La sera del 3 luglio 1971 Jim Morrison rientrò nel suo appartamento parigino con la moglie Pam, dopo una notte a base di cinema e di alcool. A casa, ubriaco, affrontò l'ultimo viaggio: una micidiale dose di eroina che entrò in simbiosi con l'alcool bevuto, provocando un edema polmonare che lo stroncò in poche ore. Si spegneva così la voce e l'anima dei Doors, uno dei gruppi più importanti della storia del rock. La loro rivoluzionaria stagione musicale, inaugurata quattro anni prima, era riuscita a espandere il rock oltre i suoi confini, oltre quelle "porte della percezione" descritte dal poeta visionario William Blake: "Quando le porte della percezione sono spalancate - aveva scritto - le cose appaiono come veramente sono, infinite". L'autore inglese Aldous Huxley, ispirato dalla citazione di Blake, intitolò "Le Porte della percezione" il suo trattato sugli effetti della mescalina. Da qui la scelta di Jim Morrison di chiamare la band The Doors.
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Mi pare non vi siano discussioni recenti in proposito. Diciamo qualcosa? Allora, per me: Immenso il primo, fra i migliori esordi nella storia del rock. Ottimo il secondo anche se inferiore al precedente. Poi due album discreti, ma nulla di più. Quindi una ripresa col recupero delle radici blues negli ultimi due dischi, meno memorabili dei primi due forse, ma con un sound bello tosto e contenenti brani del calibro di Roadhouse Blues, L.A. Woman e Riders on The Storm. E poi Absolutely Live che, nonostante l'assenza in scaletta di Light My Fire e The End, resta uno dei classici album dal vivo del rock. Ci sarebbero poi altri due album senza Jim, e a quanto pare non sarebbero male, ma insomma, chi cacchio li ha mai ascoltati quelli?