In ogni caso per me è una montagna, capace di produrre musica splendida per quattro decenni, con vette altissime, come testimoniano le tre pietre e un livello generale medio di pochi eguali. Inoltre come sottolineato nella recensione spesso ci si dimentica del suo lavoro di ricerca nella musica popolare.
Il mio avviso è che non ce se ne dimentichi affatto, suvvia non facciamo passare De André come un sottovalutato da qualsivoglia punto di vista, sono quindici anni che lo smerlettano in tutte le maniere possibili, viene davvero dura spacciare come "in ombra" la sua componente popolare.
Elemento in cui ho sempre creduto poco, o almeno diciamo che ci sono due cose che personalmente sottolineerei.
Primo, se c'è qualcuno che viene sottostimato quelli sono i suoi collaboratori. Nei dischi con Bubola la mano di quest'ultimo è pesantissima eppure nessuno si è mai filato Bubola (e non parlo del suo operato da solista, ma anche solo di ciò che ha fatto nei dischi di De André).
"Creuza de ma" viene ancora spacciato come il grande disco di ricerca di Fabrizio sulla musica mediterranea e bla bla: eppure musicalmente quel disco è Pagani al 100%. Le musiche sono sue (solo sue), gli arrangiamenti suoi (solo suoi), De André non suona uno strumento in quel disco, Pagani suona archi, mandolini, flauti, tastiere e un tot di strumenti etnici.
Si chiaro De André non ha fatto niente per occultare tutto ciò, i credits sono ben noti e basterebbe leggerli, ma la gente non lo fa e quindi De André grande musicista, Pagani un session man o poco più. Non che questo intacchi il valore del disco (per me tutt'altro che esaltante a causa della produzione, così come del resto "Anime salve"), ma sarebbe meglio ridistribuire i meriti a chi li detiene.
Secondo, se ai suoi collaboratori diretti ha sempre dato credito, si è invece spesso accreditato melodie popolari che non erano sue, e questo l'ho sempre trovato molto sgradevole. Se sei davvero il grande ricercatore che tiene al ripescaggio della musica popolare e bla bla bla, non fingi di aver scritto una melodia che è cent'anni più vecchia di te.