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The Pale King - Il re pallido (DF Wallace)


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40 replies to this topic

#1 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 03 novembre 2011 - 09:54

Il libro è uscito. Intanto apriamo il 3D. Poi si pensa.
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#2 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 03 novembre 2011 - 10:16

Il libro è uscito. Intanto apriamo il 3D. Poi si pensa.



come è uscito? Pensavo fosse stata rinviata la pubblicazione in Italia...

Piersa, ma tu non l'avevi già letto in inglese? O ricordo male?
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#3 corrigan

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Inviato 03 novembre 2011 - 10:49

io ho visto l'edizione americana da Kinokuya a Bangkok tre settimane fa, lo stavo per prendere ma mortacci loro costava circa 30 euro. ho dovuto ripiegare su Freedom di Franzen a soli 8.

ça va sans dire, è da leggere obbligatoriamente in inglese. ho letto IJ sia in traduzione che in originale, e nonostante l'egregio lavoro del traduttore (credo che sia Martina Testa di minimum fax se non sbaglio) in inglese il piacere della lettura è ancora più grande. sempre più convinto che DFW sia uno di quegli autori "intraducibili".

aspettiamo le edizioni economiche...
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「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#4 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 03 novembre 2011 - 10:54


Il libro è uscito. Intanto apriamo il 3D. Poi si pensa.



come è uscito? Pensavo fosse stata rinviata la pubblicazione in Italia...

Piersa, ma tu non l'avevi già letto in inglese? O ricordo male?


L'ho solo sfogliato in originale e l'avevo visto un po' raffazzonato. Il mio inglese comunque non è credibile :'(
Sì, è uscito ieri, anche abbastanza a sorpresa...
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#5 Infinite dest

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Inviato 03 novembre 2011 - 12:41

Sono qui ma non so che dire
Quanto costa?
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 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.

 

 

 

Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).

 

 


#6 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 03 novembre 2011 - 12:43

Mi sa 16 euro, mo' m'informo. Ma sei venuto a piedi?
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#7 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 03 novembre 2011 - 13:48

21 euro per 728 pagine. Insomma, ci può stare dai (considerato che "questa è l'acqua" che è striminzitissimo costa tipo 16,50).

Piersa, tu che l'ha sleggiucchiato in english... la struttura romanzesca c'è ed è forte o è un incompiuto per aspiranti filologi?
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#8 Infinite dest

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Inviato 03 novembre 2011 - 14:04

Mi sa 16 euro, mo' m'informo. Ma sei venuto a piedi?

E' una citazione?

http://www.youtube.c...h?v=O6fjHxrJ40A
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 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.

 

 

 

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#9 Karmasukia

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Inviato 03 novembre 2011 - 15:53

Io mi son rotto il cazzo di leggere i libri tradotti, quindi 'sto giro tassativo in inglese (ancora uno in inglese suo non l'ho finito).
Per scendermi un libro di 800 pagine in inglese mi serviranno tante provviste, vitamine e un sacco a pelo.
Comunque Martina Testa, Edoardo Nesi, Giovanna Granato, G. D'Angelo and the other regaz i forgot sono i miei scrittori preferiti.

Lasciò vicino al cappio tanti appunti e floppy disk. Testa di cazzo, la prossima volta invece che ammazzarti e lasciarci gli appunti per i tuoi wishes, fai a meno di ammazzarti e il libro lo pubblichi su internet come più ti aggrada.
Ancora non accetto che sia morto. Quella mattina di settembre ci lasciai qualcosa su quella stanza.
Ci sta addirittura gente che lo paragone (per lo stile? per la sfiga? per la nazionalità?) a Jonathan Franzen. Cioè, ecco.
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#10 Infinite dest

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Inviato 03 novembre 2011 - 16:03

Infatti il paragone non esiste - per lo stile, intendo
Ma neanche per lo spessore, immagino, visto che Frantzen io non l'ho letto
Se meritasse, lo leggerei
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 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.

 

 

 

Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).

 

 


#11 Karmasukia

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Inviato 03 novembre 2011 - 16:07

Jonathan Franzen plays Mingus.
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#12 piersa

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Inviato 03 novembre 2011 - 16:09


Ci sta addirittura gente che lo paragone (per lo stile? per la sfiga? per la nazionalità?) a Jonathan Franzen. Cioè, ecco.


Lo stile sicuramente no e neanche la sfiga (che franzen ha metabolizzato e non dipendeva da lui). Wallace era malato, da molto, e aveva scelto di rischiare, di sospendere quei farmaci che lo stabilizzavano e non gli facevano godere dei sapori, degli odori e tante altre cose pure minute. Proprio Franzen l'ha raccontata bene questa cosa in una raccolta di saggi di prossima uscita e parziamente tradotta per il Corriere della Sera come una sorta di necrologio. E' una cosa che chi ha esperienze di dipendenze o problemi di bipolarismo e vari conosce bene e alla fine può arrivare allo scontro finale e vincerlo è dura, una specie di mission impossible o don chisciotte contro i mulini a vento.

21 euro per 728 pagine. Insomma, ci può stare dai (considerato che "questa è l'acqua" che è striminzitissimo costa tipo 16,50).

Piersa, tu che l'ha sleggiucchiato in english... la struttura romanzesca c'è ed è forte o è un incompiuto per aspiranti filologi?


Da quello che ho capito era abbastanza pulito e raccordato...
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#13 Karmasukia

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Inviato 03 novembre 2011 - 16:12

Beh Le Correzioni è un buon libro.
Però l'ho letto in italiano. Ho letto Franzen?
Non ci riesco, la vida es loca y contradictoria.
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#14 Karmasukia

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Inviato 03 novembre 2011 - 16:16

Piersa sì no su Wallace ho letto - penso - quasi tutto. Era solo una battuta scema la mia.
Per due anni non ho fatto altro che cercare articoli e video e interviste in tre lingue su di lui.
D'altra parte perché si è ammazzato lo spiega in IJ, la metafora del palazzo in fiamme.
Mi vien da piangere.
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#15 piersa

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Inviato 03 novembre 2011 - 16:20

Piersa sì no su Wallace ho letto - penso - quasi tutto. Era solo una battuta scema la mia.
Per due anni non ho fatto altro che cercare articoli e video e interviste in tre lingue su di lui.
D'altra parte perché si è ammazzato lo spiega in IJ, la metafora del palazzo in fiamme.
Mi vien da piangere.


Vabbè, stai su e non ti abbattare. Hoi detto Destuccio che puoi fare il FW italiano, basta che non fai il postmoderno e ti sostengo pure io. Nella vita c'è di peggio, tipo Apparat al teatro carignano a torino. Anzi, vado a farmi il bidè.
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#16 Karmasukia

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Inviato 03 novembre 2011 - 16:23


Piersa sì no su Wallace ho letto - penso - quasi tutto. Era solo una battuta scema la mia.
Per due anni non ho fatto altro che cercare articoli e video e interviste in tre lingue su di lui.
D'altra parte perché si è ammazzato lo spiega in IJ, la metafora del palazzo in fiamme.
Mi vien da piangere.

Nella vita c'è di peggio, tipo Apparat al teatro carignano a torino. Anzi, vado a farmi il bidè.


Io manco quello posso farmi. Vado a bermi un litro di Maionese e a storpiare parole come Manergigkeit.
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#17 piersa

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Inviato 03 novembre 2011 - 16:31

Eh, beato te che sai il tedesco. Se le cose fossero andate diversamente, lo sapremmo in tanti
( asd)
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#18 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 03 novembre 2011 - 16:44

Per puro caso oggi ho visto la mucchia alla Mondadori in piazza Duomo. Mi è venuto il magone, ma mi son ripromesso di leggere prima Infinite Jest, eccheccazzo.
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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#19 corrigan

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Inviato 03 novembre 2011 - 17:43

io amo sia i libri di Franzen che quelli di Wallace. (tra l'altro ripeto ancora Freedom libro enorme)

il paragone ci può stare riguardo la capacità di fare risaltare tra le righe delle proprie trame la realtà americana contemporanea. è in questo sono probabilmente i migliori degli ultimi decenni. altri pesi massimi della narrativa americana del dopoguerra come roth, updike o delillo (anche per motivi generazionali) non riescono ad arrivare così in profondità, magari anche perché a loro non interessa. forse Bret Easton Ellis, ma non l'ho mai letto.

la differenza tra Franzen e DFW però c'è ed è quella che passa tra il secchione bravissimo che sgobba sui libri e il genio che non ha bisogno di fare i compiti a casa...
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#20 Karmasukia

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Inviato 03 novembre 2011 - 18:46

Mah per me Franzen non è nemmeno le croste del naso di Wallace.
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#21 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 04 novembre 2011 - 08:06

Non mi sento di fare paragoni anche perché a farli Wallace sarebbe troppo per tutti: bulimico, streamer, vitale (anche se è un paradosso), incroci arte/scienza/informazione/intrattenimento (che sono le categorie che uno introduce quando vuole stroncare qualcuno: "è troppo di uno, lacunoso sull'altro, è un furbetto, non ha niente da dire...").
Wallace lo lascio là, con l'amore per le parole di Queneau, la cazzimma formalizzata di Houellebecq, lo stream di Joyce, l'idea quantitativa di Pynchon, il gergale di Mc Carthy e di Gadda e tante cose ancora che neanche ho colto. L'unico che non vedo paragonabile è apputo Franzen ed è per questo forse che hanno legato (che Franzen abbia tanto lavorato affinché legassero): non c'era competizione.
C'è una pagina molto bella del saggio di Franzen che scrive sull'importanza del romanzo sociale (e cita Dickens, scrittore cui ogni testa calda della letteratura deve sempre qualcosa), che è una bella pagina sia per chi perde tempo a leggerli, i libri, sia per chi si rompe il culo per niente, a scriverli. Sta sulla porta del mio frigo e anche quando è vuoto io lo vedo sempre pieno.
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#22 Infinite dest

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Inviato 04 novembre 2011 - 09:09

Dico la mia: nel massimalismo (perchè di questo si tratta, accidenti, ed è un gran bene) estetico di DFW io vedo la trasfigurazione (anche fonetica, metrica, espressiva) della prosa in poesia. Cioè, lui è un poeta, in primis - e dei poeti veste quella forma di disperazione irreversibile che per dar significato alla vita e ai versi (le pagine) deve, necessariamente, sottraglielo (il significato).
Da qui la commistione dei linguaggi, l'inidistinzione tra le tematiche (quelli bravi come Piersa direbbero topoi), il procedere per accumulo. Io vedo, ad occhi chiusi, DFW come il punto d'incontro ideale tra Omero e Celine. Esagero? Nemmeno tanto, giacchè li vedo seduti, tutti e tre, davanti a un banco di uno sperduto starbucks a farsi un beverone di caffè.
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 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

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#23 piersa

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Inviato 04 novembre 2011 - 09:28

Quoto tutto tranne lo starbucks. Se siedi con Omero e Celine come minimo puoi aspirare all'ambrosia. mal che vada un pastis.
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#24 William Blake

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Inviato 04 novembre 2011 - 09:31

Quoto tutto tranne lo starbucks. Se siedi con Omero e Celine come minimo puoi aspirare all'ambrosia. mal che vada un pastis.


bravo, pier. lo starbucks può prenderlo solo quell'americanaccio di DFW, ma solo per una mera questione antropologica :P
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#25 Karmasukia

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Inviato 04 novembre 2011 - 10:10

Piersa e Dest i Cip e Ciop dell'ironia icastica, non vi metto i più perché sarebbe come dire Bravo Bel Giro Di Chitarra! a Robbie Basho.
Il sole splende, le foglie gialle si staccano come d'autunno le squame la psoriasi: oggi vado a dargli 'sti venti euro.
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#26 Karhunen

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Inviato 04 novembre 2011 - 10:16

Ho avuto l'occasione di sfogliarlo in libreria e di leggerne la prefazione del curatore. Purtroppo si preannuncia particolarmente faticoso e - temo - frustrante: dice il prefatore che le modifiche principali che ha dovuto apportare sono relative ai nomi dei personaggi e dei luoghi perché Wallace, forse indeciso, li cambiava continuamente. Vero che sono 700 e passa pagine, ma il corpo è grande: ne potevano fare tranquillamente 200 in meno.
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Minä sain sanan Herralta: laita huoneesi kuntoon sillä pian sinä kuolet


#27 piersa

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Inviato 05 novembre 2011 - 02:26

io amo sia i libri di Franzen che quelli di Wallace. (tra l'altro ripeto ancora Freedom libro enorme)

il paragone ci può stare riguardo la capacità di fare risaltare tra le righe delle proprie trame la realtà americana contemporanea. è in questo sono probabilmente i migliori degli ultimi decenni. altri pesi massimi della narrativa americana del dopoguerra come roth, updike o delillo (anche per motivi generazionali) non riescono ad arrivare così in profondità, magari anche perché a loro non interessa. forse Bret Easton Ellis, ma non l'ho mai letto.

la differenza tra Franzen e DFW però c'è ed è quella che passa tra il secchione bravissimo che sgobba sui libri e il genio che non ha bisogno di fare i compiti a casa...


Wallace era uno sgobbone, comunque; il suo metodo deduttivo aveva bisogno di allenamento, ricalibrature, tentativi, prova del nove; al limite le sue opere diventavano romanzi dopo, quando doveva formalizzare i raccordi tra la sua visione a spirale, scientifica, e lo spleen dei suoi memorabili sketch al limite della barzelletta. Penso che The pale king, con le sue lacune potrebbe mettere in luce la sua tecnica di scrittura; per il momento è solo un'idea che mi sono fatto. Anche confrontare la sua saggistica (che oscilla appunto tra la scienza e la schizofrenia come stato di salute generale) e quella di Franzen (riflessiva, civile, militante) mi conforta la tesi.
Ellis sta molto indietro, è il rovescio di Kundera: scrittori che hanno ballato una sola estate, gli anni '80 di cui hanno voluto essere e sono stati profeti ma rimasti fermi lì.

ps: questo è un 3d di grandi potenzialità, ben frequentato. Se solo si fosse tutti un po' meno pigri, avrebbe anche una certa autorità, ziocan. Buonanotte.
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#28 corrigan

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Inviato 05 novembre 2011 - 04:54

Sì Piersa probabilmente non ho scelto una metafora felicissima, si vede dai romanzi di DFW che c'è un enorme lavoro (basta pensare ai tempi di realizzazione). Non che lui scrivesse di getto.
Per dirla in maniera più dettagliata mi sembra che Wallace e Franzen trattino assolutamente gli stessi temi: la famiglia, il ruolo che ognuno ha all'interno della società americana, le motivazioni (più oscure) che spingono a fare ciò che facciamo. DFW scandaglia questi temi con occhio allucinato(rio) e iperrealistico, fermandosi sul particolare e ingigantendolo (penso ai saggi sull'industria pornografica o l'aragosta del Maine), Franzen al contrario analizza gli stessi temi all'interno di un quadro più convenzionale. DFW lo fa fuori dalla storia (IJ) e Franzen ne è immerso fino al midollo (Freedom).

Yes, I'm Paranoid. But Am I Paranoid Enough?
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#29 Infinite dest

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Inviato 09 novembre 2011 - 12:34

Io non sottovaluterei il fatto che in Oblio (non a caso le ultime cose pubblicate sua sponte) il senso di astrazione vagamente allucinata sia il tratto dominante (o incombente). A quel tempo fui facile profeta, perchè l'ombra del suicidio anneriva e gelava ogni singola pagina. Lui era diventato la sua scrittura, in pratica. Alienandosi da un ruolo (lo scrittore, l'essere umano) che non gli apparteneva più. Di quanti scrittori si può dire che abbiano incarnato il proprio stile? Solo dei più grandi, quelli che hanno tracciato nella storia della letteratura un solco di carne e sangue. Piaccia o non piaccia, DFW ce l'ha lasciato anche lui.
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 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

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#30 niklas

    pivello

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Inviato 09 novembre 2011 - 17:25

Io conosco poco David Foster Wallace, ho letto solamente alcune storie piccole, may nam mi ha detto di leggere questo scrittore.
A proposito volevo dire, che in Germania è poco tradotto purtroppo. Puoi trovare solamente alcuni libri. In Italia si possono trovare tutti i libri, no?
Questa è una domanda interessante: perche in Germania questo scrittore non è conosciuto come in Italia?
Normalmente siamo affascinati per la letteratura americana. Per esempio Jonathan Franzen è molto conosciuto ( forse perche parla il tedesco).

Ecco, volevo solamente dire questa cosa. Mi scuso se non ho detto chi sono (l'ho fatto nella board relativa).
Ciao!
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#31 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 30 dicembre 2011 - 20:53

arrivato a metà posso dire senza più alcun ragionevole dubbio che siamo ben distanti dai IJ

anzi, direi che il re è molto pallido, talmente pallido da non poter essere definito a mio avviso un romanzo (neppure nell'accezione dfwallacesca, dove la digressione e l'iperbole accompagnano spesso trame parallele)

siamo lontani anche da oblio, da quella glacialità intellettuale, a mio avviso l'unico lavoro di dfw impermabile a qualsiasi luce

conoscendo, nei limiti della sua opera, l'uomo, il re pallido era ancora molto lontano da una versione vagamente pubblicabile

rimangono comunque passaggi grandiosi, fra tutti la bellissima l'introduzione dell'autore che a mio avviso poteva stare tranquillamente a inizio opera (l'hanno relegata non so perché a pag. 85)
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#32 Ɲ●†

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Inviato 31 dicembre 2011 - 12:47

arrivato a metà posso dire senza più alcun ragionevole dubbio che siamo ben distanti dai IJ


Mi chiedo come avrebbe potuto non essere così, date le fin troppo ovvie premesse. E poi non condivido questa esigenza di dover per forza riferirsi ad IJ quando si parla degli altri libri di Wallace, questo forse più di tutti.

A me sta piacendo molto, pur nella sua (almeno iniziale) frammentarietà. L'unica riserva che ci trovo è che qui la bravura di Wallace fin troppo sfacciata, dal momento che l'assunto programmatico di quello che avrebbe dovuto essere (e che ci resta di) Il Re pallido è proprio rendere appassonante la noia e la sua routine. E per farlo bisogna essere degli inesauribili serbatoi di invenzioni stilistiche, cosa che a Wallace riesce fin troppo bene. Ma è anche la sua grandezza, quella di non opporre virtuosismo e scrittura appassionata (sia essa pietosa o impietosa), ma di farne una cosa sola.
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A chemistry of commotion and style

#33 jack incandenza

    pivello

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Inviato 26 gennaio 2012 - 16:21


arrivato a metà posso dire senza più alcun ragionevole dubbio che siamo ben distanti dai IJ


Mi chiedo come avrebbe potuto non essere così, date le fin troppo ovvie premesse. E poi non condivido questa esigenza di dover per forza riferirsi ad IJ quando si parla degli altri libri di Wallace, questo forse più di tutti.

A me sta piacendo molto, pur nella sua (almeno iniziale) frammentarietà. L'unica riserva che ci trovo è che qui la bravura di Wallace fin troppo sfacciata, dal momento che l'assunto programmatico di quello che avrebbe dovuto essere (e che ci resta di) Il Re pallido è proprio rendere appassonante la noia e la sua routine. E per farlo bisogna essere degli inesauribili serbatoi di invenzioni stilistiche, cosa che a Wallace riesce fin troppo bene. Ma è anche la sua grandezza, quella di non opporre virtuosismo e scrittura appassionata (sia essa pietosa o impietosa), ma di farne una cosa sola.


D'accordo in pieno con Hounted! non credo che per forza sia necessario continuare coi paragoni con IJ! Personalmente amo D.F.W. ed ero ansioso di leggere ciò a cui stava lavorando e The Pale King mi sta piacendo molto! Certo non sapremo mai se lui sarebbe stato d'accordo all'uscita di questo "romanzo" in questo modo anche se alcune porzioni erano sicuramente finite. Ad ogni modo io sento che chi lavora sia in America che in Italia sul materiale di David siano davvero delle ottime persone competenti e soprattutto amici di David , che lo amavano e godevano della sua stima e simpatia. Questo secondo me è fondamentale perchè non è sempre facile trattare senza maltrattare ciò che hanno lasciato persone scomparse in modo così tragico.. Credo che sia Il Re Pallido sia il libro-intervista di David Lipski uscito per minimum fax siano operazioni editoriali cui i fan di David sono estremamente grati.
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#34 thom

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Inviato 30 gennaio 2012 - 18:01

ma perché non ci si può riferire al suo capolavoro?

non voglio fare un confronto serrato - ovvio - ma visto che ho letto commenti entusiastici (che appunto lo paragonano alle vette di IJ) mi sembra giusto affermare che - per me - siano abbastanza distanti

in fondo di romanzi wallace mica ne ha scritti molti, eh; non è che un suo lettore abbia molti altri punti di riferimento ...
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#35 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 30 gennaio 2012 - 18:22

Infatti una bella dicitura "materiali per un romanzo" sotto al titolo Il Re Pallido non avrebbe fatto male. Capisco che si spinga per "comunicarlo" ai lettori come il romanzo fatto e finito che (assolutamente) non è (vedi nota del curatore), ma così lo si fraintende proprio, paragone "chimerico" con IJ incluso (come fai a paragonare un'architettura immane e conclusa come quella di IJ a questi materiali, capitoli etc...?)

Anche per me siamo distanti da IJ, e ripeto - non avrebbe potuto essere altrimenti. Chi voleva un altro IJ sono contento che non l'abbia avuto (anche se forse Il Re Pallido sarebbe stato destinato ad avvicinarlo come mole; "una cosa grossa" la chiamava Wallace).

Io lo sto finendo e mi ci sono attaccato da matti. Per me è un'altra prova formidabile, e non lo dico da ultras... Non tutto è perfetto (alcune parti da sgrassare, altre da rimpinguare), c'è un sacco di vuoto tra le vicende (un vuoto però affascinante), ma nulla che mi abbia impedito di farmi prendere dentro le maglie della scrittura wallaciana.

E poi: è un libro (chiamiamolo così, va) di un'umanità sconcertante.
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#36 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 31 gennaio 2012 - 10:54

Ah, cosette di poco conto:

Il Re Pallido è pieno di dialoghi (sto finendo quello che occupa l'intero cap. 46 tra Meredith Rand e Shane Drinion) e non mi ricordo un altro autore capace di costruirne di così intensi, surreali e iperrealistici al tempo stesso.

Poi: di fondo trovo che Il Re Pallido, così com'è e come avrebbe poturo essere, vada alla radice stessa della questione di Infinite Jest. Se là l'argomento di fondo, stringi stringi, era la dipendenza, qui si va a ciò che la dipendenza in ultima analisi la crea: la noia. E un argomento che potenzialmente potrebbe essere liquidato maniera univocamente nichilista viene invece sviscerato con impietosità laddove non c'è bisogno di nascondersi nulla ma anche con una pietas caldissima che poi è ciò che più mi ha colpito nella lettura.

So che mi mancherà quando l'avrò finito, e che ci starò sopra ancora per un po' (ogni capitolo è comunque già di per sè un nucleo bastevole a se stesso). Poi credo che mi comprerò il libro-chiacchierata di-con Lipsky. Poi ciao.
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#37 Jerda

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Inviato 01 febbraio 2012 - 12:04

Il Re Pallido è pieno di dialoghi (sto finendo quello che occupa l'intero cap. 46 tra Meredith Rand e Shane Drinion) e non mi ricordo un altro autore capace di costruirne di così intensi, surreali e iperrealistici al tempo stesso.


Anche William Gaddis scrisse dialoghi eccezionali per iperrealismo e intensità, incastonati come gioielli in libri surreali e oscuri. Wallace conosceva sicuramente l'opera di Gaddis, che è un mostro sacro in America. Però Wallace ha una visione complessivamente più fiduciosa e ottimistica del mondo e dell'umanità, meno rancorosa (cioè mi sembra che volesse tenere la sua depressione il più possibile in secondo piano, in modo che non inquinasse la sua percezione di tutto ciò che era fuori dalla sua mente). Gaddis era incazzato a morte con la società.

Detto ciò, i dialoghi de "Le perizie" e di "JR" sono tra i più belli/umani/vivi/commoventi che abbia mai letto e te li consiglio, se hai tempo e voglia. (soprattutto la voglia sarà indispensabile se vuoi leggerti Le perizie)
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#38 Ɲ●†

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Inviato 01 febbraio 2012 - 19:14

Detto ciò, i dialoghi de "Le perizie" e di "JR" sono tra i più belli/umani/vivi/commoventi che abbia mai letto e te li consiglio, se hai tempo e voglia. (soprattutto la voglia sarà indispensabile se vuoi leggerti Le perizie)


Non conoscevo. Appunto e porto a casa. Grazie!
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#39 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 02 febbraio 2012 - 15:01

Il Re Pallido è pieno di dialoghi (sto finendo quello che occupa l'intero cap. 46 tra Meredith Rand e Shane Drinion)


sicuramente il più significativo del libro (non sono certo però che DFW avrebbe lasciato, nel definitivo, uno sviluppo conclusivo così precipitoso)

mi sembra di poter segnalare nel libro come nuovo elemento rispetto agli altri lavori di DFW la presenza di una componente magica marginalissima e appena accennata (vedi per es. nel succitato dialogo la leggera lievitazione di drinion)
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#40 Ɲ●†

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Inviato 02 febbraio 2012 - 18:12


Il Re Pallido è pieno di dialoghi (sto finendo quello che occupa l'intero cap. 46 tra Meredith Rand e Shane Drinion)


sicuramente il più significativo del libro (non sono certo però che DFW avrebbe lasciato, nel definitivo, uno sviluppo conclusivo così precipitoso)

mi sembra di poter segnalare nel libro come nuovo elemento rispetto agli altri lavori di DFW la presenza di una componente magica marginalissima e appena accennata (vedi per es. nel succitato dialogo la leggera lievitazione di drinion)


sì, è vero, ci sono diversi casi borderline; anche la capacità di Sylvanshine di "vedere" il passato delle persone e degli oggetti. Aggiunge un surplus di surrealtà che fa deragliare l'ambiguità autobiografica di tutto il progetto, così come Wallace l'aveva esposta nell'introduzione "tardiva" che citavi tu qualche post addietro.
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#41 Ɲ●†

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Inviato 04 febbraio 2012 - 10:10

Gli appunti che fanno da appendice al testo sono illuminanti su quel che il romanzo avrebbe potuto essere, ne isolano i temi fondamentali, forniscono indicazioni sui possibili sviluppi dei personaggi o sul passato da cui provengono. Il bello è che non lo sapremo mai cosa sarebbe diventato Il re pallido, potremo solo congetturare, e che anche così com’è uscito questo libro di Wallace è comunque straordinariamente avvincente e profondo.

Volendo si potrebbe anche allargare il discorso all’incompiuto in generale, quasi un genere letterario a sé stante; o alla non-(ancora)-opera: appunti, frammenti, o ancora epistolari, lettere. Io ci sguazzo (charamente per quegli autori che già conosco: i frammenti e le lettere di Baudelaire per esempio, o gli epistolari di Rilke, che sono veri e proprio scritti teorici sulla sua poetica, quasi il destinatario fosse niente più che un pretesto; le lettere di Rilke poi si riferiscono spessissimo ai suoi travagli creativi quasi a farne una sorta di meta-romanzo fuori dal romanzo, con una lucidità e una consapevolezza tali da far credere che in fondo volesse che quelle sue cose riposte fossero in realtà lette come parte della sua opera, o come un commento parallelo ad essa. Per non parlare della celebre “lettera del veggente” di Rimbaud…).
Ci trovo, in questi strani testi, una potenzialità speculativa, una capacità di far viaggiare la mente del lettore attraverso un florilegio di possibili svolgimenti (per quanto riguarda gli incompiuti e i frammenti) oppure, se si parla di epistolari, squarci inediti che tagliano l'Opera di una luce nuova, a tal punto che alla fine passo sopra a quello che si potrebbe definire “voyeurismo letterario”.
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