Gli anni '80 volevano convincerci che il sassofono fosse lo strumento più brutto dell'universo.
Per fortuna le avanguardie continuano a smentire questa falsa credenza.
Topic di consigli / discussioni teorico-storiciste etc. su tutti i tipi di sassofono.
Album solisti ma anche performance di gruppo dove il sax spicca in modo particolare.
Evitiamo i classiconi del genere e muoviamo possibilmente verso le ultime tendenze, oppure su ripescaggi di avanguardisti passati sotto silenzio. Insomma, non Coltrane.
--
[Tempo fa mi pare che più d'uno "lamentasse" la consacrazione indie di personaggi come Mats Gustafsson e Colin Stetson, che ciononostante rimangono due dei talenti più fulgidi della nuova scena avant-jazz.]
Faccio il punto su altre uscite recenti che potrebbero incuriosire:
Keir Neuringer - Ceremonies Out of the Air [avant-jazz, impro]
Brani solisti lunghi e meditativi, grande perizia tecnica giocata sulla continuità del suono più che sulle sparate virtuosistiche, ma sempre con forte sentimento. [Non mi dilungo perché c'è la rece]
Battle Trance - Palace of Wind [avant-jazz, post-minimalism] (2014)
Questo sul versante della composizione contemporanea, interessante aggiunta al repertorio per quartetto di sax sulla quale però si poteva osare un po' di più. [vedi sopra]
Tomas Korber - Musik für ein Feld [Konus Quartett] [lowercase] (2014)
Qui siamo sulla più perversa cazzavanguardia "microsound": silenzio quasi ininterrotto con brevi momenti di soffi e battiti impercettibili. Personalmente mi ha annoiato molto, anche se il silenzio non mi spaventa di certo. Su rym (me l'ha auto-consigliato lui) invece ha riscosso un po' più di successo, per qualche strano motivo - e questo va soltanto a danno di noi ascoltatori pretenziosetti.
Infine segnalo un grandissimo che sto approfondendo solo adesso, John Butcher. Lo avevo sentito l'anno scorso in trio con Lehn e Tilbury, dove comunque dava gran prova di controllo ed espressività, mentre ultimamente ho ascoltato l'ottimo "The Geometry of Sentiment", titolo azzeccato per una serie di brani che, pur esibendo un virtuosismo sbalorditivo, hanno un'organicità interna che li rende perfettamente coerenti e autonomi, come un gruppo di quadri astratti che lasciano trasparire perfettamente il loro senso ultimo. Straconsigliato.