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"La Fontana Della Vergine" - Bergman


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13 replies to this topic

#1 ReineMetal

    non morto nostalgico

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Inviato 02 febbraio 2007 - 13:28

Faccio ingresso nel nuovo forum di OR in una sezione in cui mi si vede raramente per parlare di uno dei miei registi preferiti di sempre, di cui mi piacerebbe analizzare l'intera produzione e del quale tuttavia per ora prenderò in considerazione una meravigliosa pellicola di cui non si sente parlare molto, nemmeno dalla critica "dotta"(visto e considerato che il grande successo di pubblico non sarebbe comunque stato possibile, e che tuttavia rimane sladamente in testa in una ipotetica classifica dei miei film preferiti del grande regista svedese, assieme al glorificato Det SJunde Inseglet("Il Settimo Sigillo") e a Nattvardsgästerna("Luci d'Inverno").
Mi riferisco a a "La Fontana Della Vergine"(tit orig. Jungfrukallan) di Ingmar Bergman , che in effetti è ambientato in Svezia in epoca cristiana (siamo attorno al 1300 circa), ma in cui l'ombra del paganesimo è sempre incombente, condiziona fortemente e senza sosta lo svolgimento delle vicende e continua a vivere nella cultura popolare(il film inizia con l'invocazione della tenebrosa Inger ad Odino ), al di sotto della religione cristiana "dei ricchi", incapace(come del resto in ogni film di Bergman, uno dei più spietati profeti della morte di Dio nel cinema. che non esita a servirsi di un mito di settecento anni fa per esprimere contenuti modernissimi) di dare una risposta al problematico vuoto esistenziale che affligge la gente. Lo stupro e la morte della "vergine" cristiana Karin per opera dei pastori(questa sezione della vicenda mi ha sempre ricordato non poco la leggenda su cui si basa il concept di Bergtatt) rappresenta il soccombere della morale cristiana dinnanzi alle forze della natura. La morte di Karin fa comprendere a suo padre, il nobile cristiano Tore, che la morale cristiana non può nulla contro la tragicità della vita: del resto se una teodicea(cioè un fondamento divino) della giustizia non è possibile, perchè giustizia nel mondo non c'è (se anche un dio trascendente fosse per assurdo concepibile, agirebbe in una totale alterità rispetto ai principi della nostra morale, ci vuole dire Bergman), allora è possibile votarsi ai culti originari, fidando in una teodicea della vendetta.
Per questo Tore, accecato dal dolore, riscopre l'istituto pagano della faida(contrapposto al perdono cristiano) e, dopo essersi votato ad Odino con un rito di purificazione, trucida i colpevoli. La semplice fiaba è insomma trasfigurata attraverso dialoghi e azioni plastiche degni della più grande tragedia greca. Come accade spesso in Bergman, la conclusione è solo apparentemente rasserenante, laddove invece è del tutto aporetica: il miracolo(pagano o cristiano, non fa differenza in questo contesto, e Bergman lo sa) che chiude e da il nome al film lascia aperte tutta una serie di prolematiche forse destinate a non avere mai risposta. L'unica alternativa chiara posta dal film sembra proprio quella tra una fede "per assurdo" cristiana in un'aldilà al quale è rimandata la giustizia che non si può avere sulla terra e la pienezza(anche se instabile) della vita pagana.
Se volete vedere rappresentate in un film le credenze e le tradizioni dei popoli scandinavi nel medioevo filtrate dall'occhi di un genio di oggi, questo film è perfetto, anche perchè fa riflettere e non poco; se invece volete vedere Odino con Huginn & Muninn a fianco che schianta una chiesa a pedate, dirigetevi altrove.
Lo consiglio vivamente a tutti, con un occhio particolare a coloro che hanno apprezzato il disco "Bergtatt".  ;)
Un caloroso hail a tutti,
Reine
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Lemmy è morto, Dio è morto, e nemmeno io mi sento troppo bene...


#2 Diamond_Sea

    Glooming in the wind

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Inviato 02 febbraio 2007 - 15:20

Non ho visto questo film di Bergman, quanti agli altri ce ne sono alcuni che adoro come "Il Settimo Sigillo" e l'agghiaciante "Sussuri E Grida".
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#3 ReineMetal

    non morto nostalgico

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Inviato 02 febbraio 2007 - 15:30

Non ho visto questo film di Bergman, quanti agli altri ce ne sono alcuni che adoro come "Il Settimo Sigillo" e l'agghiaciante "Sussuri E Grida".

Guarda, ogni film di Bergman ha una storia a sè, e te lo dice uno che conosce quasi a memoria tutta la sua produzione, e questo merita davvero tantissimo, al pari di quelli da te citati. Forse è la pellicola in cui la sua anima svedese emerge con più fierezza.
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#4 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 02 febbraio 2007 - 16:43

Visto tempo fa.
Riprendendo un breve commento d'epoca: "La fontana della vergine" è probabilmente il film più sottovalutato di Ingmar Bergman. Forse perchè l'idea è poco bergmaniana, ma più la pellicola va avanti, più assume l'identità del suo autore svedese. Parte infatti (già religiosamente) come una rivisitazione di Cappuccetto Rosso; si sente infatti il tocco di fiaba (non a caso la sceneggiatura si ispira ad una leggenda del quattordicesimo secolo), sfocia poi nel dramma violento (quasi barbaro direi) e, con un' intensa e semplice solennità, gioca alla grande sul territorio di Carl Theodor Dreyer (sempre restando fedele a Bergman però), culminato dalla sequenza finale: il miracolo c'è (richiamo ad "Ordet"), e Dio interviene direttamente. Uno dei Bergman più duri, ma sicuramente anche uno dei più aperti alla speranza. Un' opera simbolica, che tuttavia evita il vero simbolismo. Un dramma da camera dove LA PAROLA divina ha la meglio sulla parola terrena (a differenza di molti Bergman successivi).

P.s.: era, forse, meglio dare al thread il titolo italiano della pellicola.
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#5 Dean Moriarty

    pivello

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Inviato 02 febbraio 2007 - 17:44

Non l'ho visto.
Al più presto lo farò.
Al momento considero Il Settimo Sigillo, come il suo capolavoro e come il mio film preferito di sempre.
Adoro Bergman.
  • 0

#6 ReineMetal

    non morto nostalgico

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Inviato 02 febbraio 2007 - 18:48

.... Un dramma da camera dove LA PAROLA divina ha la meglio sulla parola terrena...


Mi permetto di dissentire dalla tua interpretazione strangelove, specie quando. A me il presagio finale non sembra affatto testimoniare un prevalere del divino sull'umano nè sul pagano. Nell'intero film sembra profilarsi uno scontro di opposti: ricchi/umili, cristiani/pagani, morte/vita, purezza/lussuria.... Tuttavia quando, verso la metà del film, si verifica la violenza, si rompe l'equilibrio e i ruoli si confondono: come si può facilmente vedere, Tore non reagisce alla morte della figlia consolandosi con la convinzione che sarà accolta nel regno dei cieli, sa benissimo che la PAROLA non può trionfare sulla morte: per questa ragione rispolvera l'antico istituto del "pigliar vendetta", e per farlo non può votarsi a una morale cristiana(che gli imporrebbe di perdonare), ma cerca la purificazione nell'autenticità della passione, nella vendetta. Se seguissimo la tua interpretazione, il voto che Tore fa a Dio nel finale sembrerebbe del tutto incoerente, poichè aut-aut:
I O Dio è malvagio, perchè ha punito un'innocente senza una precisa ragione e non ha impedito che la vendetta di Tore(che alla fine del film, davanti al torrente esclama:<<Vedi la morte di un'innocente, vedi la mia vendetta? Io non ti capisco!>>) si esplicasse
II O il Dio cristiano è impotente di fronte al male, è il Nulla divinizzato che ha sostituito alla verità la Parola di fede nella verità.
Quindi Dio-Malvagio o Dio-Nulla ? Bergman non indica una soluzione a questo quesito(la fornirà nei film seguenti), però mette benissimo in luce il carattere
paradossale della fede: dopo aver dichiarato la sua totale incomprensione a e per Dio(la via della comprensione è sbarrata), Tore compie un atto apparentemente assurdo e in realtà perfettamente coerente: chiede perdono, fa voto a Dio di erigere una chiesa. Questa è la fede per Bergman, un'ipotesi per assurdo, e quella che ha rappresentato è l'inanità che si cela dietro qualsiasi pretesa di teodicea, di moralità del cosmo e della religione
Lo stesso miracolo finale non ha nulla a che vedere con Dio, ma con il fatto che
l'evento va inscritto nella cornice leggendaria e favolistica che caratterizza tutto il film/racconto. Lo so che può sembrare un'esegesi artificiosa, ma le cose stanno effettivamente così, e questo film, che documenta appunto la reazione di un cristiano al male, la difficoltà nella quale si trova ad affrontarlo in coerenza con la Parola, la contraddizione stessa fra "uomo" e "cristiano", si inscrive benissimo nel quadro della produzione cinematografica e dell'ideologia bergmaniane, precedenti e successive. Quindi mi sembrerebbe piuttosto arbitrario estendere la connessione con "Ordet" da un piano puramente formale, a uno di messaggio di fondo.
P.s.
Ho rimediato al titolo, ora sicuramente l'afflusso al thread sarà soverchiante... ;) ;D
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#7 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 02 febbraio 2007 - 20:14

...


Mi dispiace pure tanto (sia perchè sono stato uno dei pochi forumisti a vedere il film, sia perchè ho voluto rilasciare un breve commento), ma non me la sento di ribattere in quando una sola visione, che risale a diversi anni fa, è offuscata dal tempo. Comunque ho letto il tuo intervento e quando vedrò il film una seconda volta mi confronterò con il tuo parere.
Contento, ad ogni modo, che "La fontana della vergine" possa contare su altri ammiratori. ;)
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#8 ReineMetal

    non morto nostalgico

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Inviato 02 febbraio 2007 - 20:18

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Mi dispiace pure tanto (sia perchè sono stato uno dei pochi forumisti a vedere il film, sia perchè ho voluto rilasciare un breve commento), ma non me la sento di ribattere in quando una sola visione, che risale a diversi anni fa, è offuscata dal tempo. Comunque ho letto il tuo intervento e quando vedrò il film una seconda volta mi confronterò con il tuo parere.
Contento, ad ogni modo, che "La fontana della vergine" possa contare su altri ammiratori. ;)

Era appunto questo il mio intento: involgliare a scopire o a rispolaverare questo film mostrando gli spunti di riflessione che può veicolare.
Già solo la micidiale interpretazione di Von Sydow basterebbe ad apprezzare questo film.
Vorrei inoltre ringraziare te personalmente, strangelove, perchè grazie alla tua
storia del cinema su Rym ho ultimamente scoperto molti film bellissimi.
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#9 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 02 febbraio 2007 - 20:28


...


Mi dispiace pure tanto (sia perchè sono stato uno dei pochi forumisti a vedere il film, sia perchè ho voluto rilasciare un breve commento), ma non me la sento di ribattere in quando una sola visione, che risale a diversi anni fa, è offuscata dal tempo. Comunque ho letto il tuo intervento e quando vedrò il film una seconda volta mi confronterò con il tuo parere.
Contento, ad ogni modo, che "La fontana della vergine" possa contare su altri ammiratori. ;)

Era appunto questo il mio intento: involgliare a scopire o a rispolaverare questo film mostrando gli spunti di riflessione che può veicolare.
Già solo la micidiale interpretazione di Von Sydow basterebbe ad apprezzare questo film.
Vorrei inoltre ringraziare te personalmente, strangelove, perchè grazie alla tua
storia del cinema su Rym ho ultimamente scoperto molti film bellissimi.

Grazie :'(
Credevo non l'avesse ancora letta nessuno!
In realtà non sempre cito film bellissimi, ma alcuni dei citati hanno comunque una maggiore valenza storica. Ecco perchè prima o poi dovrò inserire brevi commentini.
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#10 ReineMetal

    non morto nostalgico

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Inviato 02 febbraio 2007 - 20:55



...


Mi dispiace pure tanto (sia perchè sono stato uno dei pochi forumisti a vedere il film, sia perchè ho voluto rilasciare un breve commento), ma non me la sento di ribattere in quando una sola visione, che risale a diversi anni fa, è offuscata dal tempo. Comunque ho letto il tuo intervento e quando vedrò il film una seconda volta mi confronterò con il tuo parere.
Contento, ad ogni modo, che "La fontana della vergine" possa contare su altri ammiratori. ;)

Era appunto questo il mio intento: involgliare a scopire o a rispolaverare questo film mostrando gli spunti di riflessione che può veicolare.
Già solo la micidiale interpretazione di Von Sydow basterebbe ad apprezzare questo film.
Vorrei inoltre ringraziare te personalmente, strangelove, perchè grazie alla tua
storia del cinema su Rym ho ultimamente scoperto molti film bellissimi.

Grazie :'(
Credevo non l'avesse ancora letta nessuno!
In realtà non sempre cito film bellissimi, ma alcuni dei citati hanno comunque una maggiore valenza storica. Ecco perchè prima o poi dovrò inserire brevi commentini.

Prego, dico davvero: ad esempio ho visto la settimana scorsa Il colore del melograno e sono rimasto letteralmente folgorato. Comunque vedo che non hai incluso film di due dei miei registi preferiti, Ken Russel e John Boorman.
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#11 adolescent_germ

    aspirante indie

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Inviato 18 febbraio 2007 - 19:17

E' uno dei pochissimi film che mi ha davvero disturbato, realmente agghiacciante, Bergman gira una delle scene più crudeli di tutta la storia del cinema, ovviamente quella dello stupro. La fotografia è sublime, e la solennità di questo film si ritrova solo ne "Il settimo sigillo", d'altronde entrambi sono ambientati nel medioevo.

Comunque è anche uno dei miei registi preferiti, e metto su tutti gli altri "Luci  d'inverno", "Il posto delle fragole" e "Come in uno specchio".

Il remake di Craven è davvero malriuscito.



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#12 Guest_vegeta_*

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Inviato 18 febbraio 2007 - 19:49



Il remake di Craven è davvero malriuscito.


remake è una parola grossa...e comunque credo che pure il film di Craven abbia una sua dignità.
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#13 santulippa

    pivello

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Inviato 19 febbraio 2007 - 14:11

Vorrei esprimere il mio plauso per un regista che amo molto,tra tutti i suoi film quello che mi è rimasto più "addosso" è stato forse il più famoso "Il Posto delle Fragole" del 1958" nato in un momento di intensa attività dell'autore, specialmente sui palcoscenici teatrali. Bergman vi si dedicò con molta partecipazione, tanto che alla fine fu costretto a trascorrere alcuni mesi in clinica per un forte esaurimento nervoso.La costruzione è perfetta, l'intrecciarsi tra realtà, sogni e ricordi è dato da una sceneggiatura rimasta come un classico nella storia del cinema. Un apporto non indifferente è costituito dagli attori, a cominciare da quel Victor Sjöström, che è stato uno dei maggiori registi e attori svedesi, aveva 78 anni, la stessa età del suo personaggio (morì pochi mesi dopo l'uscita del film, il 4 gennaio 1960). Bergman volle fare un omaggio al suo maestro, e il maestro ripagò l'allievo con un'interpretazione da antologia. A differenza di molti altri film di Bergman qui tutto è lineare, nulla è oscuro. I pochi simboli sono chiarissimi, a cominciare dall'orologio senza lancette che indica la fine del tempo, e che il vecchio vede dapprima nell'incubo, poi tra gli oggetti che gli vengono mostrati dall'anziana madre.
Ricordo di averlo visto in un momento particolare della mia vita..forse quando ero anche io come l'insigne professor Isak Borg in un viaggio alla scoperta del mio posto delle fragole..lo consiglio a tutti coloro che sono disposti a ripercorrere eventi personali a volte dai colori meno accesi ma pur sempre chiaroscuri degni di smisurata attenzione.





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#14 popten

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Inviato 20 febbraio 2007 - 13:38

l'ho visto anche io e naturalmente mi è piaciuto molto!
Però se devo essere sincero non lo considerai uno dei miei preferiti di Bergam, regista che amo parecchio. per quanto riguarda la tua interpretazione del film,ci può stare, ma in vero penso che l'unica vera voce in capitolo definitiva la abbiano regista e sceneggiatore(non sò se coincidono!), quindi fino a prova contraria ci possono stare anche altre interpretazioni..! anche io ad esempio all'epoca non ebbi proprio le tue stesse sensazioni, che a leggerle ora mi paiono un po' troppo estreme, anche se chissà magari sono corrette.

di Bergman ho amato molto anche altri suoi film 'meno rinomati', come Monica e il desiderio e un'estate d'amore, ma anche il rito.

ciao!

*****NAZARIN - L.BUNUEL*****
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