Nelle sue divagazioni electro-pop stratificate e tirate a lucido da una produzione che sa bene come amplificare a dismisura i pregi e nascondere quanto più possibile i difetti, "Visions" offre suggestioni dream-pop in plasticosissima scorza sintetica - "Oblivion", "Colour Of Moonlight (Antiochus)" - e spigoli robotici ("Eight"), suggestioni classicheggianti che fanno capolino oltre le meccaniche paradisiache della techno ("Nightmusic") e confessioni in forma di ballata magnetica/evanescente ("Skin"). In "Genesis", poi, ci si ritrova improvvisamente lungo l'autobahn dei Kraftwerk...
Eppure, gira e rigira, ti ritrovi sempre in un circolo vizioso, circondato da lustrini che abbagliano oltremisura nel tentativo di distoglierti dalla pochezza delle idee messe in campo.
Insomma, il solito disco furbo destinato a un pubblico poco esigente.
Partiamo dicendo che il disco a me è piaciuto. La voce della Boucher mi intriga molto e le soluzioni elettroniche di alcuni pezzi sono per me davvero azzeccate. Insomma, un disco che riesce a coinvolgermi abbastanza, niente di miracoloso, ma non condivido la critica della recensione (pochezza delle idee e disco furbo per pubblico poco esigente). Questo non è neanche il mio genere ma il lavoro mi ha preso.
Voi, l'avete snobbato tutti? Possibile che non è piaciuto a nessuno??
Pezzi migliori: Oblivion, Be a Body, Night Music, Genesis.