Stephen King
#1
Inviato 31 ottobre 2006 - 19:32
#2
Inviato 31 ottobre 2006 - 20:32
...premessa, non sarò oggettivo: a me Stephen King piace (il suo modo di scrivere, capiamoci!)
detto questo, chiaro, evidente, che parecchia roba della sua sterminata produzione non valga più della famosa lettura sotto l'ombrellone ad agosto...
...però ci sono certi suoi romanzi che apprezzo enormemente. fra i quali, sarò scontato, It e L'ombra dello scorpione. per me due capolavori. Inolte molti altri sono degni di nota e meritevoli, fra i quali posso citare Misery, Stagioni Diverse, Shining...ed altri ancora. io direi che un posticino nella letteratura come ottimo, anche se altalenante, scrittore di horror a cavallo del millennio se lo è meritato...
...la mia opionione l'ho detta, ora passo la parola a chi ne sa più di me...
#3
Inviato 31 ottobre 2006 - 22:22
#4
Inviato 31 ottobre 2006 - 23:24
Grazie, ho già dato. Preferisco tenermente distante.
non sono asociale...sono socialmente selettivo
#5 Guest_Stipe_*
Inviato 01 novembre 2006 - 09:58
io sto leggendo "La bambina he amava Tom Gordon" e mi sta piacendo molto, ho letto anche la novella "Il corpo" perchè vidi il film. Che altro mi consigliate della sua vasta produzione??
Mah guarda io ti consiglio innanzitutto "IT" e "L'ombra dello scorpione".
Poi andando avanti "Cose preziose", "Le notti di Salem", "I vendicatori", "Desperation", "Il miglio verde", "Mucchio d'ossa".
Ecco te ne ho consigliati 8, non sottovaluterei nemmeno le sue raccolte di racconti.
Personalmente tralascerei "Shining" una vera schifezza, che poi se rapportato con il capolavoro di Kubrick diventa addirittura imbarazzante.
#6
Inviato 01 novembre 2006 - 10:26
Ancora 2 domande:
1)Come considerate "La bambina che...."??
2)L'Ombra dello scorpione è più bello in versione estesa o ridotta??
#7 Guest_Stipe_*
Inviato 01 novembre 2006 - 10:30
Sull'Ombra dello Scorpione meglio chiaramente la versione estesa del 1990.
#8
Inviato 01 novembre 2006 - 12:41
#9
Inviato 01 novembre 2006 - 12:59
Mi dispiace, ma a me qualsiasi libro di King che ho letto mi ha deluso. L'uomo sa scrivere, questo è certo, ma ha una logorrea da far schifo, tanto che la smena pagine e pagine quando potrebbe cavarsela con qualche paragrafo. E poi, dopo tutto questo lunghissimo sbrodolamento, la storia - solitamente abbastanza banale - si risolve in modo ancora più sterile.
Grazie, ho già dato. Preferisco tenermente distante.
sono d'accordo, non ho letto tantissimo di King, ma in effetti quello che scrive jazzer è verissimo
#10
Inviato 01 novembre 2006 - 15:08
Naturalmente può piacere o meno, ma lamentarsi di quelle che sono caratteristiche intrinseche del suo stile è come andare a leggere Burroghs e poi lamentarsi che non c'è trama...
Ed infatti, mica mi lamento. Riconosco che essere logorroico è il suo stile e dato che non lo sopporto me ne tengo alla larga. O me lo devo far piacere per forza?
non sono asociale...sono socialmente selettivo
#11 Guest_BlueValentine_*
Inviato 01 novembre 2006 - 23:43
#12
Inviato 02 novembre 2006 - 12:48
comunque a me king davvero non piace, lo trovo di una noia mortale con tutte quelle storie ambientate nel deprimente maine. puah.
se proprio devo cazzeggiare mi piglio un romanzo di forsyth.
sergente welsh: solo in mezzo alla gente
mi sono innamorato di un'attrice hard
Non morite come me
#13
Inviato 02 novembre 2006 - 15:23
poi chiaro che se non vi piace lo stile non lo apprezzerete mai a pieno, visto che quelli che sono considerati i suoi capolavori (It e L'ombra dello scorpione) passano le 1000 pagine!
#14
Inviato 06 marzo 2011 - 16:52
#15
Inviato 06 marzo 2011 - 17:08
il faut se radicaliser.
#16 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 04 novembre 2012 - 14:52
Tenere incollato il lettore pagina dopo pagina nello stesso modo in cui King tiene incollata la sua protagonista alla spalliera del letto: questa è la grande sfida. La storia infatti è tutta qua: la protagonista viene ammanettata al letto dal marito amante dei giochi erotici, lei però è restia, non vuole e finisce per tirargli un calcione al petto per allontanarlo, questo cade dal letto e muore d'infarto. La donna rimane sola nella campagna del Maine, legata ad un letto, con unici compagni un cane randagio che entra in casa attirato dall'odore di morte del marito (che diventerà il suo pasto), e un'ombra inquietante che fa capolino di notte.
Cosa succede per 200 e passa pagine? Narrativamente non succede molto, in altri casi si sarebbe potuto parlare dell'accaduto in un capitolo o due (lei legata, lei che cerca di slegarsi, lei che ci riesce, ecc.). King invece dilata la narrazione "esterna", il tempo "esteriore" (il tempo della fisica), facendo si che un paio di ore durino quanto dei giorni nella percezione del lettore, e si butta a capo chino nel gorgo mentale della protagonista. Devo ammettere che il monologo interiore della donna mi ha ricordato il monologo più famoso della letteratura, ovvero quello di Molly Bloom dell'Ulisse, e non mi stupirei se King avesse guardato proprio a quell'altra "sfida" per ispirarsi per la sua, in un tentativo di contaminazione di letteratura "colta" e di massa, che è una caratteristica dei romanzi più riusciti di King. Un monologo che è però a più voci nella testa della donna, e attraverso il quale scopriamo chi è, cosa ha vissuto in passato, cosa vive ora, in uno scavo psicologico ottimamente reso e che è il vero elemento thrilling dell'opera.
Non mancano ovviamente i momenti di puro orrore (grandguignolesco quando entra in scena il cane, tremendamente inquietante quando fa capolino l'ombra nella notte) e King è un maestro nello spaventare il lettore. Molti dicono che i finali siano il suo punto debole e sono d'accordo, qui però il finale è l'unico possibile ed è anche bene orchestrato, non ci sono derive soprannaturali e quindi gli è anche più facile spiegare logicamente come sono andate le cose (secondo me i suoi finali più deboli sono quelli che vogliono razionalizzare testardamente l'irrazionale, che non hanno il coraggio di lasciare in sospeso).
Un romanzo sperimentale confezionato però come un best-seller. Non è la prima volta nella sterminata produzione di King (penso al famosissimo Misery), ma il gioco vale la candela. Poi ovvio, se si odia il genere o l'autore, passare oltre.
Ora ho iniziato The Dome (2009). Trattasi di un mattonazzo prodigioso (un altro libro da 1000 pagine!) che Spielberg vuole trasformare in serie tv. Voglio scoprire perché. Alla prossima.
#17
Inviato 05 novembre 2012 - 21:53
Il materiale per ricavarci una serie tv ci sarebbe pure, ma non credo che mi interesserebbe vederla, a meno che non duri una stagione (Follia!!!!); per farla durare di più dovrebbero annacquarla (e gli spunti per farlo ci sono).
A proposito di King in generale, un paio di anni fa lessi "Notte buia, niente stelle" una raccolta di racconti uscita in quel periodo. La traduzione era stata affidata a uno dei Wu Ming e non allo storico Tullio Dobner, ma nonostante questo mi ha fatto piacere constatare che lo stile di scrittura non era cambiato. In realtà non so se questo è dovuto al fatto che anche tradotto King abbia una scrittura originale (nel senso di "sua") o se Wu ming si è sforzato a scrivere come Dobner... spero la prima.
PS: Questo mese dovrebbe uscire La leggenda del vento, orribile traduzione di The wind through the keyhole, il romanzo che si colloca tra il quarto e il quinto capitolo della torre nera. Dovrei rileggermi i libri della serie perché mi ricordo poco, soprattutto degli ultimi
#18
Inviato 05 novembre 2012 - 23:59
Dekalog 5
#19
Inviato 06 novembre 2012 - 11:27
#20
Inviato 06 novembre 2012 - 12:08
Per battaglia di tull intendi l'episodio che avviene all'inizio del primo libro? Chiedo perché nei fumetti avevano messo delle cose non raccontate nei romanzi. Purtroppo i fumetti mi avevano abbastanza deluso. Avevo letto le prime serie (le ho seguite per più di un anno credo, forse due), quelle sulla giovinezza di Roland e il suo ritorno a casa, però non mi avevano convinto e le ho abbandonate. Sono andati avanti molto?
beh credo siano a una 30ina di numeri adesso. A me ne manca qualcun però.
In ogni caso io dei romanzi ho letto i primi due libri e boh, per quanto mi siano piaiciucchiati ho trovato i fumetti 1000 volte meglio.
Dekalog 5
#21
Inviato 06 novembre 2012 - 20:41
I primi due libri sono i migliori, per cui anche se leggerai i successivi credo che continueranno a piacerti di più i fumetti.
Comunque avevo posto malissimo la domanda, intendevo chiedere: dopo la storia del ritorno che altre vicende sono state raccontate nei fumetti? Tutta la storia di roland dal periodo della giovinezza all'inizio della ricerca dell'uomo in nero?
#22
Inviato 06 novembre 2012 - 20:50
Dekalog 5
#23
Inviato 06 novembre 2012 - 20:56
Io intendevo: nel corso della trentina di numeri che hanno pubblicato finora, che vicende sono state trattate?
#24
Inviato 06 novembre 2012 - 21:17
1.La lunga via del ritorno
2. Tradimento
3.La Caduta di Gilead
4.La Battaglia di Jericho Hill
5.L'ultimo Cavaliere: Il Viaggio Comincia
6.L'ultimo Cavaliere: Le Piccole Sorelle di Eluria
7. L'ultimo Cavaliere: La Battaglia di Tull
Poi c'è Il Mago, numero speciale sul personaggi di Marten.
Dekalog 5
#25
Inviato 06 novembre 2012 - 21:37
#26 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 27 gennaio 2013 - 13:17
ho finito la lettura di the dome (under the dome, 2009)
incredibile "zampata" di king che dopo una quarantina di romanzi e ormai superati i 60 anni ha ancora voglia di mettersi in gioco, di sfidare se stesso e le proprie capacità di narratore con un romanzo corale di 1000 pagine che è un po' l'ennesima summa del suo stile.
il mix che regge il libro è kingiano al 100% e ben esplicativo del suo repertorio migliore: 1) incredibile capacità affabulatoria in grado di tenere incollato il lettore alla pagina (riuscire a tessere una trama così articolata con non so quanti personaggi in gioco che vanno e vengono, muoiono, nascono, si disperano, lottano, sparano, urlano, è da narratore di razza, narratore nato); 2) elemento fantastico che non è altro che l'ennesima metafora che vuole mettere in luce il legno storto della natura umana qua mostrata in tutte le sue componenti (ma il romanzo è soprattutto un j'accuse contro l'arroganza, la violenza, l'ottusità, l'avidità e la crudeltà umana, nonché un esemplare trattato sulla intrinseca e costitutiva caducità e debolezza umana, noi uomini che ci crediamo tanto grandi ma siamo solo formiche nell'universo, la metafora è chiara); 3) lucida e spietata radiografia dell'animo più profondo ed oscuro della società americana, quella del "fascismo quotidiano" e del fanatismo religioso (sotto la cupola sembrano riflettersi tutte le storture del sistema democratico americano post-11 settembre, dal patriot act a guantanamo, e king non ha paura di indicare chi sono i reali colpevoli)
a fine lettura non mi sento esagerato nell'affermare che under the dome starebbe benissimo in una lista dei migliori romanzi di stephen king, un romanzo che l'autore inseguiva dal 1976 ma che solo nel 2007 ha avuto le idee chiare per incominciare. ora speriamo che la miniserie televisiva pronta al lancio per quest'estate sia all'altezza della sua controparte di carta
#27 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 05 settembre 2013 - 15:34
il sequel di shining esce in america il 24 settembre :°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
danny torrance è ora adulto e come il suo caro paparino ha problemi con la bottiglia. frequenta gli alcolisti anonimi e mediante i suoi poteri extrasensoriali aiuta i malati terminali nel momento del trapasso. la sua vita cambia quando salva una bambina dai true knot, una banda di voraci ed inumani nomadi che percorre le autostrade d'america in cerca del loro nutrimento: il "vapore" esalato dai bambini dotati di "shining" quando vengono torturati a morte.
non importa cosa si aspetta ciascuno di noi: importa solo che è il sequel di shining, di certo non il suo miglior romanzo ma senza ombra di dubbio il più iconico (grazie anche al film). dici king, dici shining.
#28
Inviato 05 settembre 2013 - 17:33
E si tratta di elementi che ne rendono la scrittura unica e inimitabile, che piaccia o meno la sua abilità.
King è un grande scrittore di ... bambini: l'infanzia è spesso presente nelle sue storie e non di rado ne interpreta il personaggio principale; ingenuità, purezza, speranza, incorruttibilità, ma anche fratellanza, esigenza di fare gruppo, quel "uno per tutti- tutti per uno" che permea vicende articolate come quelle descritte su "IT" come pure quelle episodiche di "Stagioni diverse". Il male, reso sotto forma orrorifica che prova a incunearsi nei sogni liberi di Danny, il dominatore incontrastato di "Shining", per lunghi tratti un soliloquio tra il piccolo figlio di Jack e il proprio alter ego. Il male che riesce a impossessarsi di un ex bambino, l'adolescente di Christine, corrotto proprio nel momento dell'abbandono della fase infantile dalle armi del consumismo (la macchina). Ma rasentano lo stato mentale di un infante, pur con differenti condotte di vita, anche il personaggio malato di Misery e il guaritore innocente e per questo condannato del Miglio Verde. Ed è solo apparente la variazione malvagia de "I Figli del Grano", dove solo i bambini o gli adolescenti possono vivere e comandare (e uccidere chi voglia intromettersi), per poi essere sacrificati al compimento del 19esimo anno di età, quasi non voler minare la purezza del giovanissimo. O, ancora, la protagonista dell'Incendiaria, bambina mutante che carbonizza le delinquenziali trame governative. Senza dimenticare l'angosciante descrizione della prima adolescenza di Carrie, la sua furia incontrollabile, dopo essersi resa conto di che schifo possa essere il mondo degli adulti.
E poi c'è la componente autobiografica, quella dello scrittore, sempre insicuro delle proprie possibilità, completamente bloccato nell'ispirazione al punto da divenire folle (sempre "Shining"), ma anche bloccato dalle leggi del mercato e dai desideri del lettore, suo vero padrone ("Misery"). Uno scrittore è anche il protagonista di "La metà oscura", messo in difficoltà dal suo gemello mai nato ma rimasto dentro di lui. Narratore in crisi profonda è anche il protagonista di "Mucchio d'ossa". Professore di letteratura e aspirante romanziere è Jack Epping nel recente e decisamente riuscito "22/11/63". Jack che è stato appena mollato dalla giovane moglie alcolizzata, ma per anni l'alcolizzato, e drogato, fu proprio King e tutte le paranoie, e la claustrofobia, di quel periodo si possono rintracciare all'interno dei lavori fino alla metà degli anni 80 (Torrance è pazzo perché posseduto o solo perché dipendente, da insicurezze e sostanze, e quindi violento?). King andò talmente allo sbando da confessare addirittura di non ricordarsi di aver scritto alcuni romanzi (Cujo).
E poi c'è il sogno americano perennemente tradito, l'illusione delle istituzioni dimostratesi a più riprese fallimentari, come il matrimonio, la religione che sfocia nel fanatismo, l'illegalità sconfitta ma sempre pronta a rinascere sotto differenti spoglie, il rimorso sempre e ovunque.
E poi...
... sei solo chiacchiere e Baraghini
#29 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 05 settembre 2013 - 20:49
King è un grande scrittore di ... bambini: l'infanzia è spesso presente nelle sue storie e non di rado ne interpreta il personaggio principale; ingenuità, purezza, speranza, incorruttibilità, ma anche fratellanza, esigenza di fare gruppo, quel "uno per tutti- tutti per uno" che permea vicende articolate come quelle descritte su "IT" come pure quelle episodiche di "Stagioni diverse"
io lo ho sempre percepito - anche per la "grandeur hollywoodiana" dei suoi best-sellers - come la controparte cartacea (e più perfida) di steven spielberg. il paradosso è che nonostante le numerose trasposizioni, spielberg non abbia mai lavorato ad un suo romanzo: l'unico incontro "indiretto" è stato per la serie tv ispirata ad under the dome, di cui entrambi sono produttori.
#30
Inviato 05 settembre 2013 - 21:58
...
io lo ho sempre percepito - anche per la "grandeur hollywoodiana" dei suoi best-sellers - come la controparte cartacea (e più perfida) di steven spielberg....
E non hai torto. La differenza sta nella visione apocalittica di King rispetto a quella sognante di Spielberg.
... sei solo chiacchiere e Baraghini
#31 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 21 novembre 2013 - 10:22
senza volere ma proprio a cinquant'anni dall'assassinio di jfk ho letto uno dei più acclamati tra gli ultimi libri di stephen king. in teoria potrei tranquillamente rifare il discorso che ho fatto per under the dome, ovvero che a chi pensa che king il più l'abbia dato e ormai sia un po' bollito consiglio invece di leggersi questi due libri per ricredersi. tuttavia 11/22/63 e under the dome sono due romanzi profondamente diversi: under the dome è kinghiano al 100%, lo consiglierei a qualsiasi fan che rimembra con nostaglia i suoi classici; 11/22/63 è invece alquanto anomalo come romanzo di king, ed è il tipico libro che invece consiglierei a chi non ama l'horror ma vuole comunque leggere un libro di king
non che il tratto di stephen king sia assente, anzi. per i fan c'è una intera parte ambientata nella derry di it del '58, ed è la parte più oscura e kinghiana nel senso classico del termine. ma il grosso del romanzo va decisamente in un'altra direzione. più che il confrontarsi con la storia e con i paradossi dei viaggi nel tempo, a king a questo giro è interessato soprattutto raccontare una bella storia d'amore. sotto certi aspetti è quasi un melodramma di ampio respiro, la storia di un'amore oltre la fisica, oltre lo spazio ed il tempo
venendo il lettore catapultato nell'america tra il '58 e il '63 è ovviamente anche un romanzo su quell'america, e king da vecchio progressista riflette senza dubbio su cosa abbia rappresentato per la sua generazione l'omicidio kennedy. ma ho come l'impressione che se questo libro lo avesse scritto ad inizio carriera, come nella postfazione ci fa sapere avendo quest'idea in testa dal 1972, sarebbe stato molto ma molto più politico e più "doloroso". molto probabilmente perché "necessario" in quel periodo. ma il protagonista di oggi viene da un'america in cui il presidente non è solo giovane e progressista, ma anche di colore. in un certo senso il mondo non è andato così male nonostante la nuova frontiera kennedyana sia stata bloccata da tre spari alla fine del primo mandato. in un certo senso king sembra suggerire proprio questo. il passato si "armonizza", dice più volte il protagonista. perché andarlo a turbare, sembra dire invece king?
#32 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 07 gennaio 2014 - 17:43
lo ha descritto come una specie di hard-boiled o comunque di detective story, con protagonista appunto un ex detective della omicidi sulle tracce di un serial-killer
stephen king alle prese con il tipo di storia che adoro. come dire, uscirà qualcosa di miracoloso (almeno lo spero, ci credo)
#33
Inviato 09 gennaio 2014 - 17:18
Riguardo alla prolissità, dipende. Forse in alcuni romanzi è un problema (ad esempio, The Tommyknockers, in italiano credo sia Le creature del buio, che non è male ma soffre tantissimo di un eccesso di verbosità). Io ho sempre provato a leggerli in inglese, oltre che ad aiutare a capire meglio la lingua, si apprezza un po' di più lo stile di King, e forse la prolissità la si sente un po' meno.
#34
Inviato 09 gennaio 2014 - 17:42
Riguardo alla prolissità, dipende. Forse in alcuni romanzi è un problema (ad esempio, The Tommyknockers, in italiano credo sia Le creature del buio, che non è male ma soffre tantissimo di un eccesso di verbosità).
The Tommyknockers non ha una parola di troppo, secondo me, anzi è uno di quei romanzi che una volta finiti ci rimani male perché vorresti leggerne ancora. Il King prolisso arriverà solo da lì a qualche anno: La metà oscura, Cose preziose, L'acchiappasogni, Insomnia, eccetera...
#35
Inviato 09 gennaio 2014 - 18:14
#36
Inviato 10 gennaio 2014 - 14:06
#37
Inviato 10 gennaio 2014 - 14:15
Cose preziose
Questo non è il King prolisso, ma quello pulp/trash. Godibilissimo.
Talmente brutto che e' da considerare 90
In pratica vogliono il magical negro senza i poteri magici, sai che palle.
I voti sono sull'attività svolta e sulle iniziative dichiarate o parzialmente avviate
#38
Inviato 18 gennaio 2014 - 17:58
Io nella classifica del Re lo metto subito dopo IT, tra l'altro rimane di gran lunga il libro suo libro più genuinamente terrorizzante.
#39 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 18 gennaio 2014 - 19:11
Nessuno qui ha letto Pet Sematary?
io ho visto il film. film dimenticato e sottovalutato. inquieta già il film posso immaginarmi il libro. un giorno lo recupererò
#40
Inviato 19 gennaio 2014 - 02:02
Nessuno qui ha letto Pet Sematary?
io ho visto il film. film dimenticato e sottovalutato. inquieta già il film posso immaginarmi il libro. un giorno lo recupererò
Il film è la versione edulcorata e molto grossolana del libro, a mio avviso uno dei peggiori adattamenti kinghiani di sempre.
Il libro invece merita assolutamente, da metà in poi sopratutto diventa veramente terrificante e senza speranza, probabilmente il parto più malato mai prodotto da King in tutta la sua carriera.
#41
Inviato 19 gennaio 2014 - 09:01
Talmente brutto che e' da considerare 90
In pratica vogliono il magical negro senza i poteri magici, sai che palle.
I voti sono sull'attività svolta e sulle iniziative dichiarate o parzialmente avviate
#42
Inviato 19 gennaio 2014 - 12:24
Nessuno qui ha letto Pet Sematary?
Io nella classifica del Re lo metto subito dopo IT, tra l'altro rimane di gran lunga il libro suo libro più genuinamente terrorizzante.
Concordo pienamente. Uno dei suoi romanzi più scuri, pervaso dal senso di morte, percorso da una corrente gelida.
#43
Inviato 19 gennaio 2014 - 12:25
Per me King ha certamente il gusto del pulp, talvolta fine a se stesso, è logorroico, certo. Ma lo fa no per ragioni meramente di cassetta (anche se non è un particolare da trascurare); lo fa perché qual tipo di scrittura la sente, ce l'ha dentro, è il suo miglior mezzo espressivo, quindi riesce a dare davvero il meglio letterariamente parlando.
Tra l'altro quelle sono tutte categorie che si applicano alla perfezione anche la suo vero maestro HPL. HPL vanta ancora oggi schiere innumerevoli di fan, tra i quali mi annovero con orgoglio, tra l'altro in numero sempre crescente. Quando mi sono appassionato a HPL lo conoscevano in pochissimi in Italia solo grazie alle allora recenti traduzioni per Urania di Fruttero & Lucentini e all'oscuro lavoro di Sebastiano Fusco e Gianfranco Turris (che lo facevano per ragioni quasi più ideologiche che letterarie). Sarà probabilmente lo stesso con King, che spesso ha il problema di traduzioni da cani (ho letto delle edizioni orripilanti, che avrei sicuramente tradotto meglio io) con errori marchiani.
Tra i suoi lavori, dal punto di vista letterario c'è sicuramente roba valida, che poi è già stata citata: L'Ombra dello scorpione, The Shining, Misery, ma io ci metterei anche Le Notti di Salem, che ha un lavoro di introspezione psicologica del protagonista davvero notevole e il suo primo "Carrie" che ti prende l'anima, la scambia con quella di Carrie, fino a farti provare la disperazione dentro questa poveretta.
#44
Inviato 19 gennaio 2014 - 12:33
Nessuno qui ha letto Pet Sematary?
Io nella classifica del Re lo metto subito dopo IT, tra l'altro rimane di gran lunga il libro suo libro più genuinamente terrorizzante.
Concordo pienamente. Uno dei suoi romanzi più scuri, pervaso dal senso di morte, percorso da una corrente gelida.
Io l'ho letto, mi piacque ma non lo metterei tra i suoi capolavori. Gusto personale, ovviamente.
#45 Guest_cinemaniaco_*
Inviato 02 febbraio 2014 - 18:02
essendo ormai arrivato ad un punto della sua carriera (e della sua vita) in cui può permettersi di scrivere quello che vuole, sembra che questi ultimi anni king li abbia soprattutto dedicati alla realizzazione di quelle storie che gli ronzavano per la testa da parecchio tempo ma che per un motivo o per l'altro non era mai riuscito a trasformare in romanzi. così è stato per under the dome e 11/22/63, e così è per doctor sleep il tanto agognato seguito di the shining. come ricorda nella sua consueta nota finale, king è sempre rimasto molto legato alla storia della famiglia torrance (la "vera" storia come dice lui, capito stanley...? ). che fine avrà fatto il piccolo danny dopo essere scappato dall'overlook hotel? come avrà convissuto con la sua "luccicanza" e con il ricordo del tenero paparino?
a queste domande intende rispondere doctor sleep. parto subito dicendo che per me c'è riuscito solo nella prima parte. quindi in realtà non c'è riuscito o c'è riuscito in parte. non posso nascondere di essere rimasto un po' deluso da questo romanzo. non è tanto per il paragone con shining (l'ho letto un bel po' di anni fa, non me lo ricordo neppure bene), è proprio come romanzo in sè. in ogni caso come dicevo, per me ha un ottimo inizio dove king assolve "materialmente" alla sua e alla nostra voglia di sapere cosa sia successo a danny torrance. si inizia appena dopo i fatti del 1977 e in un viaggio intelligentemente ricco di ellissi narrative (si passa di decennio in decennio, e ogni epoca viene simbolicamente rappresentata dal presidente di turno, il "presidente produttore di noccioline", "il presidente attore", ecc) si arriva al 2013, l'anno in cui poi si svolgerà il grosso della storia
il racconto è appassionante: seguiamo danny crescere e diventare un alcolizzato come il padre, vagare senza meta di stato in stato fino al momento in cui toccherà il "fondo" (come detto nel gergo degli alcolisti anonimi) con pagine all'insegna di un forte squallore esistenziale, persino un po' insolite per king. in parallelo iniziamo a conoscere gli altri protagonisti centrali del libro: la piccola abra che nasce nel 2001 quando danny entra negli alcolisti anonimi, bambina che si rivela sin da subito dotata di una immensa luccicanza (appena nata prevede l'attentato alle torri gemelle); e il misterioso "vero nodo", sorta di versione paranormale della famiglia manson, un gruppo di strambe creature che hanno l'aspetto di persone di mezza età che viaggiono con camper sulle autostrade d'america e che si nutrono dei ragazzini dotati di luccicanza
tutto questo in che modo si collega alle vicende di the shining? a dir la verità secondo me l'appiglio è debole e non voglio svelare nulla, ma c'è comunque ben poco da svelare, giusto un rimando di citazioni e sensazioni. a dirla tutta per me king poteva tranquillamente fare di questo doctor sleep un libro isolato, perché nei fatti questo è, una storia originale a sè. neanche troppo originale. la luccicanza è una sorta di potere-summa del paranormale: include la telecinesi, la preveggenza, la lettura della mente, ecc. è alla fine la storia di uno scontro tra i dotati di luccicanza da una parte (danny e abra) e i mostri del vero nodo che hanno poteri analoghi dall'altra, una roba tipo scanners senza però teste che scoppiano. il personaggio di abra è un po' la sorellina minore sia di carrie che dell'incendiaria, nulla di nuovo anche qui per king. sicuramente invece riuscita l'idea di questi strambi mostri che all'apparenza assomigliano a quei tipici turisti americani middle-class che solcano il paese con i loro winnebago, e invece sono creature della notte da tipico incubo kinghiano (con una donna bellissima a capo di tutti che non può non rimandare alla strega delle fiabe)
mi è piaciuta molto anche l'idea del "dottor sonno", danny che con la sua luccicanza assiste le persone nel momento della morte e li aiuta a rendere più "sereno" il trapasso. morte e malattia sono da sempre i nostri più grandi incubi e king lo sa bene avendo sempre scritto forti e toccanti pagine sul dolore umano. ma anche questo è un altro aspetto che alla fine resta confinato sullo sfondo. così come la piaga esistenziale dell'alcolismo e della tossicodipendenza, che comunque king ha affrontato spesso in passato (lo stesso shining)
insomma rispetto agli altri due "romanzi nel cassetto" questo doctor sleep mi ha convinto meno. per carità si fa leggere benissimo, con soprattutto nella prima parte ottime pagine all'attivo. ma al di là del fatto che si porta dietro l'ingombrante fardello di "seguito di shining", è un king non troppo ispirato
#46
Inviato 23 giugno 2014 - 12:43
Capisco che uno che fa milioni di dollari scrivendo qualsiasi cosa si senta in obbligo di scriverla davvero qualsiasi cosa, capisco che sapendo che c'è chi lo compra perché si fa passare proprio tutto e c'è chi lo compra perché alcune sue cose gli sono piaciute e quindi crede che potrebbero uscirne altre buone dalla sua penna (io) e quindi si sente in diritto di rifilargli qualsiasi schifezza, ma con "Doctor Sleep" si rasenta la tristezza assoluta, mi fa pensare che King è il VAsco della letteratura, ovvero è caduto in un buco e invece di decidere di smettere di scrivere senza alcuna idea, continua a pubblicare romanzi tanto ha una moltitudine di fans schierati che lo renderanno ancora più ricco.
Tannen, io ti maledico.
#47
Inviato 08 settembre 2014 - 19:41
questa volta dovremmo essere dalle parti del "gotico americano"
From master storyteller Stephen King comes a spectacularly dark and riveting novel about addiction, religion, fanaticism, and what might exist on the other side of life.
In a small New England town more than half a century ago, a boy is playing with his new toy soldiers in the dirt in front of his house when a shadow falls over him. He looks up to see a striking man, the new minister, Jamie learns later, who with his beautiful wife will transform the church and the town. The men and boys are a bit in love with Mrs. Jacobs; the women and girls, with the Reverend Jacobs — including Jamie's sisters and mother. Then tragedy strikes, and this charismatic preacher curses God and is banished from the shocked town.
Jamie has demons of his own. Wed to his guitar from age 13, he plays in bands across the country, running from his own family tragedies, losing one job after another when his addictions get the better of him. Decades later, sober and living a decent life, he and Reverend Charles Jacobs meet again in a pact beyond even the Devil's devising, and the many terrifying meanings of Revival are revealed.
King imbues this spectacularly rich and dark novel with everything he knows about music, addiction, and religious fanaticism and every nightmare we ever had about death. This is a masterpiece from King in the great American tradition of Frank Norris, Nathaniel Hawthorne, and Edgar Allan Poe.
#48
Inviato 18 settembre 2014 - 16:28
#49
Inviato 06 ottobre 2014 - 17:27
dopo la saga della torre nera, molto probabilmente l’ombra dello scorpione è il libro più famoso e più amato di stephen king, quello che ti senti nominare anche da chi magari non ha letto nient’altro del re. il perché non è troppo difficile da individuare: the stand (non ho mai capito il titolo della versione italiana) racconta dell’eterna lotta tra bene e male, e lo fa con la trasparenza che conferisce universalità solo ai più grandi classici della letteratura, dai miti alle favole, ai racconti fantastici dei nostri giorni. partorito sotto la buona stella di uno dei suoi grandi maestri, tolkien, the stand nelle intenzioni di king doveva essere un po’ il suo signore degli anelli ambientato in terra americana e ai giorni nostri. non la terra di mezzo dunque, ma gli stati uniti immersi in uno scenario post-apocallitico in cui al posto di uno hobbit come protagonista c’è un texano, mentre il suo sauron è un emissario del signore delle tenebre nelle vesti di un cowboy che ha il suo quartier generale non a mordor ma a las vegas. non c’è un mago dalla barba grigia ad unire la compagnia che si spingerà verso le terre del nemico, ma bensì una vecchia negra di 100 anni che è la voce di dio in terra. a completare il tutto infatti echi di una guerra più grande combattuta tra dio e satana utilizzando pedine umane. è una storia intrisa di un cristianesimo oscuro, con un dio dalle mani insanguinate che esce direttamente dall’antico testamento e non si pone problemi a sacrificare vite umane per i suoi scopi superiori ed ineffabili
in una parola: capolavoro. anzi in due: capolavoro epico. ecco perché in tanti anni (la prima edizione è del 1978) molti lettori sono rimasti folgorati dalla storia e dai personaggi di quest’opera, da stu redman a larry underwood, a frannie goldsmith, ma soprattutto randall flagg, l’antagonista per eccellenza del suo universo letterario. in tutti questi anni il libro ha avuto una riedizione estesa nel 1990 che porta la lunghezza del libro alle 1000 pagine (e che è anche l’unica edizione attualmente in commercio), una miniserie televisiva nel 1994 diretta dal fedele mick garris (e che alcuni dicono non sia neanche da buttare, io francamente non ho mai avuto il coraggio di ripescarla soprattutto dopo aver cercato di vedere lo shining di garris…) e un adattamento a fumetti pubblicato dalla marvel comics dal 2008 al 2012 (un po’ come fatto per la serie della torre nera). ed è proprio di quest’ultimo che volevo parlare
ho da fare però un’altra piccola premessa. in italia questa serie a fumetti è stata pubblicata dalla bompiani, che detiene i diritti de l’ombra dello scorpione così come dei primi tre romanzi di king (più l’antologia a volte ritornano). ammetto che mi pareva strano che pure qui nella periferia estrema dell’impero si riuscisse a fare qualcosa di decente, non dico di normale, per una volta (che per noi poi normale equivale a straordinario, cercate l’edizione definitiva americana di questa serie per capire cosa intendo). bene, la bompiani negli ultimi anni ha pubblicato 5 volumi della serie su modello delle collections originali. poi un bel giorno ha deciso che il 6° ed ultimo volume non lo pubblicherà. così chi ha i volumi si ritrova una collezione incompleta ed ammazzata proprio sul più bello, sul finale. ammesso dunque che la bompiani non rinsavisca, ma stento a crederlo, il mio consiglio è di non prenderli questi volumi, o se si vuole farlo (perché comunque sono belli) sappiate che dovrete implementare l’ultimo tassello direttamente con l’originale americano. ma se volete farvi un regalo migliore, compratevi direttamente l’omnibus americano. oppure ve lo leggete sul computer o sul tablet a costo zero. fate voi, le opportunità non mancano
fare un adattamento di the stand, a fumetti o in tv o al cinema, non è per niente semplice. tanti personaggi, tanti fili narrativi da seguire, lo stesso romanzo ha un passo “fluviale” tipicamente king-iano ancora di più marcato dalla versione estesa, un mondo che vive per davvero, una storia che sembra non voler concludersi. ovviamente è più difficile fare un film da the stand che un fumetto o una miniserie televisiva, perché anche se uno optasse per un film di 3 ore, i tempi concisi del cinema taglierebbero inevitabilmente qualcosa. e non è un caso che fino ad oggi nessuno abbia tentato di portare the stand sul grande schermo. fatto sta che questa versione a fumetti di roberto aguirre-sacasa (testi) e mike perkins (disegni) più lee bermejo (cover art) è fedele allo spirito e alla visione del libro, e in un certo senso completa l’esperienza di the stand perché dà un volto ai personaggi, porta immagini, paesaggi e colori che prima erano soltanto nella mente di ciascun lettore. lo consiglio ovviamente ai fan del libro e di king, ma anche a chi magari spaventato dalla mole del romanzo non ha mai iniziato a leggerlo, ricordando sempre però che il libro per sua stessa natura è un’altra cosa, un’altra esperienza e prima o poi va fatta
del rapporto poi tra king e i comics ce ne sarebbe da dire, come dimostra questa pagina del suo sito: http://stephenking.com/library/comic/ , ma alla fine questo mio post è stato una mezza scusa per tornare un po’ a parlare de l’ombra dello scorpione, veramente un classico
#50
Inviato 06 ottobre 2014 - 20:01
Qualcuno ha letto Torno a prenderti? Avevo chiesto in giro ma non ho mai trovato nessuno che lo avesse letto...dal riassunto però mi stuzzica non poco e in teoria dovrebbe essere pure un romanzo piuttosto breve.
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