Situazione: Accoglienza?

emergenza immigrazione

Parigi: i migranti non passano, se ne occupi l'Italia

Ormai tutti i nodi sono al pettine e bisogna capire cosa fare come paese, come Europa e come singoli cittadini.

Per tutti è il momento di un bel esame di coscienza...

I francesi che fanno lì a Ventimiglia? Ancora finta di niente? Gli austroungarici di là?

e tutti sono onesti e tutti sono pari e tutti hanno le palle democratiche e popolari  

io voglio vedere il piano B di Renzi, tipo una retrocessione immagino

io voglio vedere il piano B di Renzi

fare i furbi alle frontiere è viscido

Da quello che ho capito, è lo stato italiano il primo a fare il furbo non identificando gli sbarcati e facendo in modo che vadano in qualche paese estero a chiedere asilo.

Sotto questo punto di vista, la Francia ha tutte le ragioni a rimandarceli indietro, perché gli sbarcati devono richiedere asilo nel paese di approdo.

Il problema è che se siamo i primi a fare i furbi e poi chiediamo aiuto agli altri paesi europei, partiamo già con il piede sbagliato.

il piano b è allestire e gestire dei campi profughi in Libia non appena si riesce a mettersi d'accordo con i tre governi di quel paese. Russian sei contento?

nel camper non ci stanno, però ho portato magliette pulite e pantaloni puliti

magliette pulite e pantaloni puliti

 

magliette pulite e pantaloni puliti

si cambi pure le mutande ogni tanto

e si lavi i denti

 

sono andata venerdì a fare la pulizia dei denti. tiè

dal fatto quotidiano parlano del piano B che fu di Berlusconi nel 2011 come linea guida per quello di Renzi

Per disinnescare l'emergenza profughi a Ventimiglia, l'ex premier concesse ai tunisini in fuga dopo la caduta di Ben Ali un permesso di soggiorno temporaneo con cui transitare in area Schengen. Inutili le proteste della Francia che dovette riaprire i confini

sì e pure di ritirare le sanzioni alla russia, giusto per indispettire l'ue

(ma a questa credo poco)

diamo almeno i polentoni alla Francia

diamo almeno la signora alla Svizzera

Qui si parla di rifugiati o di immigrazione tout court?

In ogni caso mettiamo i dati ufficiali:

Eurostat

Acnur

E' tutto molto triste.

Siamo a un punto di minimo nella politica europea, la cui causa principale è da ricercarsi in un'opninione pubblica sempre più terrorizzata, e in governi codardi e ipocriti che cercano di placare il vento nazionalista e xenofobo agendo di fatto come agirebbe il governo nazionalista e xenofobo che vorrebbero disinnescare.

La situazione sarebbe tranquillamente gestibile: a non essere gestibili sono le ricadute politiche. Da cui il pilatismo generale.

L'Italia dal canto suo ha colpe e argomenti deboli per pretendere aiuti*, e Renzi si caga palesemente in mano. Pur avendo avuto inizialmente un minimo di serietà e realismo, rischia ora di farsi trascinare in azioni difensive e scomposte. Non è il suo campo, e probabilmente non è il campo di nessuna forza che si trovi al governo in una situazione del genere.

*: E' vero che l'Italia sta facendo la furba evitando di identificare tempestivamente buona parte dei richiedenti asilo, ma è anche vero che i centri di accoglienza (almeno quelli emergenziali) non sono carceri, sono strutture civili adattate a cazzo e i tempi di identificazione sono lunghi in assenza di documenti: ergo andarsene è facile. Trattenere chi se ne vuole andare difficile, se non impossibile. E questo non vale solo per noi: a Calais c'è una situazione simile da anni... non da ieri, e questo in presenza di leggi e politiche ben più forti e repressive.

PS: A Russian-Cassandra:

Il l'"avevo detto" di cui ti stai orgogliosamente riempendo la bocca negli ultimi giorni ha un senso quando applicato ad un ragionamento, non al verificarsi di un dato evento (posto che si sia verificato). Ossia: dire "domani piove perchè ho visto un gatto rosso su un ramo" rimane una stronzata, che piova o meno il giorno dopo.

E' tutto molto triste.

 

Siamo a un punto di minimo nella politica europea, la cui causa principale è da ricercarsi in un'opninione pubblica sempre più terrorizzata, e in governi codardi e ipocriti che cercano di placare il vento nazionalista e xenofobo agendo di fatto come agirebbe il governo nazionalista e xenofobo che vorrebbero disinnescare.

 

 

Realpolitik. Volenti o nolenti la percezione del popolo questa è, giusta o sbagliata non mi va nemmeno di sindacare. La politica deve tener conto di queste spinte altrimenti è il caos.

 

 

 

 

 

Realpolitik. Volenti o nolenti la percezione del popolo questa è, giusta o sbagliata non mi va nemmeno di sindacare.

 

decide il popolo e basta, e lo sai che è giusta, ti stai ammorbidendo, stai diventando un ondarocker comune

Ahahahahah Mistic tvb

Si alla fine il popolo decide, è il bello della democrazia no? 

Ahahahahah Mistic tvb

 

Si alla fine il popolo decide, è il bello della democrazia no? 

ca ciertu

 

Nella vecchia fattoria ia-ia-o 

C'è la capra-capra-ca-ca-capra 

Nella vecchia fattoria ia-ia-o

...

C'è anche un po' di democrazia  ia-ia-o

...

 

sei oltre la quarta (pinta), vero?

rispondevo a limentis, avevo comunque bevuto vino e non birra :-)

E' tutto molto triste.

 

Siamo a un punto di minimo nella politica europea, la cui causa principale è da ricercarsi in un'opninione pubblica sempre più terrorizzata, e in governi codardi e ipocriti che cercano di placare il vento nazionalista e xenofobo agendo di fatto come agirebbe il governo nazionalista e xenofobo che vorrebbero disinnescare.

 

La situazione sarebbe tranquillamente gestibile: a non essere gestibili sono le ricadute politiche. Da cui il pilatismo generale.

 

L'Italia dal canto suo ha colpe e argomenti deboli per pretendere aiuti*, e Renzi si caga palesemente in mano. Pur avendo avuto inizialmente un minimo di serietà e realismo, rischia ora di farsi trascinare in azioni difensive e scomposte. Non è il suo campo, e probabilmente non è il campo di nessuna forza che si trovi al governo in una situazione del genere.

 

*: E' vero che l'Italia sta facendo la furba evitando di identificare tempestivamente buona parte dei richiedenti asilo, ma è anche vero che i centri di accoglienza (almeno quelli emergenziali) non sono carceri, sono strutture civili adattate a cazzo e i tempi di identificazione sono lunghi in assenza di documenti: ergo andarsene è facile. Trattenere chi se ne vuole andare difficile, se non impossibile. E questo non vale solo per noi: a Calais c'è una situazione simile da anni... non da ieri, e questo in presenza di leggi e politiche ben più forti e repressive.

 

PS: A Russian-Cassandra:

Il l'"avevo detto" di cui ti stai orgogliosamente riempendo la bocca negli ultimi giorni ha un senso quando applicato ad un ragionamento, non al verificarsi di un dato evento (posto che si sia verificato). Ossia: dire "domani piove perchè ho visto un gatto rosso su un ramo" rimane una stronzata, che piova o meno il giorno dopo.

A occhio vedo un problema di competenze: se si vuole che il peso dell'immigrazione venga suddiviso equamente tra i Paesi UE, la competenza nel decidere le quote di rifugiati dovrebbe essere dell'UE.  E le polemiche si sposterebbero a quel livello, come sarebbe sano.

Altrimenti ogni volta si fa a braccio di ferro e a perderci non sono solo i Paesi in cui  approdano gli immigrati:  se la Francia di turno, infatti, dovesse concedere di accogliere degli immigrati vincerebbero i partiti xenofobi ma se non lo fa, come hai sottolineato tu, vincono i partiti xenofobi lo stesso.

vabbeh che alcune cose sono ovvie, tipo non creare dei quartieri di quasi solo extra come hanno fatto a MI

Ma infatti l'integrazione passa dalla convivenza. Non a caso nel contesto paese riesci molto meglio ad avere un immigrazione praticamente ormai indistinguibile dalla cittadinanza dei nativi. Vai a scuola insieme, stesso parco giochi, stessa festa dell'asilo, stesso campo da calcio, impossibile non avere scambi e conoscersi.

La città è già un altro discorso. Primo perché in Italia politiche urbanistiche sensate le abbiamo viste rarissimamente. La nostra politica urbanistica è: costruire. Servizi, mezzi di trasporto, non sono mai pensati insieme ai quartieri e se lo sono arrivano sempre prima le abitazioni e gli abitanti e quasi mai poi i servizi.

All'estero si fanno esperienze intelligenti, tipo spostare musei, sedi di università nelle periferie anche disagiate, da noi si procede a spot e casualità.

Poi c'è quello che ci marcia, se affitta agli studenti a nero palazzi interi lo fa anche con i 10 immigrati che gli dormono nel locale nel quartiere dove non vivrebbe nessuno. Costi 0, guadagno netto totale.

I vari "piani casa" risibili dei governi sono passati solo dall'incentivare insensatamente a costruire, a fare il famoso "locale in più" di silviana memoria, a condonare la peggio merda.

Fossimo seri dovremmo abbattere, abbattere, abbattere. Poi essere di un rigore totale verso chi affitta in nero. Poi investire e radicalmente risistemare su quelle zone urbane disastrose, ma si sa qua crollano viadotti di autostrade appena inaugurate e passiamo anni a fare guerre su un buco in val di Susa, figurati questo come può essere immaginabile...

E la convivenza è anche possibilità di partecipazione politica, cittadinanza. Ma siamo su un piano inimmaginabile agli uomini delle ruspe e a chi fa leggi per cui uno nato qui non è italiano anche se sempre residente qui fino a 18 anni e via dicendo.

rispondevo a limentis, avevo comunque bevuto vino e non birra :-)

Bravo, è meglio e fa pure meno male.

La Francia ha chiuso la frontiera per paura del boom di formazioni politiche come quella dei Le Pen. Ora che questo sia giusto o sbagliato non ha importanza, ma è l'unica cosa da fare razionalmente in questo momento storico. È egoistico? Si, certamente, ma è l'unica maniera che si ha per togliere di mano la propaganda a partiti politici che, una volta al potere, hanno la prerogativa di non essere propriamente liberali.

Cosa fare nella pratica per affrontare l'emergenza? Sinceramente non ne ho idea, se l'avessi farei un altro mestiere.

 

 

a Milano hanno concentrato tutto in alcune perfierie e in alcuni paesi della cintura, il senso è incomprensibile, il futuro è ovvio: ghetti

 

Il senso è: stiano lì a non rompere le scatole.

Ovviamente l'effetto sarà esattamente l'opposto.

 

 

 

a Milano hanno concentrato tutto in alcune perfierie e in alcuni paesi della cintura, il senso è incomprensibile, il futuro è ovvio: ghetti

 

 

Il senso è: stiano lì a non rompere le scatole.

Ovviamente l'effetto sarà esattamente l'opposto.

 

Pisapia ha fatto qualcosa in questo senso?

Dato che poi in questi casi si parla sempre di "Lega di qua, Lega di là, Salvini di merda", ecc..

(chiedo eh, senza provocazione, non vivo a Milano, non conosco la situazione)

Pisapia ha fatto qualcosa in questo senso?
Dato che poi in questi casi si parla sempre di "Lega di qua, Lega di là, Salvini di merda", ecc..
(chiedo eh, senza provocazione, non vivo a Milano, non conosco la situazione)

è facile scrivere che bisogna aiutare gli altri se stai in panciolle, magari in una villa sorvegliata da uomini valorosi pronti a buttarsi nel fuoco per tremila euro all'ora, ma se devo essere sincero questa scarsa o mancata accoglienza dei profughi mi rende una persona abbastanza triste (poi mi passa). vivendo in una città cosmopolita, che nei mesi più caldi si trasforma in uno stranissimo ibrido di bronx più amsterdam, mi sento abbastanza "aperto" nei confronti dell'altro: che sia una meravigliosa svedese alta 1,85 e che parla perfettamente l'italiano e conosce a memoria ogni lirica di Petrarca, al povero uomo di colore che chiede la carità strisciando a terra, incurante che l'asfalto sotto il sole diventa una tortura nella tortura. rimedi economici non ne conosco, ma quelli di un semplice conforto morale, della seria. un sorriso, una pacca sulla spalla, scambiare battute con i neri perchè ti chiamano fratello (visto la mia abbronzatura) non mi sembra tanto difficile. e invece ci sono persone che li schifano tout court, come se non esistessero proprio, questa indifferenza, gelida, belluina, mi fa paura.

in Germania entrano più negretti che in Italia

e mi pare che non abbiano tutti questi problemi

Ce li hanno, ce li hanno, tranquillo. Solo che hanno la fortuna di non avere il Vaticano che detta legge e la pelosa carità ideologica catto-comunista (che, infatti, ci sta creando un mare di guai). Il problema è uno solo: far rispettare le regole. Noi, per mille ragioni storiche e sociali, non siamo mai stati capaci di farlo in qualunque ambito.
Lutvak (personaggio discutibile quanto volete) ha perfettamente ragione su questo punto: la differenza sostanziale tra l'Italia e il resto dei paesi occidentali, per quanto riguarda le politiche d'immigrazione, è che non ha mai davvero voluto separare i veri rifugiati politici dai clandestini economici. E' questo ciò che l'UE ci ha sempre giustamente contestato. Nel resto dell'Europa avanzata si accolgono (dignitosamente) i rifugiati e si respingono (davvero!) i clandestini. Noi invece prima accogliamo tutti, poi li lasciamo liberi di andare dove vogliono. Senza documenti, senza nulla. Una politica del genere non esiste.
 

Però anche far passare come netta questa dicotomia rifugiato/clandestino va bene per rassicurare il senso di colpa del leghista medio, ma mal si sposa con la realtà e ancora meno con la questione morale che è in ballo. Si tratta di una definizione politica, che poco o nulla ha a che fare con la condizione umana.

Il fatto che un disperato non provenga da un paese in guerra o non sia un perseguitato politico non esclude che questo sia un disperato. La fame non è una motivazione meno degna per fuggire e cercare qualcosa di meglio.

Lo sanno bene tutti coloro che qui, pur senza rischio di fame o malattia, sono andati a fare guadagni in dollari o sterline per una questione di pura realizzazione (che è ben più di quello che si aspettano quegli stronzi che vogliamo rispedire al mittente - salvo poi non farlo perchè costa - e chiaramente non prima di averli spremuti un po' nei campi o nei cantieri in nero).

La volontà di emigrare è sacrosanta e noi siamo completamente sprovvisti di un sistema legale decente per canalizzarla.

Abbiamo abolito il reato di clandestinità (che era una vaccata ingestibile ancora prima che una cosa ingiusta) ma abbiamo mantenuto la Bossi-Fini.

Lasciamo che i migranti più volenterosi e civili fuggano in paesi che offrono loro qualcosa e ci teniamo i più disperati o quelli che hanno più da guadagnare dalla palude di irregolarità che abbiamo creato.

Non li rimandiamo indietro ma non se ne possono andare, non li mettiamo in prigione ma non creiamo le condizioni perchè si regolarizzino. Una risorsa per la criminalità e un argomento per gli xenofobi, un senso di pericolo per tutti gli altri.

Fino a quando non passa il concetto che tutto questo va ripensato e che spendendoci soldi (tanti) se ne avrà un rientro tangibile e collettivo io non credo ci sia speranza di uscirne. E sono assai certo che questo concetto non passerà mai.

Il fatto che un disperato non provenga da un paese in guerra o non sia un perseguitato politico non esclude che questo sia un disperato. La fame non è una motivazione meno degna per fuggire e cercare qualcosa di meglio.

E' chiaro, ovvio. Siamo tutti d'accordo su questo. Ma l'Europa, a un certo punto, dovrà pur darsi pragmaticamente una regola, un confine, uno stop. Che facciamo? Accogliamo indefinitamente mezza Africa da qui ai prossimi cinque, dieci, venti anni solo perché è abitata da centinaia di milioni di disperati? Con un'Europa già sovraffollata, che crea sempre meno lavoro e opportunità?  È chiaramente una follia. Nel breve periodo l'unica alternativa sostenibile è la gestione millimetrica dei flussi. Il lungo periodo deve necessariamente riguardare la politica e la diplomazia internazionale in modo da risolvere davvero le crisi afro-asiatiche (di cui gli Stati Uniti sono i primi e più diretti colpevoli) che hanno generato questi flussi. 

 

 

La volontà di emigrare è sacrosanta e noi siamo completamente sprovvisti di un sistema legale decente per canalizzarla. 

questa per me è la cosa più importante

ci sono già tantissimi immigrati che lavorano, in quasi ogni settore; molti sanno fare solo cose di base ma non vedo nulla di male, se rimangono qua hanno la possibilità di crescere, a casa loro crepano

ci sono già dei bambini stranieri a scuola, tantissimi direi, alcuni se la cavano molto bene (gli orientali sono quasi sempre i più bravi della classe)

in parte è un "esperimento" riuscito, nonostante le picconate e le machetate , non vedo perché tornare indietro al posto di migliorare quello che c'è

 

Il fatto che un disperato non provenga da un paese in guerra o non sia un perseguitato politico non esclude che questo sia un disperato. La fame non è una motivazione meno degna per fuggire e cercare qualcosa di meglio.

E' chiaro, ovvio. Siamo tutti d'accordo su questo. Ma l'Europa, a un certo punto, dovrà pur darsi pragmaticamente una regola, un confine, uno stop. Che facciamo? Accogliamo indefinitamente mezza Africa da qui ai prossimi cinque, dieci, venti anni solo perché è abitata da centinaia di milioni di disperati? Con un'Europa già sovraffollata, che crea sempre meno lavoro e opportunità?  È chiaramente una follia. Nel breve periodo l'unica alternativa sostenibile è la gestione millimetrica dei flussi. Il lungo periodo deve necessariamente riguardare la politica e la diplomazia internazionale in modo da risolvere davvero le crisi afro-asiatiche (di cui gli Stati Uniti sono i primi e più diretti colpevoli) che hanno generato questi flussi. 

 

Praticamente come si fa? Pagando gli scafisti come fa l'Australia per non andare da loro? Sparando sui barconi? Costruendo un muro tipo Israele al confine (e col mare come facciamo, il mose col filo spinato?). Bloccando ogni ingresso per visto turistico onde evitare che il futuro clandestino usi l'espediente per restare qua? Siamo sempre al cucchiaino per svuotare l'oceano. Si ragiona sempre in termini di Italia, Europa, se non di regione, comune, mai in termini di mondo.

E nel frattempo, però, vogliamo il mondo a nostra misura, facciamo del mondo la "nostra" casa, vogliamo decidere le sorti altrui, ci scegliamo alleati, amici, nemici che col tempo si capovolgono nel loro ruolo. Siamo amici di una monarchi quasi assoluti che sponsorizza le letture peggio medioevali e ridicole dell'Islam. Facciamo carte quarantotto dei confini, dei territori altrui, degli altrui governi, giochiamo a Risiko con gli altri stati, anche quelli fuori dalla nostra porta, usiamo, abusiamo, scoperchiamo e ricostruiamo come ci pare casa altrui, e poi ragioniamo su "casa" nostra come fosse il fortino aureo dove nessuno deve entrare, dove "chi viene qui rispetti le nostre regole". Tutto completamente assurdo.

A latere: l'ingresso della Romania nella U.E. doveva essere il disastro sommo, con migliaia di rumeni (ma anche di polacchi, ricordare il famigerato "idraulico" che ruba il lavoro) qua a delinquere, sottrarci posti ecc. Cos'è successo? Siamo morti? Il lavoro è crollato? Sarà meglio che in un sistema (ovviamente collettivo, non di singole nazioni ottocentesche) regolato la gente si sposti normalmente, paghi gli affitti, vada a scuola, paghi le tasse, piuttosto delle robe assurde che vediamo?

 

Il problema è uno solo: far rispettare le regole.

Eh già. E quindi, in questo contesto - un contesto, ricordiamolo, in cui ci sono le solite 3-4 regioni governate dal crimine organizzato, la capitale è in mano a una banda di predoni, nei ministeri e negli enti locali sono corrotti pure gli uscieri - guardiamo, come al solito, il dito e non la luna. E' ovvio che problema si aggiunge a problema, ma forse sarebbe il caso di rimuovere la causa*, piuttosto che prendersela con gli (inevitabili) effetti.

*Impossibile, a meno di derive autoritarie. Che pure abbiamo, avuto, in passato; a livello di macchietta, ma le abbiamo avute.

 

in Germania entrano più negretti che in Italia

e mi pare che non abbiano tutti questi problemi

Ce li hanno, ce li hanno, tranquillo. Solo che hanno la fortuna di non avere il Vaticano che detta legge e la pelosa carità ideologica catto-comunista (che, infatti, ci sta creando un mare di guai).
 

 

Cosa c'entra il Vaticano in tutto questo?

 

E nel frattempo, però, vogliamo il mondo a nostra misura, facciamo del mondo la "nostra" casa, vogliamo decidere le sorti altrui, ci scegliamo alleati, amici, nemici che col tempo si capovolgono nel loro ruolo. Siamo amici di una monarchi quasi assoluti che sponsorizza le letture peggio medioevali e ridicole dell'Islam. Facciamo carte quarantotto dei confini, dei territori altrui, degli altrui governi, giochiamo a Risiko con gli altri stati, anche quelli fuori dalla nostra porta, usiamo, abusiamo, scoperchiamo e ricostruiamo come ci pare casa altrui, e poi ragioniamo su "casa" nostra come fosse il fortino aureo dove nessuno deve entrare, dove "chi viene qui rispetti le nostre regole". Tutto completamente assurdo.

io non ci vedo nulla di cui stupirsi una volta passati i 18 anni, lo si sa da più di 2000 anni che il mondo funziona così:

Pretendiamo invece che si mandi ad effetto ciò che è possibile a seconda della reale convinzione che ha ciascuno di noi, ché noi siamo certi, di fronte a voi, persone informate, che nelle considerazioni umane il diritto è riconosciuto in seguito a una uguale necessità per le due parti, mentre chi è più forte fa quello che può e chi è più debole cede.

è ingiusto, è sempre stato così e probabilmente lo continuerà ad essere, e non c'è soluzione a ciò che scrivi. quando non lo potremo fare noi lo farà qualcun altro.

questo indipendentemente dalla situazione: immigrazione/accoglienza.

sono corrotti pure gli uscieri 

 

Ovvio

Nessuno stupore infatti.

Sottolineo l'assurdità di parlare di "casa" nostra dove mettere regole rigidissime, paletti, fili spinati e pretendere che chi viene qua "si adatti alle nostre regole" mentre non ci facciamo alcun problema a entrare nelle case altrui, fare danni, imporre ciò che ci sembra meglio. Il concetto di "casa" per chi vale, solo per il forte? Lo si dica apertamente, siamo forti, siamo più evoluti, siamo razzisti, facciamo ciò che ci pare, stabiliamo noi le regole.

Posto che è già così, che questo razzismo mascherato, interventista e ipocrita, è tanto diffuso da non essere nemmeno più visto, l'evoluzione umana, spirituale e del diritto, sarebbe, forse, indirizzata (o da indirizzare) ad altro. Se un libro come Per la pace perpetua ha secoli, non mesi, alle spalle, se l'Onu o le varie forme di Società e Unioni delle nazioni, esistono da decenni, non da secoli, significa che l'umanità avrebbe già inteso che inevitabilmente una serie di questionzine vanno trattate, sistemate, e risolte sul piano dell'unione e non della separazione, della pari dignità e della visione-mondo non della visione "mia casetta in Brianza".

Non fa tanto arrabbiare che di fatto non lo si faccia, che il forte detti legge ecc. Fa arrabbiare che se una volta erano diffusi molto di più concetti illuministici di cosmopolitismo, concetti socialisti di "unione di classe" o metteteci quello che volete ora si diffondono tesi strampalate basate su esagerazioni privatistiche che fanno del collettivo il domestico ("il mio territorio, casa mia, la mia nazione") mentre gli spostamenti di popoli ci sono da sempre, le migrazioni pure, le differenze di fortune anche e il problema non può certamente essere affrontato tentando di bloccare tutto, alzando confini su confini.

Riassumendo: l'involuzione che io percepisco e che temo è che quel poco di strutture collettive che abbiamo siano diventate il "male" da abbattere. Vedasi U.E., Onu e tutto il resto. Mentre sono l'unica soluzione che può sistemare problemi di tutti partendo, però, da prospettive comuni, mica dalla visione che ho da "casa mia".

Oh, se poi vogliamo fregarcene e basta, nel breve periodo facciamo loro un permesso di 3 mesi e andranno al 95% all'estero. Poi magari ne conseguirà la fine di Schengen, un Europa ancora più disastrata e sarà bello tornare indietro ancora un pochino, c'è chi ne sarebbe contento.

Joseph mi sa che sei partito un po' per la tangente. Adesso sono incasinati e vabbè non ci si va, ma normalmente andare nei paesi d'origine di questa gente significava (e significa, dove ancora si può andare e non c'è la guerra) adattarsi alle LORO regole. Non puoi andartene in Tunisia e comportarti come se fossi su una spiaggia della Corsica. È giusto così, non ci vedo nulla di male, chi viene qui si adegua agli usi e costumi. Dove sta il problema? Perchè dobbiamo sempre autoflagellarci tipo Tafazzi?

Il "razzismo ipocrita" dove? Che c'è di male ad affermare un'identità di popolo che chi arriva da fuori è tenuto a rispettare? Boh...

Questo a margine di tutti i problemi che ci sono ovviamente, dei quali questo è soltanto un aspetto minimo.

Non puoi andartene in Tunisia e comportarti come se fossi su una spiaggia della Corsica.

non ho capito il paragone

Joseph mi sa che sei partito un po' per la tangente. Adesso sono incasinati e vabbè non ci si va, ma normalmente andare nei paesi d'origine di questa gente significava (e significa, dove ancora si può andare e non c'è la guerra) adattarsi alle LORO regole. Non puoi andartene in Tunisia e comportarti come se fossi su una spiaggia della Corsica. È giusto così, non ci vedo nulla di male, chi viene qui si adegua agli usi e costumi. Dove sta il problema? Perchè dobbiamo sempre autoflagellarci tipo Tafazzi?
 
Questo a margine di tutti i problemi che ci sono ovviamente, dei quali questo è soltanto un aspetto minimo.