a me sta piacendo.
certainty e' impossibile da non amare per un bassista e anche strange or be forgotten assume un suo senso come chiusura romantica e sognante.
apprezzo che abbiano esplorato nuovi territori piuttosto che ripetere l'esordio (sarebbe stato impossibile comunque).
certo capisco che questo nuovo technicolor acido possa non essere per tutti, c'era un sottotesto dark in sun structures che qui sembra andato perduto. gia' l'esordio alla fine non era un album che si faceva apprezzare per profondita' emotiva, ma questo sembra muoversi ancora piu' in superficie se possibile. e la scelta del cantato sempre al confine col cuginidicampagnismo fa storcere qua e la' il naso anche a me (tipo how would you like to go?).
pero' c'e' troppa bravura nella scrittura ed alla fine mi hanno accalappiato di nuovo, sono gli alchimisti del nuovo decennio, per noi orfani dei Late of the Pier.
il cambiamento principale e' che secondo me questo disco l'hanno affrontato un po' come se stessero facendo un disco dance. basta notare il lavoro fatto sulla parte ritmica per apprezzarlo... il drumming super effettato si evolve spesso di effetto in effetto lungo la durata del pezzo, portandoci da una sezione all'altra come succederebbe in una suite techno piuttosto che seguendo la normale struttura strofa ritornello del pop.
forse anche per questo suona come un disco meno passatista rispetto al precedente, pur continuando a incorporare raffinatezze baroque, glam e psichedeliche che le altre band contemporanee possono giusto sognarsi di notte.
all join in e celebration ancora non mi fanno impazzire, troppa glassa. e non sono ancora troppo sicuro su in my pocket, che sembra un po' tirata via per i loro standard, e how would you like to go, che probabilmente non e' evocativa come vorrebbe.
fra i pezzi preferiti invece adesso si aggiunge born into the sunset, con una ritmica quasi big beat e dei synth veramente lisergici. si conferma la gia' citata irresistibilita' pop di open air e mystery of popi. e (i want to be your) mirror, che e' effettivamente l'unica che sarebbe potuta stare senza problemi nella tracklist di sun structures. anche roman godlike man e' un grower, lavorone a livello di produzione.
capisco i commenti di tom, ma per me e' a suo modo un disco genuino, con forse un po' di secchionaggine ma non voglia di secchioneggiare (i.e. hanno tirato fuori il disco che gli sarebbe piaciuto ascoltare ed il piu' loro in questo momento, piuttosto che cercare di accaparrare consensi). bisognerebbe capire che droghe usano per essere sempre cosi' a mille, certo non sembra LSD e decisamente non cannabis, piu' qualcosa di sintetico .