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Prima Repubblica: Ultima Fermata


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35 replies to this topic

#1 the doc

    pivello

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Inviato 09 luglio 2011 - 21:13

E' un anno cruciale il 1992 per la Storia del nostro Paese. E' un anno importante anche per la Storia dell'Occidente: nel 1989 è caduto, anche fisicamente, il Muro di Berlino, simbolo della divisione in due blocchi del mondo, il blocco occidentale e quello sovietico, quella contrapposizione ora non c'è più, l'Unione sovietica non c'è più, e adesso il mondo deve riorganizzarsi, vanno ripensati gli assetti politici ed economici che avevano garantito l'equilibrio di quel mondo.
L'Italia in quegli anni sta attraversando una crisi economica senza precedenti, ad un passo dalla bancarotta rischia l'esclusione dall'Europa e per un certo periodo in settembre la Lira esce dal sistema monetario europeo. E poi entra in crisi anche la politica, il sistema dei partiti che aveva governato l'Italia fin dal Dopoguerra: la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista, il Partito Comunista, il Pentapartito, il CAF (l'asse Craxi-Andreotti-Forlani), i "governi balneari" che durano una sola estate, il fattore "k" che escludeva i comunisti dal governo perché troppo vicini al blocco sovietico, insomma quella che verrà chiamata la Prima Repubblica.
Il 5 aprile del 1992 si tengono le elezioni politiche, a cui viene dato un soprannome, il Corriere della Sera le chiama "le elezioni-terremoto": l'astensione, che testimonia la disaffezione dei cittadini alla politica dei partiti, raggiunge il picco del 17%, perdono voti i principali esponenti della vita politica italiana, la Democrazia Cristiana e con essa tutti i partiti di governo, e il PDS, che ha preso il posto del PCI. Invece, si affermano due partiti nuovi, totalmente estranei al vecchio sistema politico: la Rete, un movimento politico che ha al centro i temi della legalità e della questione morale, e la Lega Nord che balza dallo 0,5% di una volta all'8,7% su scala nazionale e in Lombardia con il 25% dei voti diventa il primo partito. Il 5 aprile si tengono le elezioni, il 6 aprile dalla Procura della Repubblica di Milano ricominciano a partire gli avvisi di garanzia per amministratori ed imprenditori.
La Mafia, Cosa Nostra ad esempio, che era stata un'artefice di quell'equilibrio, si trova ad attraversare un momento di grandi cambiamenti e di crisi. La conclusione del maxi processo di Palermo che nel 1992 manda all'ergastolo con sentenza definitiva la Cupola di Cosa Nostra, fa capire alla Mafia che deve cambiare il suo rapporto con la politica, riorganizzarsi. La prima reazione di Cosa Nostra è perfettamente in linea con lo stile dei Corleonesi di Totò Riina che comandano l'organizzazione: la violenza. Il 12 marzo del 1992 viene ucciso a Mondello vicino a Palermo uno dei principali esponenti della corrente andreottiana in Sicilia, Salvo Lima, definito anche in atti giudiziari come un referente politico di Cosa Nostra. Se la Mafia, se Cosa Nostra rompe questo clima omertoso con lo Stato, allora può succedere di tutto, e difatti è successo di tutto: Strage di Capaci (22 maggio 1992), Strage di Via d'Amelio (19 luglio 1992). Uno stato di guerra, di guerra allo Stato, che fa scrivere al settimanale inglese The Observer che l'Italia sta rapidamente diventando la "repubblica delle banane" in Europa, e le "repubbliche delle banane" sono quegli Stati sudamericani dove regnano la violenza e il caos.

Due momenti storici dell'epoca:




  • 2

#2 the doc

    pivello

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Inviato 09 luglio 2011 - 21:29

Ancora fonti storiche:

http://www.youtube.com/watch?v=SbsFCBTr2dY

http://www.youtube.com/watch?v=2xr9UlFVEd0

Lira sospesa a tempo indeterminato
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#3 satyajit

    Enciclopedista

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Inviato 09 luglio 2011 - 23:35

Al bel quadro manca però parte della cornice internazionale: è molto probabile che gli Usa abbiano dato una gran spinta al ricambio istituzionale italiano, scaricando i vecchi alleati dopo Sigonella e i dissidi sulla questione palestinese e puntando clamorosamente sul cavallo degli ex comunisti. I mezzi? C'è qualche viaggio sospetto Di Pietro in America; poi c'è la mafia, da sempre cavallo di troia della loro politica in Italia; e c'è sempre la speculazione finanziaria, in questi casi. Su tutto ciò gli storici, ma anche i giornalisti d'inchiesta, non hanno ancora indagato. Non credo ci sia un solo libro sulla questione, ma solo ritagli di giornali, informazioni tra le righe, mezze dichiarazioni di protagonisti dell'epoca, soprattutto quelli fatti fuori.
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#4 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 10 luglio 2011 - 18:46

sebbene a Sigonella Craxi fece agli USA uno "scherzetto" mica da ridere, ritengo molto forzata l'interpretazione secondo la quale gli USA contribuirono al crollo di quel sistema politico.
innanzitutto, perchè in un quadro di completa destabilizzazione politica internazionale di allora (soprattutto la disintegrazione del blocco "patto di Varsavia" e URSS), l'ultima cosa che poteva far comodo agli americani era aggiungere ulteriore instabilità, in un paese alleato come l'Italia poi, da sempre "avamposto" occidentale verso l'est e verso il mediterraneo (Palestina ma anche Libia).
tra l'altro, questa destabilizzazione stava per far cadere l'Italia nelle mani degli ex-comunisti, visto che Berlusconi nel 92 non aveva ancora fatto il minimo cenno al suo ingresso in politica, e non penso che gli USA di Bush Sr. volessero una cosa del genere.
  • -1
« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#5 Boces

    Groupie

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Inviato 11 luglio 2011 - 04:36

puntando clamorosamente sul cavallo degli ex comunisti.

questa destabilizzazione stava per far cadere l'Italia nelle mani degli ex-comunisti, visto che Berlusconi nel 92 non aveva ancora fatto il minimo cenno al suo ingresso in politica, e non penso che gli USA di Bush Sr. volessero una cosa del genere.

qualcosa non torna :blink: Who can I trust?

comunque io sono nato un anno dopo tutto questo, e son cresciuto con la russa, veltroni, bersani, carfagne... cresciuto in un ambiente dove ho sentito etichettare craxi sempre come "Il" gran ladro, la prima volta che l'ho sentito parlare in un video un anno fa sono rimasto a bocca aperta. tutt'ora vado in brodo di giuggiole, il tipo di personaggio politico in italia ha cambiato totalmente carattere. dalla lente distorta dell'ignoranza/differita mi sembra una persona straordinariamente intelligente solamente per l'attitudine nei discorsi di pubblico dominio come quei due video postati su, già che ci siamo qualcuno potrebbe fare un breve ritratto della sua personalità politica? la sua storia a grandi linee la conosco ma non so granchè delle sue idee e qui leggo sempre tanta roba interessante... anche per aggiungere pezzi al puzzle che dovrebbe essere questo topic
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#6 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 11 luglio 2011 - 06:24

beh, non è un mistero che alcuni esponenti della "prima repubblica" fossero di un livello culturale e istituzionale superiore agli attuali di diversi ordini di grandezza.
Craxi, per es., fatte salve le sue responsabilità penali e giudiziarie (per le quali è stato uno dei pochi politici a pagare), aveva una caratura istituzionale che, sempre per es., uno come Berlusconi si sognerebbe pure durante le notti di bunga bunga.
La vicenda di Sigonella dimostra anche con quanto coraggio e tenacia agì Craxi; credo che solo pochissimi politici di allora, forse nessuno, avrebbero saputo tener testa in quel modo agli USA, considerando poi il contesto internazionale che era ancora da "guerra fredda". I politici di oggi nemmeno li prendo in considerazione: chi ce lo vedrebbe un Berlusconi o un D'Alema o un Bersani o un Fini o un Casini e nemmeno Bossi a impuntarsi in quel modo verso gli americani?



ps: giusto per curiosità, il tizio che ha messo il - al mio post precedente, mi spiega la motivazione? io davvero non la capisco.
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#7 Max Stirner

    Scaruffiano

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Inviato 11 luglio 2011 - 08:09

non sono stato io a mettertelo ma la teoria per cui gli americani volessero gli ex comunisti al governo l'ho letta pure io da varie parti
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"Ho abituato i miei occhi al sangue." Georg Büchner


"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"

#8 Max Stirner

    Scaruffiano

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Inviato 11 luglio 2011 - 08:11

e certo, ovviamente quando si parlava di "comunisti" amici degli americani si parlava innanzitutto di quel bel figuro che sta alla pres della rep
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#9 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 11 luglio 2011 - 16:01

ma queste fandonie son degne dei dossier riservati del Mago Otelma, dai ragazzi... :facepalm:
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#10 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 11 luglio 2011 - 16:19

ok, cossiga avrà pure trescato con D'Alema ma che c'entrano gli americani?
per me non è credibile che gli USA volessero far crollare la prima repubblica a favore degli ex-comunisti solo perchè Craxi li aveva fatti incazzare nell'86.
poi magari tra qualche anno, apriranno qualche armadio in qualche archivio sotterraneo e si scoprirà che gli USA erano filo-PDS... vallo a sapè, la storia è imprevedibile e dotata di cinismo
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#11 Notker

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Inviato 11 luglio 2011 - 16:25

ah certo, ne sono convinto anch'io che cossiga ha flirtato di brutto con gli USA... ma trovo troppo improbabile che gli USA volessere una svolta post-comunista in Italia.
ripeto, poi magari invece le cose sono andate come supponete voi... in quel caso bisognerà riscrivere la storia... ma di brutto
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#12 Notker

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Inviato 11 luglio 2011 - 16:32


ah certo, ne sono convinto anch'io che cossiga ha flirtato di brutto con gli USA... ma trovo troppo improbabile che gli USA volessere una svolta post-comunista in Italia.
ripeto, poi magari invece le cose sono andate come supponete voi... in quel caso bisognerà riscrivere la storia... ma di brutto


anche il fatto che d'alema sarà ricordato per sempre per essere stato il post-comunista che da il via alla prima guerra d'aggressione della storia targata nato, non aiuta


assolutamente, non aiuta affatto, sono d'accordo.
ma io la vedo in modo diverso: cioè, penso che D'Alema abbia voluto ingraziarsi gli Usa, soprattutto i mercati, dopo la sua ascesa a palazzo Chigi.
la sua presidenza del consiglio è stata filo-statunitense per necessità, ecco.
con ciò non voglio giustificarlo, sia chiaro.
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molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
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#13 satyajit

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Inviato 11 luglio 2011 - 17:36

ma queste fandonie son degne dei dossier riservati del Mago Otelma, dai ragazzi... :facepalm:


Capisco le perplessità, ma converrai che mezza storia d'Italia, purtroppo, è fatta di complotti i misteri.
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#14 satyajit

    Enciclopedista

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Inviato 11 luglio 2011 - 17:47


puntando clamorosamente sul cavallo degli ex comunisti.

questa destabilizzazione stava per far cadere l'Italia nelle mani degli ex-comunisti, visto che Berlusconi nel 92 non aveva ancora fatto il minimo cenno al suo ingresso in politica, e non penso che gli USA di Bush Sr. volessero una cosa del genere.

qualcosa non torna :blink: Who can I trust?

comunque io sono nato un anno dopo tutto questo, e son cresciuto con la russa, veltroni, bersani, carfagne... cresciuto in un ambiente dove ho sentito etichettare craxi sempre come "Il" gran ladro, la prima volta che l'ho sentito parlare in un video un anno fa sono rimasto a bocca aperta. tutt'ora vado in brodo di giuggiole, il tipo di personaggio politico in italia ha cambiato totalmente carattere. dalla lente distorta dell'ignoranza/differita mi sembra una persona straordinariamente intelligente solamente per l'attitudine nei discorsi di pubblico dominio come quei due video postati su, già che ci siamo qualcuno potrebbe fare un breve ritratto della sua personalità politica? la sua storia a grandi linee la conosco ma non so granchè delle sue idee e qui leggo sempre tanta roba interessante... anche per aggiungere pezzi al puzzle che dovrebbe essere questo topic


Craxi era un politico veramente preparato e abile, basti pernsare che col 13% dei voti riusciva a essere presidente del Consiglio. Io all'epoca ero molto piccolo, ma penso che fossi stato grande l'avrei odiato: incarnazione della Milano da bere, versione italiana degli yuppie americani (non tanto lui, quanto il suo partito), anticomunista viscerale. Tutti sapevano che aveva creato una rete abnorme di corruzione, concussione, favoreggiamenti vari (Beppe Grillo per la battuta alla fine diquesto video fu cacciato dalla RAI), ma non che gli altri stessero a guardare: il sistema era proprio marcio.
In politica estera era però davvero dignitoso, per nulla succube degli americani. Qui puoi sentire cosa ne pensava della questione palestinese, e come reagivano i suoi avversari.
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#15 virginia wolf

    apota

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Inviato 12 luglio 2011 - 07:36



ah certo, ne sono convinto anch'io che cossiga ha flirtato di brutto con gli USA... ma trovo troppo improbabile che gli USA volessere una svolta post-comunista in Italia.
ripeto, poi magari invece le cose sono andate come supponete voi... in quel caso bisognerà riscrivere la storia... ma di brutto


anche il fatto che d'alema sarà ricordato per sempre per essere stato il post-comunista che da il via alla prima guerra d'aggressione della storia targata nato, non aiuta


assolutamente, non aiuta affatto, sono d'accordo.
ma io la vedo in modo diverso: cioè, penso che D'Alema abbia voluto ingraziarsi gli Usa, soprattutto i mercati, dopo la sua ascesa a palazzo Chigi.
la sua presidenza del consiglio è stata filo-statunitense per necessità, ecco.
con ciò non voglio giustificarlo, sia chiaro.


Lo disse lo stesso Cossiga: «Portai D' Alema a Palazzo Chigi per fare la guerra»
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Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#16 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 12 luglio 2011 - 12:18

certo, virgy... ma tu sai bene che il Cossiga degli ultimi anni parlava spesso a sproposito, per utilizzare un eufemismo.

io non so quanto credito si possa dare a quell'intervista.

poi magari mi sbaglio, eh... non voglio addurre verità incontrovertibili
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
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« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#17 virginia wolf

    apota

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Inviato 13 luglio 2011 - 11:13

per me invece cossiga da vecchio si è messo a dire le verità (tipo la tattica che avrebbe dovuto usare maroni con i manifestanti) convinto di passare per un vecchio rincoglionito al quale non dare udienza



Lo credo anche io, alla sua età non aveva ormai più niente da perdere. Vedi anche la vicenda di Ustica... e a questo punto inizio a farmi delle domande anche sulla strage di Bologna.
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Penso a come contiamo poco, come tutti contino poco; com'è travolgente e frenetica e imperiosa la vita, e come tutte queste moltitudini annaspino per restare a galla.

#18 Ukrainian Roulette

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Inviato 13 luglio 2011 - 18:18

Tanto per citare una nostra bandiera,ancora sventolante a quei tempi,quando non un portabandiere tremolante : A essere complottisti si fa peccato ma....
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<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#19 Pasubio

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Inviato 13 luglio 2011 - 18:48


ah certo, ne sono convinto anch'io che cossiga ha flirtato di brutto con gli USA... ma trovo troppo improbabile che gli USA volessere una svolta post-comunista in Italia.
ripeto, poi magari invece le cose sono andate come supponete voi... in quel caso bisognerà riscrivere la storia... ma di brutto


anche il fatto che d'alema sarà ricordato per sempre per essere stato il post-comunista che da il via alla prima guerra d'aggressione della storia targata nato, non aiuta


Guarda, magari semplicemente non sei d'accordo con D'Alema, ma non vedo perché tirare fuori dietrologie da quattro soldi. Le dietrologie, al limite, le posso accettare se non c'è nessun' altra spiegazione. Qui la spiegazione c'è ed è politica: D'Alema pensa (in linea con la sinistra moderata occidentale) che se l'Onu indica una risoluzione la si deve appoggiare con tutte le proprie risorse, anche si non si è d'accordo (e D'Alema chiaramente non lo era), per contare qualcosa a livello mondiale, altrimenti tanto vale uscirne. Mentre, per esempio, non avrebbe mai appoggiato la guerra in Iraq, anche se Cossiga in persona l'avesse pregato in ginocchio (o pensi che avrebbe attaccato anche l'Iraq?). E' una posizione politica, con la quale si può essere d'accordo o meno, tutto qui.

EDIT: Poi tutta la storia degli USA che avrebbero appoggiato i post-comunisti mi pare proprio ridicola. Se le cose fossero andate così sarebbero completamente cretini, visto che D'Alema anche come ministro degli esteri è stato sempre più vicino ai Palestinesi che agli Israeliani (ed è una delle questioni che interessano di più gli Stati Uniti).
  • 0
"[...] Si, questa è la verità, la scomoda verità che viene a distruggere il piacevole rapporto del dialogo: Giordano Bruno gridò quando fu bruciato. Il dizionario dice solamente che egli fu bruciato, non dice che gridò. Allora, che dizionario è questo che non informa? Perché dovrei volere una biografia di Giordano Bruno che non parla delle grida che lanciò lì, a Roma, in una piazza o in un cortile, con gente tutt'intorno, alcuni che attizzavano il fuoco, altri che assistevano, altri che serenamente stilavano l'atto di esecuzione? Dimentichiamo troppo spesso che gli uomini sono fatti di carne facilmente rassegnata. E' dall'infanzia che i maestri ci parlano di martiri, che diedero esempi di civiltà e di morale a loro spese, ma non ci dicono quanto doloroso fu il martirio, la tortura. Tutto rimane in astratto, filtrato come se guardassimo, a Roma, la scena attraverso spesse pareti di vetro che ammortizzano i suoni, e le immagini perdessero la violenza del gesto per opera, grazia e potere di rifrazione. E allora possiamo dirci tranquillamente l'un l'altro che Giordano Bruno fu bruciato. Se gridò, non lo sentiamo. E se non lo sentiamo, dove sta il dolore? Ma gridò, amici miei.
E continua a gridare."

(José Saramago,"Le grida di Giordano Bruno")

#20 Pasubio

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Inviato 13 luglio 2011 - 20:09

volevo semplicemente sottolineare il "capolavoro" politico di cossiga, mettere al governo un post comunista e fargli fare subito una cosa che nessun presidente del consiglio italiano aveva dovuto fare prima. un segnale di cambiamento e di rottura netta con il passato e un segnale di filoamericanismo acritico totale. anche perchè è vero che la nato andò a far rispettare una risoluzione onu, ma era la prima volta nella storia che un'organizzazione difensiva, attacava.


Sì sì, d'accordo, Cossiga ne sarà stato felicissimo, non lo metto in dubbio, volevo solo dire che però è tutto un caso e volevo smontare bislacche dietrologie. Fra l'altro la stima politica di Cossiga per D'Alema (ma prima anche per Berlinguer e per i comunisti italiani in generale) non credo proprio fosse ricambiata. Certamente non dopo la sua Presidenza della Repubblica (ma se non sbaglio c'erano stati attriti anche prima).
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"[...] Si, questa è la verità, la scomoda verità che viene a distruggere il piacevole rapporto del dialogo: Giordano Bruno gridò quando fu bruciato. Il dizionario dice solamente che egli fu bruciato, non dice che gridò. Allora, che dizionario è questo che non informa? Perché dovrei volere una biografia di Giordano Bruno che non parla delle grida che lanciò lì, a Roma, in una piazza o in un cortile, con gente tutt'intorno, alcuni che attizzavano il fuoco, altri che assistevano, altri che serenamente stilavano l'atto di esecuzione? Dimentichiamo troppo spesso che gli uomini sono fatti di carne facilmente rassegnata. E' dall'infanzia che i maestri ci parlano di martiri, che diedero esempi di civiltà e di morale a loro spese, ma non ci dicono quanto doloroso fu il martirio, la tortura. Tutto rimane in astratto, filtrato come se guardassimo, a Roma, la scena attraverso spesse pareti di vetro che ammortizzano i suoni, e le immagini perdessero la violenza del gesto per opera, grazia e potere di rifrazione. E allora possiamo dirci tranquillamente l'un l'altro che Giordano Bruno fu bruciato. Se gridò, non lo sentiamo. E se non lo sentiamo, dove sta il dolore? Ma gridò, amici miei.
E continua a gridare."

(José Saramago,"Le grida di Giordano Bruno")

#21 Ukrainian Roulette

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Inviato 13 luglio 2011 - 20:47

si ma non credo D'Alema possa mai diventare presidente della repubblica :'(
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<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#22 Pasubio

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Inviato 13 luglio 2011 - 23:23

si ma non credo D'Alema possa mai diventare presidente della repubblica :'(


Ma che c'entra? :rolleyes:
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"[...] Si, questa è la verità, la scomoda verità che viene a distruggere il piacevole rapporto del dialogo: Giordano Bruno gridò quando fu bruciato. Il dizionario dice solamente che egli fu bruciato, non dice che gridò. Allora, che dizionario è questo che non informa? Perché dovrei volere una biografia di Giordano Bruno che non parla delle grida che lanciò lì, a Roma, in una piazza o in un cortile, con gente tutt'intorno, alcuni che attizzavano il fuoco, altri che assistevano, altri che serenamente stilavano l'atto di esecuzione? Dimentichiamo troppo spesso che gli uomini sono fatti di carne facilmente rassegnata. E' dall'infanzia che i maestri ci parlano di martiri, che diedero esempi di civiltà e di morale a loro spese, ma non ci dicono quanto doloroso fu il martirio, la tortura. Tutto rimane in astratto, filtrato come se guardassimo, a Roma, la scena attraverso spesse pareti di vetro che ammortizzano i suoni, e le immagini perdessero la violenza del gesto per opera, grazia e potere di rifrazione. E allora possiamo dirci tranquillamente l'un l'altro che Giordano Bruno fu bruciato. Se gridò, non lo sentiamo. E se non lo sentiamo, dove sta il dolore? Ma gridò, amici miei.
E continua a gridare."

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#23 Ukrainian Roulette

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Inviato 14 luglio 2011 - 11:02


si ma non credo D'Alema possa mai diventare presidente della repubblica :'(


Ma che c'entra? :rolleyes:



Centra il fatto che ,pur facendo parte della stessa nomenklatura della prima repubblica,D'Alema è riuscito a crearsi un alone (pur scappando indenne da tangentopoli) di meschinità e pressapochismo intellettuale e politico da rendere impensabile una sua ascesa alla massima carica dello stato .
Ragion per cui ritengo che Cossiga sia morto senza alcun rimpianto di non essersi guadagnato la stima del suddetto...

Quanto a mani pulite,inchiesta portata avanti da un politico ex-magistrato che ad oggi non riesce a dimostrare la legittimità della sua laurea e la sua frequenza all'università,nonchè gravemente sospettato di forti entrature nei Servizi Segreti,continuo a chiedere se si sa quante condanne siano state comminate rispetto a migliaia di avvisi di garanzia partiti...e chi ha iniziato a prendere posti di potere subito dopo.

Un libercolo , leggetevi "Il volo del Kiwi",di Marcello Inghilesi,uno dei tanti sconosciuti agli italiani,uno che in quelle inchieste ha perso tutto senza mai essere condannato,arrestato davanti alla famiglia e sbattuto in carcere fino al momento in cui qualcuno s'è degnato di interrogarlo....uno che vi descrive un punto di vista diverso di "Narcopoli",come la chiama lui.

A proposito al governo e all'opposizione siedono ancora alcuni tra i pochi condannati dell'epoca e per quei fatti,Lorenzo Cesa tanto per fare un nome.

Indagato per fatti gravi anche in un paio delle inchieste di De Magistris. Anche a questo proposito vorrei chiedervi perchè,viceversa, persino il CSM è arrivato ad esporsi quasi autodichiarandosi mafioso pur di non far partire una seconda "Mani Pulite" molto più ARGOMENTATA...
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#24 Pasubio

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Inviato 14 luglio 2011 - 11:23



si ma non credo D'Alema possa mai diventare presidente della repubblica :'(


Ma che c'entra? :rolleyes:



Centra il fatto che ,pur facendo parte della stessa nomenklatura della prima repubblica,D'Alema è riuscito a crearsi un alone (pur scappando indenne da tangentopoli) di meschinità e pressapochismo intellettuale e politico da rendere impensabile una sua ascesa alla massima carica dello stato .
Ragion per cui ritengo che Cossiga sia morto senza alcun rimpianto di non essersi guadagnato la stima del suddetto...

Quanto a mani pulite,inchiesta portata avanti da un politico ex-magistrato che ad oggi non riesce a dimostrare la legittimità della sua laurea e la sua frequenza all'università,nonchè gravemente sospettato di forti entrature nei Servizi Segreti,continuo a chiedere se si sa quante condanne siano state comminate rispetto a migliaia di avvisi di garanzia partiti...e chi ha iniziato a prendere posti di potere subito dopo.

Un libercolo , leggetevi "Il volo del Kiwi",di Marcello Inghilesi,uno dei tanti sconosciuti agli italiani,uno che in quelle inchieste ha perso tutto senza mai essere condannato,arrestato davanti alla famiglia e sbattuto in carcere fino al momento in cui qualcuno s'è degnato di interrogarlo....uno che vi descrive un punto di vista diverso di "Narcopoli",come la chiama lui.

A proposito al governo e all'opposizione siedono ancora alcuni tra i pochi condannati dell'epoca e per quei fatti,Lorenzo Cesa tanto per fare un nome.

Indagato per fatti gravi anche in un paio delle inchieste di De Magistris. Anche a questo proposito vorrei chiedervi perchè,viceversa, persino il CSM è arrivato ad esporsi quasi autodichiarandosi mafioso pur di non far partire una seconda "Mani Pulite" molto più ARGOMENTATA...


Non sono ovviamente d'accordo con il tuo giudizio su D'Alema, né sul fatto che non possa diventare Presidente della Repubblica (ci è andato vicinissimo l'ultima volta e non vedo cosa sia cambiato dal 2006).

Sulle criitiche ai metodi "poliziotteschi" di Di Pietro concordo al cento per cento.

Sul CSM non ho capito una ceppa di quello che hai detto.
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"[...] Si, questa è la verità, la scomoda verità che viene a distruggere il piacevole rapporto del dialogo: Giordano Bruno gridò quando fu bruciato. Il dizionario dice solamente che egli fu bruciato, non dice che gridò. Allora, che dizionario è questo che non informa? Perché dovrei volere una biografia di Giordano Bruno che non parla delle grida che lanciò lì, a Roma, in una piazza o in un cortile, con gente tutt'intorno, alcuni che attizzavano il fuoco, altri che assistevano, altri che serenamente stilavano l'atto di esecuzione? Dimentichiamo troppo spesso che gli uomini sono fatti di carne facilmente rassegnata. E' dall'infanzia che i maestri ci parlano di martiri, che diedero esempi di civiltà e di morale a loro spese, ma non ci dicono quanto doloroso fu il martirio, la tortura. Tutto rimane in astratto, filtrato come se guardassimo, a Roma, la scena attraverso spesse pareti di vetro che ammortizzano i suoni, e le immagini perdessero la violenza del gesto per opera, grazia e potere di rifrazione. E allora possiamo dirci tranquillamente l'un l'altro che Giordano Bruno fu bruciato. Se gridò, non lo sentiamo. E se non lo sentiamo, dove sta il dolore? Ma gridò, amici miei.
E continua a gridare."

(José Saramago,"Le grida di Giordano Bruno")

#25 Ukrainian Roulette

    populista

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Inviato 15 luglio 2011 - 06:16

Sul CSM non ho capito una ceppa di quello che hai detto.


In un dialogo in aereo Mancino venne registrato da Nicola Picenna mentre diceva che De Magistris "andava eliminato"

Nessuno del CSM aprì bocca quando De Magistris venne dichiarato dagli organismi interni del CSM stesso "Un Cattivo Magistrato"

Il CSM non sostenne alcuna sua inchiesta , licenziò (punizione mai vista nemmeno contro Corrado Carnevale) e prese gravi provvedimenti in genere contro i magistrati di Salerno che,per competenza, indagavano contro la procura di Reggio Calabria che aveva ostacolato De Magistris con metodi a dir poco mafiosi.
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#26 Garp Buzzy Power

    Inelegantly Wasted In Papa's Penthouse Pad In Belgravia

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Inviato 31 dicembre 2019 - 10:52

Finalmente ci siamo

 

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"Garp sei un pochino troppo monotematico coi gusti secondo me."
 
"Io sono tutto ciò che vale. Non sono uno come Garp che ascolta solo un genere."
 
"Che imabarazzante battuta e due cretini ti hanno dato pure i più riparatori. Sei sempre fortunato, prima o poi ti arriverà una mazzata in testa riparatrice spero."
 
"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."
 
"Coglione"
 
"Ma basta sto tipo di musica da sfattone finto dai"
 
"vabbeh garp te oltre alla barriera linguistica c'hai pure la barriera monogenere"
 

 


#27 Perfect Prey

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Inviato 31 dicembre 2019 - 11:28

Il professor Saraceno non aveva previsto né Salvini né Giggino.
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L'amour physique
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#28 pooneil

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Inviato 31 dicembre 2019 - 18:11

aveva previsto le infiltrazioni mafiose al Nord però


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#29 Ukrainian Roulette

    populista

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Inviato 01 gennaio 2020 - 11:12

Andando oltre il fatto che non è stato in grado di prevedere nemmeno la fine della DC e del PC...in fin dei conti era già una contraddizione vivente a partire dal nome e cognome....
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#30 Garga Charrua

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Inviato 21 gennaio 2021 - 15:50

Oggi sono 100 anni dalla scissione di Livorno ed è da una settimana che leggo su Repubblica le interviste di Ezio Mauro a diverse personalità: ex dirigenti comunisti, storici, gli immancabili craxiani. In tutte quante riesce a ridurre quel passo epocale e lacerante a un "aveva ragione Turati. Gramsci cacca pupù". E questo è il migliore che hanno a Repubblica.

 

 

 


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"Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Gargamella."


#31 il mistico

    proxima centauri

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Inviato 21 gennaio 2021 - 16:02

Andando oltre il fatto che non è stato in grado di prevedere nemmeno

il pipistrello al mercato del pesce


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#32 Filippo

    Classic Rocker

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Inviato 22 gennaio 2021 - 09:21

Oggi sono 100 anni dalla scissione di Livorno ed è da una settimana che leggo su Repubblica le interviste di Ezio Mauro a diverse personalità: ex dirigenti comunisti, storici, gli immancabili craxiani. In tutte quante riesce a ridurre quel passo epocale e lacerante a un "aveva ragione Turati. Gramsci cacca pupù". E questo è il migliore che hanno a Repubblica.

 

Carezze rispetto a 'sta roba. E dire che ci lavora anche gente che fece parte del PCI, mi domando cosa pensino di fronte a revisionismi del genere....

 

https://www.linkiest...talia-sciagura/

 

Una data infausta, una ricorrenza camuffata. Nonostante le riscritture e le riclassificazioni, il partito nato da quel congresso non contribuirà mai al progresso del Paese, anzi: lo ostacolerà e lo pervertirà, anche con il pretesto di una questione morale di facciata, sotto cui si celava la lotta contro l’avversario socialista
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#33 corrigan

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Inviato 22 gennaio 2021 - 09:36

Robaccia inutile come quasi tutti i pensierini di Linkiesta. Piuttosto, meglio riprendere questo breve pezzo di Andrea Graziosi,* scritto in occasione del trentennale della caduta del Muro, sul dannoso lascito della parabola comunista in Italia 

 

*del quale consiglio L'Unione Sovietica 1914-1991 (Il Mulino). 


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I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#34 Garga Charrua

    Dal fiume al mare

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Inviato 22 gennaio 2021 - 11:11

Robaccia inutile come quasi tutti i pensierini di Linkiesta. Piuttosto, meglio riprendere questo breve pezzo di Andrea Graziosi,* scritto in occasione del trentennale della caduta del Muro, sul dannoso lascito della parabola comunista in Italia 

 

 

Premesso che il pezzo sforna spunti di riflessione non banali, un paio di cose (tra le altre) non mi tornano:

 

 

Su questa negazione, che è poi quella della fase “impopolare” del fascismo, si è costruita, anche a sinistra, una accettazione nemmeno troppo sotterranea della prima fase di esso che non può che sorprendere. 

 

Infatti io sono sorpreso e mi chiedo da dove sia uscita una visione del genere. Graziosi non la spiega, parte subito con i busti e le lapidi del liceo Visconti.

 

 

 

 

In Italia la adesione al comunismo si è quindi sposata a una evidente, ma ben dissimulata dalla sua stessa evidenza, persistenza di una cultura nazionale identificatasi a lungo col fascismo. 

 

Ammesso e non concesso, questo potrebbe valere anche per tutto il restante arco costituzionale, o no?


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#35 corrigan

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Inviato 22 gennaio 2021 - 13:12

Non mi interessa (e fondamentalmente non sono capace di) avventurarmi in una esegesi o tantomeno una difesa dell'articolo di Graziosi. In altre parole le critiche, soprattutto la prima che fai, mi sembrano assolutamente legittime.

Il pezzo l'ho postato come spunto di riflessione perché condivido profondamente il suo nucleo: l'esperienza comunista italiana dal dopoguerra come causa e conseguenza di un provincialismo intellettuale, culturale, e politico che ci ha impedito di leggere con sufficienza chiarezza la "realtà" globale e continua a zavorrarci come paese-sistema nell'ambito della competizione internazionale. Sono conclusioni alle quali, senza la statura di Graziosi, ero arrivato in maniera simile ma indipendente prima di leggere questo pezzo - lui ci arriva dallo studio dell'URSS, io nel mio piccolo da quello della RPC. Soprattutto, mi sembrano riflessioni che funzionano pure alla luce delle mancanze del passaggio che menzioni nella tua prima critica.

Comincerei però con la seconda: certo, è ovvio. Però, una volta preso atto dell'egemonia culturale comunista e del suo fondamentale ruolo di contrappeso alla galassia centrista, le implicazioni di questo abbraccio mascherato su ciò che Graziosi chiama "riproduzione del nazionalismo" (termine non suo) sono gigantesche, e soprattutto ben più peculiari di quelle di area democristiana, liberale e ovviamente missina.

Tornando alla prima critica: lì Graziosi è effettivamente troppo sbrigativo e allo stesso tempo anche un po' stucchevole, avrei preferito almeno una nota. Sono andato quindi a rileggermi Italianità: La costruzione del carattere nazionale di Silvana Patriarca (2011, Mulino). Anche lei scrive ad esempio: Analogamente, nella sinistra comunista gli appelli iniziali a riconoscere la complicità di molti italiani con il regime e con la sua esecrabile guerra di aggressione lasciarono spazio all’immagine di un popolo fondamentalmente onesto fuorviato da una classe dirigente corrotta. Questo mutamento accompagnò la decisione del Partito comunista di diventare un partito di massa, e quindi di accogliere nei propri ranghi anche individui che avevano aderito a vari livelli al regime impedendo un confronto profondo con il passato. Furono perciò le esigenze politiche specifiche di questi partiti, insieme a sviluppi di ordine più generale, a far prevalere la narrazione degli «italiani brava gente».

E ancora: Le ideologie dei due maggiori partiti politici di questo periodo, la Democrazia cristiana e il Partito comunista, erano sopranazionali e nella loro retorica politica la questione del carattere italiano era marginale. Ciò non significa che la dimensione nazionale e i sentimenti nazionalisti sparissero d’un tratto: nella cultura politica dei maggiori partiti continuava a essere presente un certo mito della nazione, per quanto connotato in maniera fortemente «ideologizzata » o «partitizzata», per usare un’espressione di Emilio Gentile. Mi sembra che Graziosi sia sulla stessa lunghezza d'onda.

Dal libro di Patriarca ho l'impressione che due testi utili per capire meglio la questione dovrebbero essere Una guerra civile di Claudio Pavone e La Repubblica e il suo passato di Pier Giorgio Zunino, che purtroppo però non ho a portato di mano.

 

E' infine probabile che Graziosi abbia riciclato questo pezzo da una sua pubblicazione accademica, con in caso note certamente utili, bisognerebbe andare a controllare.


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#36 Garga Charrua

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Inviato 22 gennaio 2021 - 23:26

 Le ideologie dei due maggiori partiti politici di questo periodo, la Democrazia cristiana e il Partito comunista, erano sopranazionali e nella loro retorica politica la questione del carattere italiano era marginale. Ciò non significa che la dimensione nazionale e i sentimenti nazionalisti sparissero d’un tratto: nella cultura politica dei maggiori partiti continuava a essere presente un certo mito della nazione, per quanto connotato in maniera fortemente «ideologizzata » o «partitizzata», per usare un’espressione di Emilio Gentile.

 

Chiarissimo e devo dire anche condivisibile. Cerco di mettermi nei panni di un De Gasperi o un Togliatti nel '43, alla guida di due partiti ridotti a un manipolo di dirigenti, per ovvi motivi completamente scollati da una popolazione irretita da 20 anni di fascismo. A quel punto non c'è altra strada se non quella del partito di massa che di per sè non può che essere nazionale, cercando perlomeno di dare all'aggettivo nazionale quell'approdo democratico (nei fatti se non nelle parole) fino ad allora ignoto in Italia (mi riferisco ovviamente non solo al ventennio fascista, ma anche ai 60 anni precedenti, quelli della costruzione del mito nazionale su basi oggettivamente fragilissime, un disastro i cui effetti a lungo termine sono visibili ancora oggi nei modi che ben sappiamo). 


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