Pietra miliare dell'arte del XX secolo, l'Odissea di Stanley Kubrick fa sperimentare la sete di comprensione insieme all'impossibilità di superare i limiti della comprensione. Ai continui balzi in avanti si contrappone l'eterno ritorno della figura del cerchio. Un'opera che indaga entro i limiti del finito le possibilità dell'infinito
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!
Nel 1969 mio padre andò al cinema a vederlo con un fratello di mia mamma, uno per cui ancora oggi il cinema inzia con Bud Spencer e finisce con Terence Hill. Per tutto il film mio zio sbuffò, borbottò, mugugnò. Fino alla scena della stanza settecentesca, dove improvvisamante l'oscura trama del film gli fu chiara e se ne uscì con un illuminato "Ades salta fora dal'armar la simia de prima e la copa tuti" (trad. "adesso salta fuori dall'armadio la scimmia dell'inizio e ammazza tutti"). Uscì dal cinema ulteriormente deluso da un finale diverso dalle sue previsioni.
Invece mio padre apprezzò molto e se lo guardava ogni volta che passava in televisione (suo commento puntuale ogni volta era: "Vederlo al cinema è stata proprio un'altra cosa"). Probabile che da piccolo piccolo anch'io avessi visto qualche scena, perché per parecchi anni da bambino quando mi dicevano che nella notte di natale sarebbe arrivato Gesù Bambino io lo visuallizzavo come un gigantesco feto azzurro fluttuante. Il che mi inquietava un po'.
forse per qualcuno è un aspetto banale e nella recensione mi pare non ve ne sia accenno, però una delle cose più notevoli di 2001 che credo sia incontestabile anche per quelli che non amano il film è la qualità degli effetti speciali. Soprattutto se lo si paragona ai film dell'epoca c'è davvero uno scarto impressionante da quel punto di vista, tanto che secondo me si può considerare un film spartiacque tra la fantascienza antica e quella moderna.
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
forse per qualcuno è un aspetto banale e nella recensione mi pare non ve ne sia accenno, però una delle cose più notevoli di 2001 che credo sia incontestabile anche per quelli che non amano il film è la qualità degli effetti speciali. Soprattutto se lo si paragona ai film dell'epoca c'è davvero uno scarto impressionante da quel punto di vista, tanto che secondo me si può considerare un film spartiacque tra la fantascienza antica e quella moderna.
Ciao - non ne ho fatto cenno perché ho scelto di dare un taglio diverso alla "pietra", ma evidentemente la qualità degli effetti speciali è uno dei motivi di pregio e delle qualità più sorprendenti del film. E lo sono altrettanto le idee sulla tecnologia del futuro (sia quelle "indovinate", sia quelle - come l'uso della forza centrifuga per creare la gravità - che non sono state sviluppate nella realtà, ma potrebbero tranquillamente esserlo).
Per rendersi conto della sfida e dello sforzo di immaginazione, basti considerare che il film è stato girato quando ancora non erano state nemmeno scattate foto della superficie terrestre dallo spazio (difatti Kubrick sceglie di rappresentarla con tonalità molto chiare, sbagliando).
E' verissimo che la fantascienza non è stata più la stessa: in 2001 forse non è la prima volta in cui si rappresentano al cinema spazi privi di gravità, ma è senz'altro la prima volta in cui (al netto delle musiche) le scene nello spazio sono accompagnate dal silenzio assoluto, perché nel vuoto dello spazio non si propagano i suoni. Sotto questo aspetto - ed è solo un esempio - 2001 impose una regola che imbarazzò Lucas quando decise di infrangerla.
Per parlare di tutto ciò che è importante a proposito di 2001, occorrerebbe almeno il triplo di quanto ho scritto.
Occorreva scegliere un tema e approfondire quello.
Inoltre è uno dei film su cui è stato già scritto tutto il possibile, non c'è praticamente aspetto che non sia stato già sviscerato. Spero di aver fornito nonostante tutto un contributo minimo.
Per tutto il film mio zio sbuffò, borbottò, mugugnò. Fino alla scena della stanza settecentesca, dove improvvisamante l'oscura trama del film gli fu chiara e se ne uscì con un illuminato "Ades salta fora dal'armar la simia de prima e la copa tuti".
improvvisamante l'oscura trama del film gli fu chiara e se ne uscì con un illuminato "Ades salta fora dal'armar la simia de prima e la copa tuti" (trad. "adesso salta fuori dall'armadio la scimmia dell'inizio e ammazza tutti").
Kubrick ha perso un'occasione
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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.
e idee sulla tecnologia del futuro (sia quelle "indovinate", sia quelle - come l'uso della forza centrifuga per creare la gravità - che non sono state sviluppate nella realtà, ma potrebbero tranquillamente esserlo).
A proposito di quelle indovinate. Un paio d'anni fa io e la mia compagna stavamo cenando "insieme" tramite skype, io in Italia lei a Denver. Avevo la tv accesa a volume spento e stavano trasmettendo proprio 2001. Ad un certo punto alzo gli occhi e vedo la scena in cui il tipo nello spazio parla via videotelefonata con la figlioletta (le conversazioni video erano ovviamente già da un pezzo un luogo comune della fantascienza, l'intuizione di Kubrick sta nell'aria intima e quotidiana della sequenza). Mi ha colpito molto la coincidenza tra le due situazioni e il pensiero come le prime volte che avevo visto il film quella scena per me era ancora completamente avveniristica. E invece eccomi lì nel 2013 tranquillamente a vivere la stessa situazione come niente fosse.
Come il novanta per cento dell'opera di Kubrick non mi piace (più).
perché?
(serio)
Parto dal (più), e premetto che mi dispiace risultare antipatico in un topic celebrativo. Ad ogni modo, quando morì subii una celebrazione di massa che lo indicava come IL REGISTA, opinione con cui non mi fu difficile concordare, data la mia giovane età e l'imponenza (un po' fascista) dei suoi film. Poi si trovano stili più affini a sè stessi, e formai l'idea che il cinema di Kubrick (con la sua perferzione formale, lo stile di lavorazione ossessivo, la freddezza) fosse all'opposto della mia idea di cinema, tanto che sinceramente i contenuti che i suoi film vorrebbero trasmettere non mi arrivano proprio (ma se il ricorderà Kubrick stesso i motivi per cui ha scelto un soggetto dopo aver speso mesi a decidere il colore dei battiscopa?).
Ad oggi, salvo Rapina a mano armata e Orizzonti di Gloria, e gli riconosco un uso particolare e molto efficace dei punti di fuga.
Kubrick incontra Altman e gli fa i complimenti per il taglio di luce particolare di una scena in esterni di McCabe & Mrs Miller chiedendogli quanto ha dovuto attendere per avere quelle particolari condizioni, al che Altman gli risponde "Stanley, mi sono svegliato, sono andato sul set, ho messo le macchine sui cavalletti e ho cominciata a girare".
Come il novanta per cento dell'opera di Kubrick non mi piace (più).
perché?
(serio)
Parto dal (più), e premetto che mi dispiace risultare antipatico in un topic celebrativo. Ad ogni modo, quando morì subii una celebrazione di massa che lo indicava come IL REGISTA, opinione con cui non mi fu difficile concordare, data la mia giovane età e l'imponenza (un po' fascista) dei suoi film. Poi si trovano stili più affini a sè stessi, e formai l'idea che il cinema di Kubrick (con la sua perferzione formale, lo stile di lavorazione ossessivo, la freddezza) fosse all'opposto della mia idea di cinema, tanto che sinceramente i contenuti che i suoi film vorrebbero trasmettere non mi arrivano proprio (ma se il ricorderà Kubrick stesso i motivi per cui ha scelto un soggetto dopo aver speso mesi a decidere il colore dei battiscopa?).
Ad oggi, salvo Rapina a mano armata e Orizzonti di Gloria, e gli riconosco un uso particolare e molto efficace dei punti di fuga.
Però va detto che la regia algida e distaccata di kubrick è perfetta per il film, che è esso stesso una specie di glaciale monolite (o monolito, boh fa lo stesso)
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
Kubrick incontra Altman e gli fa i complimenti per il taglio di luce particolare di una scena in esterni di McCabe & Mrs Miller chiedendogli quanto ha dovuto attendere per avere quelle particolari condizioni, al che Altman gli risponde "Stanley, mi sono svegliato, sono andato sul set, ho messo le macchine sui cavalletti e ho cominciata a girare".
Ahahahah, che meraviglia. Dove hai scovato l'aneddoto?
Va beh, adesso non fatemi passare Altman per uno che girava in modo spontaneo e pragmatico. La sue modalità di messa in scena erano radicali quanto se non più quelle di un Kubrick, tra creazione ogni volta di una sorte di comune tra attori e troupe, invasione e trasformazione degli spazi scelti per le riprese, dibattiti collettivi e continua messa in discussione del metodo di lavoro, anarchia creativa a tutti i livelli.
Comunque l'annedoto mi sa tanto di riciclo di un'analoga battuta di Truffaut a un produttore di Hollywood a proposito della foschia di Jules e Jim.
E su Kubrick se ne potrebbe raccontare uno contrario. Un critico scrisse un intero saggio sui significati simbolici del labirinto di Shining (non presente nel romanzo), ma quando Kubrick fu intervistato sul perché avesse messo quel labirinto rispose che non si ricordava da dove gli fosse venuta l'idea, ma solo che gli era sembrata una buona idea.
Ma, scusate, siamo stati anni a cercare di smitizzare il dogma della spontaneità e della sincerità del rock, e ora invece per Kubrick si scomodano termini come "artificiosità" e "distaccato" per sminuirlo? Poi magari lo fanno gli stessi che massacrano il dogma di Von Trier e il cinema iperrealista... A me comunque non lascia mai un'idea di freddezza, semmai di morbosità, ed è una cosa che mi lascia tutt'altro che tranquillo o distaccato.
Ma, scusate, siamo stati anni a cercare di smitizzare il dogma della spontaneità e della sincerità del rock, e ora invece per Kubrick si scomodano termini come "artificiosità" e "distaccato" per sminuirlo?
A parte il fatto che parliamo di due forme d'arte assai distanti fra loro, non vedo nessuno in questo thread aver usato i due termini che hai riportato...
Ma, scusate, siamo stati anni a cercare di smitizzare il dogma della spontaneità e della sincerità del rock, e ora invece per Kubrick si scomodano termini come "artificiosità" e "distaccato" per sminuirlo?
A parte il fatto che parliamo di due forme d'arte assai distanti fra loro, non vedo nessuno in questo thread aver usato i due termini che hai riportato...
Beh, ad esempio Dick (seppur in sua difesa)
Però va detto che la regia algida e distaccata di kubrick...
Non credo in ogni caso che le due arti, seppur differenti, debbano essere giudicate con parametri diversi, e soprattutto per me la "freddezza" di Kubrick è solo un involucro (peraltro esteticamente seducente), mentre la sostanza palpita di dramma. Un po' come il Bowie di "Low", insomma
Non credo in ogni caso che le due arti, seppur differenti, debbano essere giudicate con parametri diversi
Io credo di sì. Persino le opere all'interno di una stessa arte non vanno per forza giudicate con gli stessi parametri, figuriamoci quindi due forme d'arte diverse.
Ma, scusate, siamo stati anni a cercare di smitizzare il dogma della spontaneità e della sincerità del rock, e ora invece per Kubrick si scomodano termini come "artificiosità" e "distaccato" per sminuirlo? Poi magari lo fanno gli stessi che massacrano il dogma di Von Trier e il cinema iperrealista... A me comunque non lascia mai un'idea di freddezza, semmai di morbosità, ed è una cosa che mi lascia tutt'altro che tranquillo o distaccato.
Si. Per altri aspetti a me fa l'effetto del cinema di Hitchcock in cui l'angoscia spesso arriva alla fine del film. Tranne Barry Lyndon che è una discesa verso l'abisso delle relazioni e dei sentimenti, forse il suo film più bello e al tempo stesso "pesante".
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Stefano
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!
Il nome di Kafka in successione con la parola "freddezza" mi ha fatto ricordare de Il processo di Welles e di quanto io abbia trovato kubrickiano-seconda maniera (ante litteram) quel film.
Erano i tempi di "Station to Station", e non è che "gli davano del fascista", era lui in prima persona a sostenere il bisogno di un governo di estrema destra. Giusto per non raccontare la storia come ci pare insomma.
Erano i tempi di "Station to Station", e non è che "gli davano del fascista", era lui in prima persona a sostenere il bisogno di un governo di estrema destra. Giusto per non raccontare la storia come ci pare insomma.
E anche quella con ogni probabilità era una mossa freddamente artificiosa, che serviva a lanciare il buon Thin White Duke, uno che un po' nazista lo era già di suo. A me i termini "freddezza", "imponente" e "artificioso" sembrano sinceramente calzare proprio a pennello al Bowie di "Low", ed è naturalmente un complimento, visto che anche io ho sempre combattuto l'idea che l'arte debba essere identificata con la spontaneità. (Fine OT, ma il parallelo per me ci sta tutto).
Kubrick incontra Altman e gli fa i complimenti per il taglio di luce particolare di una scena in esterni di McCabe & Mrs Miller chiedendogli quanto ha dovuto attendere per avere quelle particolari condizioni, al che Altman gli risponde "Stanley, mi sono svegliato, sono andato sul set, ho messo le macchine sui cavalletti e ho cominciata a girare".
Ahahahah, che meraviglia. Dove hai scovato l'aneddoto?
L'ho letto su un vecchio Segnocinema una vita fa, lo raccontavo Vilmos Zsigmond.
Su internet ho trovato questa versione, che si discosta un po' da quella che ricordavo (ma non più di tanto):
Va beh, adesso non fatemi passare Altman per uno che girava in modo spontaneo e pragmatico. La sue modalità di messa in scena erano radicali quanto se non più quelle di un Kubrick, tra creazione ogni volta di una sorte di comune tra attori e troupe, invasione e trasformazione degli spazi scelti per le riprese, dibattiti collettivi e continua messa in discussione del metodo di lavoro, anarchia creativa a tutti i livelli.
Mi sembra in ogni caso un metodo di lavoro diametralmente opposto a quello preciso e accentratore di Kubrick.
Per lui già discutere con il direttore della fotografia una scelta era un mezzo miracolo.
Non fraintendetemi però, tengo a precisare che io adoro sia Kubrick che Altman anche se posso capire le critiche di freddezza al primo e di staticità al secondo.
naturalmente un complimento, visto che anche io ho sempre combattuto l'idea che l'arte debba essere identificata con la spontaneità. (Fine OT, ma il parallelo per me ci sta tutto).
identificata magari no, però c'è anche grandissima musica estremamente spontanea, insomma non starei a teorizzare troppo in un senso o nell'altro o a dire che un approccio è giusto e l'altro è sbagliato
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
quello che sicuramente fa più incazzare i detrattori di kubrick è la sfilza di cult che ha messo in fila, molto probabilmente senza neanche la volontà esplicita di farli tali (tipo invece tarantino che si affanna da sempre a fare la "filmografia perfetta"). pure io con il tempo ho revisionato la sua filmografia stemperando le esaltazioni del cinefilo in erba che ritiene kubrick semplicemente dio. però da qui a smontare pezzo per pezzo il mito kubrickiano ce ne passa
2001 non è solo uno dei film di fantascienza più influenti ed affascinanti, ma è anche uno dei più sperimentali ed ambiziosi film della storia del cinema. visto oggi è una fotografia perfetta del proprio periodo, come tutte le grandi opere sanno essere: dalle tematiche (il dibattito filosofico-scientifico sull'intelligenza artificiale che era attualissimo all'epoca ma ben poco mainstream, se così possiamo dire, al contrario di oggi che è super inflazionato) allo stile, alla forma, alla concezione stessa del prodotto cinematografico (2001 era un film hollywoodiano, finanziato e distribuito dalla mgm: so che oggi fa quasi strano dirlo, ma 2001 rappresenta l'ibrido più unico che raro - e possibile a ben vedere solo nel 1968 - tra la grandeur hollywoodiana degli effetti speciali, del titanismo spettacolare, e la sperimentazione tecnica, la destrutturazione delle forme, del cinema d'avanguardia, indipendente, underground, che aveva seminato i propri frutti in una controstoria parallela)
la visione odierna aggiunge quindi un ulteriore livello di viaggio, un livello metacinematografico: è l'odissea dello spettatore contemporaneo in un'epoca cinematografica altra, aliena. ovviamente non fu per nulla semplice portare a compimento un film del genere e riuscire a farselo distribuire, ma la testardaggine di kubrick, la sua intransigenza (tutte caratteristiche che poi verranno in futuro ricordate come negative) hanno permesso a questo film di esistere. quanti registi non sarebbero "nati" senza 2001? c'è la famosa citazione di spielberg per cui 2001 fu un vero e proprio big bang per la sua generazione. senza contare che la sua influenza - soprattutto dal punto di vista "tecnico" - è arrivata ancora fino ai giorni nostri con la medesima forza (per inception nolan ad esempio si è ispirato alla famosa centrifuga fatta costruire da kubrick in studio per ricreare alcuni scenari del film)
più ancora della stanza settecentesca, della danza dei pianeti, o del viaggio psichedelico di bowman verso l'infinito, il momento più straziante ed inquietante per me resta la "morte" di hal 9000. in questa scena ci sono una serie di dettagli incredibili: la claustrofobia dell'ambiente (il "cuore" o meglio la "mente" di hal?), il respiro dell'uomo e il lamento della macchina
Posto che i gusti sono gusti, e che trovo legittime preferenze diverse, ho sempre trovato estremamente ingiusta (e miope) l'accusa di perfezionismo = freddezza.
Dietro quel perfezionismo ci sono sacrificio, maturazione ed evoluzione personali, c'è visione e genialità. C'è il meglio che un autore possa dare, ci sono qualità talmente rare che non si può prenderle così alla leggera, come se ne potesse fare a meno dato il resto dell'offerta. A me la forza della visione di 2001 commuove, il fatto che un essere umano si sia impegnato a quel modo per raggiungerla. Darla per scontata sminuendola come approdo necessario di un certo nazi-autismo è estremamente ingiusto, è perfetto (non solo formalmente, nel suo complesso, non dimentichiamolo) perché un genio ha sputato sangue per levigarla in quel modo.
Ma paga la fama, ovviamente, e la sovraesposizione (che poi sovra non è).
Posto che i gusti sono gusti, e che trovo legittime preferenze diverse, ho sempre trovato estremamente ingiusta (e miope) l'accusa di perfezionismo = freddezza.
Perfezionismo non vuol dire necessariamente freddezza ma Kubrick fa del cinema comunque freddo e distaccato (che non è necessariamente una cosa negativa, è semplicemente una caratteristica del suo modo di girare), forse anche per via del pessimismo che trapela da tutto il suo cinema e una visione dell'umanità estremamente negativa. O forse è solo una pippa mia, alla fine anche Peckinpah non era certo un'inguaribile ottimista ma è difficile vedere i suoi film come freddi per dire.
Forse semplicemente se levighi troppo comunichi inevitabilmente freddezza.
Se voglio vedere film che scaldano il cuore guardo Killer of sheep o un cartone degli Hubley, non certo un film di Kubrick... e io di certo non sono un suo detrattore.
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
Premessa: non sono del partito "ogni film un capolavoro". Alcuni mi piacciono moltissimo, altri (molto) meno. I miei preferiti, senza dubbio, Shining, Barry Lindon e Full Metal Jacket.
2001 film importantissimo per tutti i motivi detti e stradetti, visivamente impressionante, tecnicamente avanti oltre ogni dire per la sua epoca...ma la sua cripticità me lo rende meno filmone di quanto sarebbe potuto essere (per il sottoscritto, naturalmente). Non pretendo la scimmia che salta fuori dall'armadio, per carità, ma questo suo progressivo annullare qualsiasi forma di "comunicazione" con lo spettatore mi ha sempre disturbato (cosa che mi succede, in generale, con qualsiasi film che inizi un po' ad andarsene per i fatti suoi).
Concludo dicendo che il mio film di fantascienza preferito resta Bladerunner, di parecchie spanne.
Non annulla nessuna comunicazione, la tiene solo ad un livello elevato per non sminuirla. Se lo fa è perché tiene al contenuto, tiene al fatto che ti possa arrivare integro, in sostanza tiene a te. Non si può fare di tutta la comunicazione un solo linguaggio, certi concetti richiedono rigore per passare senza intaccarsi.
Ovvio che Blade runner sia più immediatamente caldo, ma è anche perché poggia su fondamenta assai diverse. E lo adoro, per altri motivi, ma la severità di 2001 è un faro.
In questo riesce ad essere persino più rigoroso del libro – che nella prima parte è molto molto più didascalico, e lo scarto in favore del film si sente, mentre guadagna nella seconda parte, che K. ha comprensibilmente preferito omettere.
Che si possa preferire un altro tipo di cinema può starci, ma sulla pellicola in sé personalmente non riesco ad ammettere "ma". Per me è perfetto, e se non si digerisce quel rigore è più una questione di cosa si cerca / si ha bisogno che non di qualità dell'opera.
Kubrick fa del cinema comunque freddo e distaccato
A me non sembra ma vedo che è un'opinione abbastanza diffusa. A me pare il contrario.
Il registro adoperato qui in particolare è perfettamente funzionale. Si parla di un tizio solo nello spazio che interagisce con un computer. La tensione è altissima si taglia col coltello, altro che freddezza.
Anche a me piace Alien per dire, a seconda dei casi lo guardo anche più volentieri di 2001. Ma quello è un fumettone fantasy horror, la messa in scena non può essere mica la stessa.
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Stefano
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!
Ma tensione non è l'opposto di freddezza. Poi magari si potrebbe discutere su cosa si intende per freddezza, ma per dire c'è tensione sia in Shining che in Non aprite quella porta, il primo per me è un film decisamente freddo e il secondo per nulla.
Che poi per qualche ragione questa caratteristica della freddezza di Kubrick io tendo ad associarla oprattutto ai suoi film a colori, meno a quelli in bianco e nero.
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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
Ma tensione non è l'opposto di freddezza. Poi magari si potrebbe discutere su cosa si intende per freddezza, ma per dire c'è tensione sia in Shining che in Non aprite quella porta, il primo per me è un film decisamente freddo e il secondo per nulla.
Cosa si intende? Si va sul tecnico o si resta nel campo della semplice visione per tutti?
Shining e Non aprite quella porta non li vedo da anni e anni, ma insomma sono due film completamente differenti con un tema differente etc.
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Stefano
Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!