Io ero appena adolescente quando uscì K, ma ricordo bene Tattva che mio fratello più grande - gran patito del genere - aveva registrato su una cassettina direttamente dalla radio. Due/tre anni dopo mi comprai il cd e finii con l'ascoltarlo a manetta al pari di quelli dei Suede e dei Verve; per le mie orecchie i Kula Shaker erano diversi da qualunque altra cosa avessi sentito ai tempi.
Ma soprattutto mi innamorai follemente di come si vestiva Crispian, con i pantaloni a zampa e i motivi floreali sulle camicie. Così, con l'aiuto di mia madre, ritagliai dei triangoli di stoffa colorata (non ricordo esattamente il motivo, ma c'erano sicuramente fiori e foglie), scucii il fondo dei miei jeans preferiti e ci feci la mia zampa di alta sartoria, esasperandola in un eccesso di creatività al punto che mi copriva quasi l'intera scarpa e spazzava il marciapiede di tutto il vicinato. Io mi sentivo un gran figo ma ovviamente a scuola mi si vedeva da un kilometro, non vi dico i commenti del gruppo di bulletti calcio+figa. In retrospettiva credo che quello sia stato il momento pivotale nel quale mi resi conto di non essere minimamente tagliato per la vita di provincia toscana (e francamente non lo sono tutt'ora).
Devo quindi ai Kula Shaker e a Crispian Mills molto più che il semplice credito di aver fatto ottima musica, per me sono stati - insieme a She's In Fashion dei Suede - la prima scossa inconscia di quello che in inglese si chiama rude awakening, traumatico anche, ma necessario.
Aneddoto due: fino all'anno scorso la moglie del batterista dei Kula Shaker gestiva un negozio di abiti per bambini nel quartiere dove vivo, il mio ragazzo ci aveva stretto amicizia e ogni tanto passavamo a farci due chiacchiere. Una tipa folle, sboccatissima e davvero divertente, che però aveva la tendenza a lamentarsi del marito disoccupato, raccontandoci in confidenza che quando si sposarono i KS erano al picco del successo, e per quanto non fossero certamente una band milionaria come gli Oasis ai tempi lei poteva comunque fare la bella vita da groupie, andando in giro per il mondo in tour con loro strafatta di ectasy e whiskey. Poi, con la fine del successo, lui è caduto in depressione e deve fare tutt'ora una discreta fatica a reinserirsi nella vita di tutti i giorni, lei mandava avanti il negozio perché hanno pure due figlie da mantenere. Non ho mai avuto modo di conoscere il marito personalmente, purtroppo, ma con questi presupposti se anche l'avessi incrociato in negozio non avrei davvero saputo cosa dirgli. Che tristezza però