Condivido praticamente ogni virgola della recensione di Damiano. Le citazioni e i rimandi sono quelli giusti.
Ciò che mi ha sedotto è questa sua capacità di fotografare la musica soul d'annata senza mai esagerare, e senza mai perdersi in laccature e vocalizzi esasperanti. Un brano del genere è magia pura, è raggiungere un equilibrio sottile difficilmente individuabile in altri musicisti affermati stilisticamente vicini alla Knowles. A proposito della sua famiglia, mentre la sorellona ha tirato fuori un disco per me insignificante, lei è riuscita a confermarsi molto più di una sensazione o di un'eterna promessa. Stavolta ha fatto veramente centro. Contento poi che Kelela sia presente, magari è l'occasione giusta per lanciarsi definitivamente. Peccato solo che in giro si trovino altre potenziali dive del soul contemporaneo, tutte più o meno cadute nel dimenticatoio per assenza di agganci giusti. Penso a chi ha adottato essenzialmente una formula molto vicina a quella di Solange senza ottenere alcun successo, su tutte Kissey Asplund e quel Plethora del lontanissimo 2008.