni stilistiche  proprie del jazz di quegli anni (l’hard bop, il jazz modale di cui Trane stesso fu uno dei protagonisti in Kind of Blue..). Tutti i musicisti chiamati da Coltrane e coinvolti nel “progetto” Ascension rappresentano  la crema dell’avanguardia newyorkese di quegli anni: Archie Shepp. Pharoah Sanders, John Tchicai, Marion Brown, Dewey Johnson ( mica mezze calzette..). L’importanza di questo disco risiede nell’opera di “frantumazione” della concezione strutturale del jazz iniziata già sei anni prima da

“ Free Jazz” di Coleman (e non solo). Ma qui l’asticella viene spostata ancora più in alto. La carica diviene ancora più aggressiva e disarticolata e si innalza a vertici  completamente liberatori. Segnando un punto di non ritorno, creando una dimensione sonora completamente avulsa da ogni schema, una destrutturazione totale di ogni armonia. E con una violenza e una ferocia belluina.

 

 

 

 

 

 

mah, la mia impressione è che prima che da Coleman, Coltrane lì fosse influenzato da Ayler. Ayler mi sembra un po' il modello di quel modo feroce ed espressionista di usare il sax nel free dove poi si trovano i vari Sanders, Shepp, lo stesso tardo Coltrane e altri. 

Per cui non riesco proprio a vedere Ascension come un'opera particolarmente innovativa... poi giustamente uno può fregarsene altamente del discorso innovazione e se si dice che i grandi dischi non siano per forza innovativi con me si sfonda una porta che più aperta non si può. Però se viene tirata in ballo l'innovazione mi viene da esprimere la mia perplessità...a meno che non si voglia fare solo lo sterile thread celebrativo da occhio della madre/carrozzella col bambino/il montaggio analogico, ma spero di no.

Tra l'altro volendo c'era anche gente più radicale di loro come Cecil Taylor. Piaccia o non piaccia, io non sono un grande fan di Taylor ma mi sembra che tra i grandi nomi del primo periodo sia quello che si era spinto più lontano come concezione, diventando per davvero il Jackson Pollock del genere.

Dove Coltrane ha davvero cambiato le cose ed è stato davvero innovativo secondo me è nel periodo modale con McCoy Tyner. Tra l'altro credo che lo stesso approccio alla tastiera di Tyner (con le armonie per quarte) che divenne poi imitatissimo derivi dalle idee di Coltrane, se non ricordo male.


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#12 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 17 luglio 2017 - 21:25

Mah che a livello tecnico Ayler possa aver influenzato Coltrane ci può stare. Nell'ultima parte della carriere anche Sanders è stato uno stimolo molto importante per Coltrane che però conduceva un discorso proveniente da altre coordinate rispetto ad Ayler(del quale per dire non assimila per nulla lo stilema dei temi bandistici per dire). Il fatto è che Coltrane è arrivato al free jazz per lenta evoluzione/devoluzione(soprattutto armonica). In lui non c'è nulla della distruttività o "anarchia" di certo free jazz, nessuna deriva ideologica quanto una volontà inesausta di forzare gli schemi, continuamente solo per la ricerca di un sè più profondo(musical-spirituale).

E' per questo che per me è inutile stare qui a parlare di innovazione. O meglio è importantissimo, però capendo che a livello di significato(di spirito si potrebbe dire) la musica di Coltrane ha pochissimo a che fare con gli altri nomi elencati, mentre a livello di significante o di lettera(se lo vogliamo mettere linguisticamente) si possono fare tutte le parentele che si vogliono. Nessuno come lui ha scavato nel proprio sè musicale come lui. Quello che colpisce della sua musica è l'afflato spirituale che nessun altro ha. Quindi per me sì, è stato un innovatore(così come lo è stato in tutti i campi del Jazz, che sia bebop[Giant steps] o modale, quello che tocca lo trasforma, lo spiritualizza). 

 

 


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#13 dick laurent

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Inviato 17 luglio 2017 - 21:44

Mah che a livello tecnico Ayler possa aver influenzato Coltrane ci può stare. Nell'ultima parte della carriere anche Sanders è stato uno stimolo molto importante per Coltrane che però conduceva un discorso proveniente da altre coordinate rispetto ad Ayler(del quale per dire non assimila per nulla lo stilema dei temi bandistici per dire). Il fatto è che Coltrane è arrivato al free jazz per lenta evoluzione/devoluzione(soprattutto armonica). In lui non c'è nulla della distruttività o "anarchia" di certo free jazz, nessuna deriva ideologica quanto una volontà inesausta di forzare gli schemi, continuamente solo per la ricerca di un sè più profondo(musical-spirituale).

E' per questo che per me è inutile stare qui a parlare di innovazione. O meglio è importantissimo, però capendo che a livello di significato(di spirito si potrebbe dire) la musica di Coltrane ha pochissimo a che fare con gli altri nomi elencati, mentre a livello di significante o di lettera(se lo vogliamo mettere linguisticamente) si possono fare tutte le parentele che si vogliono. Nessuno come lui ha scavato nel proprio sè musicale come lui. Quello che colpisce della sua musica è l'afflato spirituale che nessun altro ha. Quindi per me sì, è stato un innovatore(così come lo è stato in tutti i campi del Jazz, che sia bebop[Giant steps] o modale, quello che tocca lo trasforma, lo spiritualizza). 

 

 

personalmente discorsi da "nessuno come lui ha saputo scavare dentro di sè"  li trovo abbastanza fumosi. Poi si, è ovvio che Coltrane suona diverso da Ayler e viceversa, che la musica di Coltrane abbia una evidente componente spirituale è verissimo, ma anche lì non starei a fare graduatorie.

Comunque alla fine ti dava fastidio quel che ho detto perchè pensi che sia stato sempre innovativo  asd


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#14 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 17 luglio 2017 - 21:54

va beh non facciamo graduatorie. Però se non dobbiamo fare distinzioni(perché fare graduatorie è compiere un discrimine) non stiamo qui a pettinare le bambole o mungere i cobra e chi si vuole ascoltare Coltrane si ascolti Coltrane e chi non vuole non se lo ascolti o ascolti Mingus o chi per esso, strafottendocene però anche del prima e del dopo(che è sempre una graduatoria).


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#15 dick laurent

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Inviato 17 luglio 2017 - 22:19

va beh non facciamo graduatorie. Però se non dobbiamo fare distinzioni(perché fare graduatorie è compiere un discrimine) non stiamo qui a pettinare le bambole o mungere i cobra e chi si vuole ascoltare Coltrane si ascolti Coltrane e chi non vuole non se lo ascolti o ascolti Mingus o chi per esso, strafottendocene però anche del prima e del dopo(che è sempre una graduatoria).

 

ma non è che io sia per il non fare distinzioni, e Coltrane mi piace moltissimo, è solo che trovo molto difficile comparare il tasso di spiritualità di Coltrane o Ayler (musicista la cui musica trovo spesso estremamente spirituale, anche se in un modo molto diverso, tu dicevi giustamente della dimensione bandistica) o Shorter o Mary Lou Williams e decretare un vincitore. Nè penso che il fare del jazz spirituale renda la musica necessariamente migliore (per dire, penso che la musica di Monk non abbia nulla di spirituale ma è sempre grande musica*).

 

 

 

 

*ricordo perfettamente che Coltrane e Monk hanno suonato assieme, eh.


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#16 simon

    Scaruffiano

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Inviato 17 luglio 2017 - 23:13

non sono un grande fan del jazz cosmico rumoroso degli ultimi anni di vita del grande genio americano. sono anni che non seguo le derive europee del free jazz, comprese quelle miste ovvero con l'elettronica a far marcire ulteriormente tenori alla Leopardi.

 

in compenso ho letto una sorta di saggio sul gigante creativo sull'ultimo numero di una pedante rivista che dovrebbe occuparsi di rock e altre contaminazioni, ecco: la mediocrità dello scrittore, la piattezza espositiva, la sua incapacità di arrivare a una sintesi cercando in se stesso e nel dolore (insomma una derelitta pacificazione) universale, non ha portato altri frutti che un nuovo funerale all'eroe della Grande Musica. per il resto non devo aggiungere altro, è come ritornare sul Casanova di Fellini o sulla bellezza senza fine di Gozzano. 


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„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#17 beatoangelico

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Inviato 23 luglio 2017 - 21:07

non sono un grande fan del jazz cosmico rumoroso degli ultimi anni di vita del grande genio americano. sono anni che non seguo le derive europee del free jazz, comprese quelle miste ovvero con l'elettronica a far marcire ulteriormente tenori alla Leopardi.

 

in compenso ho letto una sorta di saggio sul gigante creativo sull'ultimo numero di una pedante rivista che dovrebbe occuparsi di rock e altre contaminazioni, ecco: la mediocrità dello scrittore, la piattezza espositiva, la sua incapacità di arrivare a una sintesi cercando in se stesso e nel dolore (insomma una derelitta pacificazione) universale, non ha portato altri frutti che un nuovo funerale all'eroe della Grande Musica. per il resto non devo aggiungere altro, è come ritornare sul Casanova di Fellini o sulla bellezza senza fine di Gozzano. 

 

 

comunque volevo fare i complimenti a Enrico Bettinello ( non so se legge questo forum..) 

che sull'ultimo Blow Up  ha scritto un pezzo sul Coltrane dell'ultimo periodo davvero molto bello "Take the Last Trane" con

analisi disco per disco….

Che ovviamente consiglio a tutti quelli che volessero approfondire. 

 

M'avete fatto venire voglia di comprare blow up asd comunque a me bettinello piace sia come scrive sia di cosa tratta, in genere...

 

Sul resto, a me il Coltrane che piace veramente è quello modale e ipnotico, magari al sax soprano... quello free mi piace con riserva, il mio preferito è Meditations (specialmente se ascoltato tutto insieme come suite) ma per dire, il tanto celebrato Interstellar Space mi lascia freddino: altro che spazi interstellari, questa per me è la musica dello sforzo, della tensione; con il batterista praticamente sempre a mille finisce quasi per diventare una massa indistinta.

Poi sui discorsi innovatore si o no non ci voglio entrare, però mi sembra che nella sua combinazione di destrutturazione totale e intensità massima coltrane sia stato molto meno direttamente imitato di quanto si possa pensare. Oltre al fatto che ayler e cecil taylor, per parlare dei più radicali, all'epoca non erano certo molto conosciuti al di fuori di un ristretto circolo a new york, mentre coltrane era fra i  jazzisti più popolari in assoluto, il suo "passaggio" nel campo della new thing non poteva che scuotere le acque e diventare ispirazione per tanti.


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#18 woody

    Classic Rocker

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Inviato 24 luglio 2017 - 18:30

Si sicuramente su questo sono d'accordo, cioè sul fatto che Coltrane era musicista più conosciuto all'epoca dei vari Ornette Coleman (che più o meno nel periodo in cui Coltrane si era dato al free lui si era ritirato appunto perchè non ci campava) o Albert Ayler.
Quindi negli anni a venire Coltrane ha sicuramente ampliato, almeno di un po', l'utenza del free, però è anche vero che a volte a posteriori si rischia di mitizzare un po' troppo un passato non vissuto.
Ricordo un'intervista letta secoli or sono qui sul web, non ricordo chi era l'intervistato, se un collaboratore fisso di Trane o qualche musicista comunque a lui vicino tipo Archie Shepp, comunque lui diceva che gli ultimi due anni di Coltrane dal punto di vista commerciale furono un fiasco assoluto, il pubblico disertava i concerti, Coltrane si trovava a suonare davanti a 10-20 persone a sera, a detta del misterioso intervistato erano concerti bellissimi, ma appunto appannaggio di pochissimi!
Anche la maggior parte dei dischi sono stati pubblicati postumi (Ascension e Meditations credo le eccezioni), tipo Interstellar Space fu pubblicato nel '74 quando anche la seconda ondata free si stava esaurendo (per seconda ondata diciamo che intendo AACM e i primi dischi da leader dei vari Marion Brown, Alan SIlva, Marzette Watts etc), quindi magari se di influenza di COltrane nel free si può parlare, più per i musicisti recenti che per i musicisti a lui coevi, eccetto magari per gente tipo Sanders e la mai troppo lodata Alice Coltrane.

Visto che la mia teoria si basa su di una sola intervista letta appunto diverso tempo fa, mi chiederei se qualcuno sapesse qualcosa di più in merito, ma di solito si cerca sempre di mitizzare il musicista e di tenere nascoste le storie meno positive (a meno che non si tratti di droga o morte), tipo pure che Ornette Coleman si ritirò per 3-4 anni, amareggiato per lo scarso riscontro ottenuto ma anche per mere questioni finanziarie è una cosa di cui si tende sempre a soprassedere nelle varie agiografie jazz.


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#19 woody

    Classic Rocker

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Inviato 24 luglio 2017 - 18:31

Comunque una cosa bisogna dirla, Coltrane è riuscito a dare una vita a una discussione nella sezione jazz del forum di Ondarock, cosa che ormai non succedeva da anni, magari anche questo potrebbe essere aggiunto nel CV di Trane!


  • 2

#20 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 24 luglio 2017 - 19:57

Già la fase modale di Coltrane stupì molto. Ricordo un'intervista in cui D'Andrea spiegava di come fosse rimasto affascinato dal modo di suonare di Tyner, assolutamente altro rispetto a quello che lui avesse mai sentito. Comunque sia ribadisco la mia linea di pensiero: Coltrane, pur sfruttando una sintassi non originale, ha creato degli assoluti capolavori. Quella volontà di concentrare il tutto in un assolo pressoché infinito mi sembra la sua peculiarità. Giusto così per gradire: la sua ultima registrazione live conosciuta, The Olatunji Concert citato da Dick Laurent. 34 minuti di musica assolutamente totali, armonicamente complessi, emotivamente sopraffini. Secondo me uno dei veritici degli ultimi 50 anni di musica.

 


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#21 beatoangelico

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Inviato 24 luglio 2017 - 20:08

Si sicuramente su questo sono d'accordo, cioè sul fatto che Coltrane era musicista più conosciuto all'epoca dei vari Ornette Coleman (che più o meno nel periodo in cui Coltrane si era dato al free lui si era ritirato appunto perchè non ci campava) o Albert Ayler.
Quindi negli anni a venire Coltrane ha sicuramente ampliato, almeno di un po', l'utenza del free, però è anche vero che a volte a posteriori si rischia di mitizzare un po' troppo un passato non vissuto.
Ricordo un'intervista letta secoli or sono qui sul web, non ricordo chi era l'intervistato, se un collaboratore fisso di Trane o qualche musicista comunque a lui vicino tipo Archie Shepp, comunque lui diceva che gli ultimi due anni di Coltrane dal punto di vista commerciale furono un fiasco assoluto, il pubblico disertava i concerti, Coltrane si trovava a suonare davanti a 10-20 persone a sera, a detta del misterioso intervistato erano concerti bellissimi, ma appunto appannaggio di pochissimi!
Anche la maggior parte dei dischi sono stati pubblicati postumi (Ascension e Meditations credo le eccezioni), tipo Interstellar Space fu pubblicato nel '74 quando anche la seconda ondata free si stava esaurendo (per seconda ondata diciamo che intendo AACM e i primi dischi da leader dei vari Marion Brown, Alan SIlva, Marzette Watts etc), quindi magari se di influenza di COltrane nel free si può parlare, più per i musicisti recenti che per i musicisti a lui coevi, eccetto magari per gente tipo Sanders e la mai troppo lodata Alice Coltrane.

Visto che la mia teoria si basa su di una sola intervista letta appunto diverso tempo fa, mi chiederei se qualcuno sapesse qualcosa di più in merito, ma di solito si cerca sempre di mitizzare il musicista e di tenere nascoste le storie meno positive (a meno che non si tratti di droga o morte), tipo pure che Ornette Coleman si ritirò per 3-4 anni, amareggiato per lo scarso riscontro ottenuto ma anche per mere questioni finanziarie è una cosa di cui si tende sempre a soprassedere nelle varie agiografie jazz.

 

bhe che negli anni 60 i musicisti più radicali fossero poveri in canna è noto e confermato, chi vendeva e faceva i sold out erano ben altri (cannonball adderley, wes montgomery, dave brubeck ...) adesso non so se anche coltrane rientrasse in questo discorso, qualche settimana c'era un documentario con un affollato live in europa del '65, ancora con il quartetto ma pienamente free


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#22 woody

    Classic Rocker

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Inviato 24 luglio 2017 - 20:33

 

Si sicuramente su questo sono d'accordo, cioè sul fatto che Coltrane era musicista più conosciuto all'epoca dei vari Ornette Coleman (che più o meno nel periodo in cui Coltrane si era dato al free lui si era ritirato appunto perchè non ci campava) o Albert Ayler.
Quindi negli anni a venire Coltrane ha sicuramente ampliato, almeno di un po', l'utenza del free, però è anche vero che a volte a posteriori si rischia di mitizzare un po' troppo un passato non vissuto.
Ricordo un'intervista letta secoli or sono qui sul web, non ricordo chi era l'intervistato, se un collaboratore fisso di Trane o qualche musicista comunque a lui vicino tipo Archie Shepp, comunque lui diceva che gli ultimi due anni di Coltrane dal punto di vista commerciale furono un fiasco assoluto, il pubblico disertava i concerti, Coltrane si trovava a suonare davanti a 10-20 persone a sera, a detta del misterioso intervistato erano concerti bellissimi, ma appunto appannaggio di pochissimi!
Anche la maggior parte dei dischi sono stati pubblicati postumi (Ascension e Meditations credo le eccezioni), tipo Interstellar Space fu pubblicato nel '74 quando anche la seconda ondata free si stava esaurendo (per seconda ondata diciamo che intendo AACM e i primi dischi da leader dei vari Marion Brown, Alan SIlva, Marzette Watts etc), quindi magari se di influenza di COltrane nel free si può parlare, più per i musicisti recenti che per i musicisti a lui coevi, eccetto magari per gente tipo Sanders e la mai troppo lodata Alice Coltrane.

Visto che la mia teoria si basa su di una sola intervista letta appunto diverso tempo fa, mi chiederei se qualcuno sapesse qualcosa di più in merito, ma di solito si cerca sempre di mitizzare il musicista e di tenere nascoste le storie meno positive (a meno che non si tratti di droga o morte), tipo pure che Ornette Coleman si ritirò per 3-4 anni, amareggiato per lo scarso riscontro ottenuto ma anche per mere questioni finanziarie è una cosa di cui si tende sempre a soprassedere nelle varie agiografie jazz.

 

bhe che negli anni 60 i musicisti più radicali fossero poveri in canna è noto e confermato, chi vendeva e faceva i sold out erano ben altri (cannonball adderley, wes montgomery, dave brubeck ...) adesso non so se anche coltrane rientrasse in questo discorso, qualche settimana c'era un documentario con un affollato live in europa del '65, ancora con il quartetto ma pienamente free

 

Si questo è probabile, la formazione era ancora il quartetto, anche se Coltrane stava gradualmente cambiando stile di musica la gente è probabile lo seguisse ancora o non sapesse ancora della svolta. Poi era pure in Europa, della serie, quando uno come Coltrane ti capita vicino a casa non perderlo!
 

Magari non era sempre vero che la gente disertasse i suoi concerti, magari appunto in posti in cui suonava di rado richiamava ancora un discreto numero di persone.


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#23 woody

    Classic Rocker

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Inviato 24 luglio 2017 - 20:43

Già la fase modale di Coltrane stupì molto. Ricordo un'intervista in cui D'Andrea spiegava di come fosse rimasto affascinato dal modo di suonare di Tyner, assolutamente altro rispetto a quello che lui avesse mai sentito. Comunque sia ribadisco la mia linea di pensiero: Coltrane, pur sfruttando una sintassi non originale, ha creato degli assoluti capolavori. Quella volontà di concentrare il tutto in un assolo pressoché infinito mi sembra la sua peculiarità. Giusto così per gradire: la sua ultima registrazione live conosciuta, The Olatunji Concert citato da Dick Laurent. 34 minuti di musica assolutamente totali, armonicamente complessi, emotivamente sopraffini. Secondo me uno dei veritici degli ultimi 50 anni di musica.

 

Giusto per precisare, a me Coltrane piace più o meno tutto, la sua musica è una spece di continuum di cui ovviamente si preferiscono alcune cose ad altre a seconda dei gusti, ma in linea di massima è valido quasi tutto. Quindi non vorrei che i miei post venissero letti come un tentativo di sminuire la sua musica o di cercare di dimostrare che Coltrane non era così importante come di soltio si dice. Sono un amante del free ma stranamente i miei dischi preferiti di Coltrane sono My Favorite Things, Olè Coltrane e A Love Supreme. Questo comunque a mio avviso non depone tanto a sfavore dei suoi disci free, quanto a favore della sua fase precedente.


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#24 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 25 luglio 2017 - 14:35

però fammi essere gratuitamente polemico: il Coltrane free jazz in realtà non mi sembra abbia rivoluzionato nulla, arrivando ben dopo un sacco di gente. Poi oh, roba come l'Olatunji concert mi piace molto, ma credo che l'influenza di Coltrane sia dovuta soprattutto ad altre cose, più che al suo darsi al free (per quanto ovviamente anche lì ha ispirato parecchi musicisti).

 

Premesso - per quel che vale, cioè niente - che sono piuttosto d'accordo con l'affermazione di dick, oltretutto essendo io molto lontano dalla santificazione a prescindere dell'esperienza del free, che qui è invece dogma di fede, volevo solo fare notare come quel concerto sia inascoltabile, a causa della sua registrazione assai... contrastata, per usare un compassionevole eufemismo.

Non si sente niente che possa consentire un giudizio meditato e dotato di senso artistico.

E' stata una porcheria commerciale pubblicarlo. Di quelle operazioni sempre più frequenti di raschiamenti di fondi di barile.


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«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#25 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 25 luglio 2017 - 15:13

 

però fammi essere gratuitamente polemico: il Coltrane free jazz in realtà non mi sembra abbia rivoluzionato nulla, arrivando ben dopo un sacco di gente. Poi oh, roba come l'Olatunji concert mi piace molto, ma credo che l'influenza di Coltrane sia dovuta soprattutto ad altre cose, più che al suo darsi al free (per quanto ovviamente anche lì ha ispirato parecchi musicisti).

 

Premesso - per quel che vale, cioè niente - che sono piuttosto d'accordo con l'affermazione di dick, oltretutto essendo io molto lontano dalla santificazione a prescindere dell'esperienza del free, che qui è invece dogma di fede, volevo solo fare notare come quel concerto sia inascoltabile, a causa della sua registrazione assai... contrastata, per usare un compassionevole eufemismo.

Non si sente niente che possa consentire un giudizio meditato e dotato di senso artistico.

E' stata una porcheria commerciale pubblicarlo. Di quelle operazioni sempre più frequenti di raschiamenti di fondi di barile.

 

 

:facepalm:


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#26 woody

    Classic Rocker

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Inviato 25 luglio 2017 - 18:03

 

 

però fammi essere gratuitamente polemico: il Coltrane free jazz in realtà non mi sembra abbia rivoluzionato nulla, arrivando ben dopo un sacco di gente. Poi oh, roba come l'Olatunji concert mi piace molto, ma credo che l'influenza di Coltrane sia dovuta soprattutto ad altre cose, più che al suo darsi al free (per quanto ovviamente anche lì ha ispirato parecchi musicisti).

 

Premesso - per quel che vale, cioè niente - che sono piuttosto d'accordo con l'affermazione di dick, oltretutto essendo io molto lontano dalla santificazione a prescindere dell'esperienza del free, che qui è invece dogma di fede, volevo solo fare notare come quel concerto sia inascoltabile, a causa della sua registrazione assai... contrastata, per usare un compassionevole eufemismo.

Non si sente niente che possa consentire un giudizio meditato e dotato di senso artistico.

E' stata una porcheria commerciale pubblicarlo. Di quelle operazioni sempre più frequenti di raschiamenti di fondi di barile.

 

 

:facepalm:

 

Beh si sente che è una performance intensa e carica di energia e che poteva in effetti essere una delle migliori tra quelle pubblicate, ma anche secondo me è quasi inascoltabile proprio a livello di qualità audio.


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#27 crocus behemoth

    Roadie

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Inviato 02 dicembre 2017 - 18:15

Per i coltraniani segnalo questo documentario uscito ad aprile negli Usa:

https://www.musicoff...u-john-coltrane

 

Tra l’altro tra poco uscirà in blu ray e dvd e (dio sia lodato!) già disponibile su Netflix:

https://www.netflix.com/title/80147403


  • 4
Le merendine di quand'ero bambino non torneranno più! I pomeriggi di Maggio!

#28 lazlotoz

    Enciclopedista

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Inviato 05 dicembre 2017 - 10:20

 

 

Tra l’altro tra poco uscirà in blu ray e dvd e (dio sia lodato!) già disponibile su Netflix:

https://www.netflix.com/title/80147403

 

Visto questo, un po' da vedere per chi è a digiuno di Coltrane. E forse ha il difetto che molti lavori del genere hanno in nuce, la santificazione del protagonista. Appunto sull'apporto al freejazz, come si diceva su: chi vede questo documentario senza saperne nulla capisce che il free jazz è un'invenzione di Coltrane, che nessuno attorno a lui faceva ricerca in tal senso.

Poi va bene eh, io son solo un amante, non un esperto. E Coltrane è uno dei miei preferiti, però ci starebbe di dare delle coordinate migliori per spiegare quel fenomeno del free.

 

Fa ridere che fra gli intervistati ci sia Kamasi, come per nobilitare la figura di Coltrane ai più giovani.

 

 

 

p.s. avete da consigliare altri documentari sul jazz? Anche non solo su Coltrane. 


  • 0

#29 crocus behemoth

    Roadie

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Inviato 05 dicembre 2017 - 19:45

 

p.s. avete da consigliare altri documentari sul jazz? Anche non solo su Coltrane. 

 

 

of course!

Se ti trovi dalle parti di Milano giovedì 7 dicembre non perderti assolutamente questo:

 

ornettebanner2.png

 

Allo Spazio Oberdan nell'ambito del Filmaker Festival..

Non capita spesso di vederlo in sala .…poi è di Shirley Clarke.

Qualche info qui:

http://www.projectsh...om/ornette.html

https://quinlan.it/2...ade-in-america/


  • 1
Le merendine di quand'ero bambino non torneranno più! I pomeriggi di Maggio!

#30 crocus behemoth

    Roadie

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Inviato 05 dicembre 2017 - 19:56

Ah, per rimanere in ambito Netflix ti consiglio di vedere questi muy interessanti:

Hi Called Him Morgan

https://www.netflix.com/title/80147988

I retroscena della storia di Lee Morgan con Helen e il suo omicidio

 

What Happened, Miss Simone?

https://www.netflix.com/title/70308063

Forse uno dei migliori documentari in assoluto!

Se interessa l'argomento i tipi de Il Saggiatore hanno pubblicato il libro in italiano:

http://www.ilsaggiat...ed-miss-simone/

 

E poi Nat King Cole:

https://www.netflix.com/title/80164143

 

 

 


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Le merendine di quand'ero bambino non torneranno più! I pomeriggi di Maggio!

#31 Leeeo

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Inviato 06 dicembre 2017 - 18:13

Visto anch'io. Sinceramente speravo in qualcosa di più approfondito, dato che a grandi linee la storia mi è nota. 

Però belle le foto, belli i colori. E finalmente ho visto che faccia ha Naima.

Sempre a proposito, dato che l'autore compare anche nel video, consiglio caldamente questo

 

41xFrLWKCtL.jpg

 

Bellissimo libro, mangiato in tre serette, con interviste, foto, aneddoti non solo inerenti all'Album in questione ma sull'intera vita di Coltrane.

Si sente proprio, tra le righe, l'ammirazione, la gratitudine, l'affetto dell'autore verso John.


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"Скучно на этом свете, господа!"

RYM RYM RYM

ANOBII ANOBII


#32 Bernardus

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Inviato 07 dicembre 2017 - 19:58

Beh, nella biografia di Robin D.G. Kelley dal titolo esplicativo "Monk" emergono alcune riflesisoni importanti, nell'ambito del free ovviamente. Gira e rigira la frittata, Coleman in persona afferma che sia stato Monk dal suo punto di vista il primo musicita free della storia. Lungi da me tornare sul dibattito odioso su chi abbia inventato cosa, mi pare però un dato da considerare. Senza contare che lo stesso Monk vedendo Coleman in concerto esclama "Fa roba che io suonavo venticinque anni fa, solo che non ci facevo sopra un intero disco". 

 

Questa è una premessa, perchè detto ciò vorrei soffermarmi sull'importanza capitale che Monk abbia avuto nella vita artistica di Coltrane. Lo stesso Trane andava di prima mattina a svegliare Thelonious per farsi dare lezioni di armonia. Possiamo dire, come poi può essere(perchè Coltrane era onnivoro culturalmente, non solo musicalmente parlando) che non fosse certo estraneo alla musica di Coleman. Io credo però che dalla sua collaborazione con Monk nascano le prime volontà di andare oltre i binari stabiliti della musica tonale e modale. 


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#33 dick laurent

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Inviato 07 dicembre 2017 - 21:48

Beh, nella biografia di Robin D.G. Kelley dal titolo esplicativo "Monk" emergono alcune riflesisoni importanti, nell'ambito del free ovviamente. Gira e rigira la frittata, Coleman in persona afferma che sia stato Monk dal suo punto di vista il primo musicita free della storia. Lungi da me tornare sul dibattito odioso su chi abbia inventato cosa, mi pare però un dato da considerare. Senza contare che lo stesso Monk vedendo Coleman in concerto esclama "Fa roba che io suonavo venticinque anni fa, solo che non ci facevo sopra un intero disco". 

 

Questa è una premessa, perchè detto ciò vorrei soffermarmi sull'importanza capitale che Monk abbia avuto nella vita artistica di Coltrane. Lo stesso Trane andava di prima mattina a svegliare Thelonious per farsi dare lezioni di armonia. Possiamo dire, come poi può essere(perchè Coltrane era onnivoro culturalmente, non solo musicalmente parlando) che non fosse certo estraneo alla musica di Coleman. Io credo però che dalla sua collaborazione con Monk nascano le prime volontà di andare oltre i binari stabiliti della musica tonale e modale. 

 

 

 

guarda non so cosa suonasse Monk per i fatti suoi ma per quanto riguarda i dischi la sua musica estremamente strutturata e complessa mi sembra l'antitesi del free, che invece andava una direzione dove la struttura contava molto meno. 


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#34 dick laurent

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Inviato 23 dicembre 2017 - 19:11

visto su netflix Chasing trane. Mi sembrava di avere visto qualcuno parlarne in qualche topic ma non ricordo dove... La cosa migliore (oltre ovviamente alla musica) sono senza dubbio le foto e i filmati d'epoca, quelli del Coltrane privato.

Per il resto mi è sembrato un documentario adatto a chi non l'abbia mai ascoltato e non sappia chi sia. Per chi lo conosce anche abbastanza superficialmente vuoi per la durata, vuoi per il tipo di prodotto che forse vuole proprio essere un'introduzione, vuoi per il tenore dei commenti (che non vanno molto oltre al "era un genio" "era un grande" "era un bel direttore" "era un apostolo") aggiunge poco anche a chi conosce il musicista anche abbastanza superficialmente. Se ci si aspetta qualche approfondimento un po' sul tecnico, qualche riflessione strettamente musicale o anche semplicemente una biografia particolaraggiata si può rimanere delusi. Mi ha stupito non vedere nominare neppure per sbaglio personaggi come Dennis Sandole, il leggendario jazz guru da cui Coltrane andò a lezione per anni, oppure Eric Dolphy. 

Per restare nel genre il documentario su Tony Scott di Maresco mi piacque decisamente di più.


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#35 woody

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Inviato 23 dicembre 2017 - 20:01

Lo Zenni sul facebook ha postato questo articolo intitolato "il peggior documentario su Coltrane mai prodotto" e lui si diceva pure d'accordo.
http://www.giornaled...ne-mai-prodotto

 

Che dire mi è un po' passata la voglia di vederlo...


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#36 beatoangelico

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Inviato 23 dicembre 2017 - 20:31

quindi, ci sono marsalis, BILL CLINTON, santana

 

mancano mcoy tyner, pharoah sanders, archie shepp

 

direi che basta questo.


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#37 dick laurent

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Inviato 23 dicembre 2017 - 21:11

quindi, ci sono marsalis, BILL CLINTON, santana

 

mancano mcoy tyner, pharoah sanders, archie shepp

 

direi che basta questo.

 

guarda in realtà ci sono pareri anche di grandi musicisti come Benny Golson, Jimmy Heath, Reggie Workman, Wayne Shorter e Sonny Rollins. In realtà appare pure McCoy Tyner. E Marsalis nonostante la sua visione conservatrice del jazz fino alla musica del quartetto con Tyner Garrison e Jones è uno che decisamente sa di cosa sta parlando. Il problema è che probabilmente per scelta del regista anche loro non dicono nulla di granchè interessante.


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#38 dick laurent

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Inviato 23 dicembre 2017 - 21:20

Lo Zenni sul facebook ha postato questo articolo intitolato "il peggior documentario su Coltrane mai prodotto" e lui si diceva pure d'accordo.
http://www.giornaled...ne-mai-prodotto

 

Che dire mi è un po' passata la voglia di vederlo...

 

non avevo visto, adesso me lo legg

 

Lo Zenni sul facebook ha postato questo articolo intitolato "il peggior documentario su Coltrane mai prodotto" e lui si diceva pure d'accordo.
http://www.giornaled...ne-mai-prodotto

 

Che dire mi è un po' passata la voglia di vederlo...

 

ahah, non l'avevo letto quest'articolo. Vabbè non ho idea di quanti documentari ci siano su di Coltrane, diciamo che se cerchi approfondimenti o spunti interessanti non se ne trovano, però anche se con la musica c'entrano poco gli spezzoni dei video privati ne possono giustificare la visione. Poco utile ma manco da cavarsi gli occhi coi ferri roventi ecco.


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