Da un po' di tempo ho il desiderio di leggere autori italiani, autori che abbiano un modo particolare di trattare la lingua italiana, sia per lessico (non perché banalmente letterario) sia per costruzione della frase
Detta così, mi obblighi a citare D'Arrigo che in quanto a costruzione e lessico (letterario, siciliano reinventato, preso in prestito dal francese, dal latino e riplasmato in una lingua con la quale si impara a convivere e si finisce per amare. Diversamente da Gadda, che di solito cerca lo scontro corpo a corpo) ha fatto miracoli. Horcynus Orca. Un assaggino dall'incipit, nel quale si può intravvedere la particolarità e ritmicità
Imbruniva a vista d'occhio e un filo di ventilazione alitava dal mare in
rema sul basso promontorio. Per tutto quel giorno il mare si era allisciato
ancora alla grande calmerìa di scirocco che durava, senza mutamento
alcuno, sino dalla partenza da Napoli: levante, ponente e levante, ieri, oggi,
domani e quello sventolio flacco flacco dell'onda grigia, d'argento o di
ferro, ripetuta a perdita d'occhio.
Forse anche le acrobazie di Fenoglio nel Partigiano Johnny.
Riguardo invece all'uso letterario e sapiente dell'italiano parlato, Emilio Tadini. Io ho letto Eccetera, uno romanzo su una specie di peregrinazione notturna di giovani ragazzi, che rincorrono chissà cosa e sono appassionati di discoteche. Scritto da un ottantenne.
<<Senti, - le faccio, perché i quanto a attaccare sono un fenomeno, io - chiedilo in giro, se non sono famoso per come so attaccar discorso - senti, dicono che mandi giù di tutto. Vediamo se è vero>>.
<<Proprio di tutto, no, - mi fa lei, con un'aria un po' stanchina, - però assaggiare si può sempre>>.
Per dire la classe. L'oro nel fango eccetera.
Dunque è chiaro che io non è questione di vigliaccheria.
E' che posso scegliere fra tante di quelle cose, io...
Prima cosa, appunto, ci sono talmente tante ragazze...
E, pensaci, un numero doppio, dico doppio, di tette!
Dico, non è fantastico?
EDIT: Come da titolo io ho citato scrittori che portano l'italiano verso l'oltre. Altri che hanno parlato di Calvino e Levi hanno fatto bene, che sono il fiore del nostro scrivere. Wago fa bene a citare Baricco, che, gusti a parte, è uno che sa sfruttare davvero molto bene le risorse della lingua.