Beh io resterei sul caso di una famiglia media, benestante al punto da potersi permettere di mantenerlo negli studi senza eccessivi problemi.
Nel senso delle sue capacità psico-attitudinali?
A tal proposito ho appena scoperto un sito del genere che probabilmente già potrebbe essere la risposta a tutto
Tredici anni è il momento in cui si compie una prima importante scelta nel proprio futuro, scegliere il tipo di educazione superiore che bene o male un po' ti influenzerà nel proseguimento della tua vita lavorativa.
1. Famiglia media mi sa molto di anni 60 (o 80), adesso ce ne sono ben poche. Dici "mantenerlo agli studi senza problemi", ma cosa vuol dire? Se questo ha 13 anni chi dà la sicurezza al padre (facciamo 43enne) di essere stabilmente impiegato allo stesso stipendio per altri dieci anni, magari dovendo mantenere anche fratelli e sorelle? La madre lavora o no? La casa è di proprietà o no? Arriva un'eredità dai nonni o no?
2. Le "capacità psico-attitudinali" non sono il carattere, e perdipiù sono un'altra clamorosa puttanata, quella dell' "ognuno ha le sue inclinazioni, tu sei bravo in X e quell'altro in Y". Quelli bravi a scuola sono bravi in tutte le materie, e viceversa. Io cagavo in testa alla gente in latino e in matematica non perché fossi portato per il latino o la matematica, ma perché mi fregava qualcosa di non fare schifo, allo stesso modo Bruno Conti da Nettuno se non avesse giocato a calcio sarebbe stato il primo italiano nella MLB di baseball, così come gran parte degli atleti da giovani eccellevano in più sport.
Per carattere intendo i suoi gusti, di cosa gliene importa un qualcosa, quanto e come essere ambiziosi è una scelta. C'è gente che lavora 100 ore da Goldman Sachs e gente che potrebbe farlo ma decide invece di fare 40 ore da Google o 120 da Medici senza Frontiere. C'è chi è motivato dai soldi, chi dal potere, chi dal lavorare il meno possibile, c'è chi è disposto a fare 10-15 anni nei comedy club sperando di essere notato da HBO e chi è a 25 anni pensa al fondo pensione, chi non riesce a stare in un ufficio al chiuso. Queste son le vere differenze, all'interno di ognuno di questi gruppi è possibile fare scelte più o meno intelligenti, ma la partenza è capire chi sei altra cosa impossibile dato che a tredici anni non sei ancora formato.
3. Già come dicevo altrove il fatto che si debba fare una scelta a 13 anni è un problema dell'Italia, ma comunque è una scelta che ha zero rilevanza sul lavoro futuro, e di ritorno pensare di scegliere la scuola superiore in base "a quello che voglio fare da grande" è una roba boh, che forse si poteva sentire negli anni Ottanta. Che uno vada a intuito senza preoccuparsi più di tanto (e preoccupandosi invece di quello che farà fuori da scuola, dove vige il libero arbitrio, nei prossimi cinque anni), e lasciar perdere il lavoro dai.