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Eai: lo stato dell'arte


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#1 slothrop

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Inviato 10 gennaio 2011 - 09:36

La Electro-acoustic improvisation (eai) è un genere poco battuto da queste parti, e mi pare che in generale lo sia quasi dappertutto, per lo meno nell'odierno "scenario critico" (anche su Blow Up è in calo, mentre anni fa se ne parlava molto).
Sommariamente si parla di eai un po' per tutta quella musica che sta tra l'improvvisazione più lontana dal jazz (in particolare la "lowercase" dai volumi bassi), le musiche concrete/elettroacustiche o da installazione e il noise più "di ricerca", lontano da connotazioni genericamente "rock". Facile che l'intero calderone stia vivendo un'impasse prolungata (anche perchè alla fine di nomi che siano in giro da meno di dieci anni se ne leggono pochi), e però non seguendolo più granchè mi son fatto una capatina sul forum di I Hate Music, sbilanciatissimo su questo terreno, per capire quali album hanno fatto parlare di se nel 2010 (e anche per leggere qualche nome diverso da quelli di tutte le classifiche "rock", quest'anno veramente molto simili tra loro).

Questi i titoli più ricorrenti:

Annette Krebs + Taku Unami - motubachii (Erstwhile)
Kevin Drumm "Necro Acoustic" Pica disk
Failing Lights "Failing Lights" Intransitive recordings
Joe Colley "Disasters of Self" CIP
Joseph Hammer "I Love You, Please Love Me Too" Pan
Michael Pisaro + Taku Sugimoto - 2 seconds/b minor/wave [Erstwhile]
Graham Lambkin + Jason Lescalleet - Air Supply [Erstwhile]
Vanessa Rossetto - Mineral Orange [Kye]
Olivia Block/Kyle Bruckmann - Teem (either/OAR)
John Butcher/Rhodri Davies-Carliol (Ftarri/Improvised Music From Japan)
Koboku Senjû - Selektiv hogst (Sofa Music, 2010)

Ne ho sentiti alcuni e devo dire che nel complesso davvero non c'ho perso la testa: l'unico che mi piace davvero molto è quello della Rossetto, ma è il nome più nuovo di tutti ed è uscito a fine anno, quindi è comunque poco citato. Lambkin/Lescalleet è concreta morbosa/esplorativa, in linea con il lavoro precedente e un po' più noioso, Pisaro (che ha fatto mille cose) con Sugimoto discreto ma nulla di che, Koboku Senjû partono bene ma annoiano quasi subito (li stronca frankie su Ondarock), la Block con Bruckmann non è male ma i pezzi non mi pare siano tutti alal stessa altezza, Failing Light l'ho ascoltato in fretta e non era male, mentre Krebs/Unami è una cosa molto particolare o molto cialtrona, difficile schierarsi, di certo va sentito in cuffia e con buona disposizione, altrimenti è inutile.

Mi pare che solo Krebs/Unami e Lambkin/Lascelleet siano nella classifica di The Wire. C'è veramente crisi nel settore? Quanto è diventata autoreferenziale e vuota questa scena?
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#2 paloz

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Inviato 10 gennaio 2011 - 10:19

Io non conoscendo quasi per nulla l'ambito elettroacustico non so dirti se in questo momento sia ristagnante. Posso solo prendere atto degli ascolti che lo scorso anno ho trovato interessanti, pescando quasi a casaccio tra le segnalazioni che oggi ritrovo nella tua lista.
Forse quello che mi è piaciuto di più (e che sento l'esigenza di riascoltare) è proprio Pisaro/Sugimoto, non avevo mai sentito nulla di simile e mi chiedo se esista qualche cosa ad esso riconducibile. La concentrazione quasi sacrale sui singoli suoni di "2 seconds/B minor/wave" mi era del tutto nuova, e ne sono rimasto ammaliato.
Per la EAI più affine al termine ho invece incontrato Non Group - "Double Negative", un brano di 30 minuti in download gratuito dai toni rarefatti, l'ho ripreso alcune volte lungo l'anno; mentre un album di cui si è parlato un po' di più in giro è il s/t della formazione Hammeriver, con un ampio spettro strumentale e musicisti in evidente sintonia: mi è sembrato quasi un album di free-jazz minimale, ma ovviamente parlo un po' ad impressioni, visto che non sono bravo a descrivere certe cose, specialmente se non bazzico nel genere.
"Necro Acoustic" lo ascolterò il prima possibile, 5 dischi di Kevin Drumm alla vecchia maniera non possono che farmi bene.  :)
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#3 slothrop

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Inviato 10 gennaio 2011 - 10:26

Forse quello che mi è piaciuto di più (e che sento l'esigenza di riascoltare) è proprio Pisaro/Sugimoto, non avevo mai sentito nulla di simile e mi chiedo se esista qualche cosa ad esso riconducibile. La concentrazione quasi sacrale sui singoli suoni di "2 seconds/B minor/wave" mi era del tutto nuova, e ne sono rimasto ammaliato.


Devo sicuramente riascoltarlo, però non mi ha lasciato sulle prime questa grande impressione. Ti chiedo però quanto conosci le musiche improvvisate giapponesi (di ogni genere, dall'onkyo al free-jazz anni '70 alle forme para-psichedeliche) perchè quello che tu scrivi come punto saliente del disco mi pare una caratteristica rintracciabile in molte pratiche impro nipponiche.
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#4 paloz

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Inviato 10 gennaio 2011 - 10:53

Onestamente zero.  asd Però mi sto adoperando per recuperare, a partire dalla mega compilation "Improvised music from Japan" [10 CD].
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#5 slothrop

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Inviato 10 gennaio 2011 - 10:54

"Improvised music from Japan" [10 CD].


E questa comunque rappresenta solo una parte, per quanto variegata, della proposta giapponese sulla musica improvvisata.
Ad ogni modo sarei curioso di sentire la tua opinione sul disco della Krebs con Unami, che ha qualche attinenza con la caratteristica di cui tu parli, ma in un quadro davvero al limite della presa per il culo (e immagino che a tantissimi quel disco darebbe proprio questa impressione).
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#6 paloz

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Inviato 10 gennaio 2011 - 11:01

Ad ogni modo sarei curioso di sentire la tua opinione sul disco della Krebs con Unami, che ha qualche attinenza con la caratteristica di cui tu parli, ma in un quadro davvero al limite della presa per il culo (e immagino che a tantissimi quel disco darebbe proprio questa impressione).


L'avevo già addocchiato, ti farò sapere. Possiamo tenerlo buono come topic di segnalazioni per dischi di EAI? Così magari scopriamo tutti cose nuove e ci confrontiamo.  :-*
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#7 sonicam

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Inviato 10 gennaio 2011 - 12:19

Non è recentissimo essendo del 2009 ma una delle cose più interessanti che ho ascoltato nell'ambito è Pétrole di Lionel Marchetti e Yôko Higashi, sorta di film noir senza immagini, (citazione presa dalla recensione di Catalano su BU) un tesissimo, intensissimo e angosciante viaggio sonoro tra musica concreta ed elettroacustica.
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From Their Minds To Yours

Domanda: È vero che in una delle vostre prime performances ingoiaste dei microfoni?
Ilpo: Sì, quando io e Mika ci chiamavamo "Sine", dopo gli Ultra 3. Uno di noi ingoiò i microfoni e l'altro suonò il suo corpo battendogli il torso.

warning: there is nothing wrong. all distorsions are fully intentional.

#8 slothrop

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Inviato 12 gennaio 2011 - 11:37

Mentre mi son sentito (pur molto velocemente) anche il disco di Joe Colley, che è un triplo di noise piuttosto schietto ma suonato con uno spirito poco rock, dunque direi che siamo in quota "Kevin Drumm rumoroso", lievemente più freddo e direi meno incisivo ma comunque non male, prendo spunto dalla segnalazione di sonicam per allargare e rendere un po' più concettuale il discorso.
Non ho ascoltato il disco in questione, forse lo farò perchè mi fido di sonicam ma devo dire che in generale non amo Lionel Marchetti (per il poco di lui che ho ascoltato) e in generale non sono molto ben disposto, per lo meno in questo periodo, verso la musica "connotata". Ora, stiamo parlando di eai che è la musica con meno regole del mondo, astratta quasi per statuto e libera fino al masochismo (di chi ascolta...). Dunque parlare di "connotazione", come si potrebbe fare per il metal ordosso o il goth, è usare un termine un po' forte. E, anzi, data l'estrema imprendibilità dell'eai potrebbe apparire molto buona l'idea di dare una cornice di riferimento a un disco (il noir, nel caso di Marchetti), per rendere la musica più perscrutabile.
Detto questo, ciò che io personalmente vado cercando in questo periodo è l'espressione dell'ineffabile, di quello che non si può spiegare con parole e ragionamenti. A mio parere l'arte serve soprattutto a questo, e il terreno delle musiche impro è privilegiato in questo senso, dunque la contaminazione può sì facilitarne la fruizione, ma ne limita anche il potenziale nel senso che dico io.
Seconda questione. Non stupisce poi, che nell'ambito dell'eai spesso contino più gli scritti della musica (pensate a nomi storici come Cage o Bailey), ed è tutto un fiorire di saggi e riflessioni (vedi anche solo la webzine legata all'etichetta Intransitive). Dunque una musica buona per porsi domande sull'ascolto, ma che davvero rischia di non andare oltre un fumoso sentore di dottrinale, questo sì che è un limite...
Che ne pensate?
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#9 sonicam

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Inviato 12 gennaio 2011 - 19:04

Non fidarti troppo perchè, al contrario di te, le (poche) cose che ho ascoltato di Marchetti le ho apprezzate tutte (vero anche che con questa uscita è scattata una scintilla in più).
Sul resto non saprei bene cosa rispondere innanzitutto perchè seguo la "scena" in maniera assolutamente frammentaria e senza alcun filo logico (mi ispira qualcosa per una recensione letta o per un ascolto casuale su Battiti e decido di provare a sentirlo) e secondo perchè mi mancano totalmente le basi per fare considerazioni a livello generale su tale musica (dei nomi storici, per dire, conosco pochissimo).
Sicuramente leggendo la tua interessante riflessione mi sono reso conto che, probabilmente, la mia ricerca va nella direzioni inversa rispetto alla tua, mi interessa una musica più "connotata" e contaminata per avere appunto un minimo di appiglio a cui agganciarmi, tanto da farmi provare soddisfazione e interesse nell'ascolto di essa.
Ed altrettanto sicuramente il rischio di cui parli, di una musica fatta più per far parlare di sè che non per essere ascoltata in senso "classico", è certamente presente, ma penso anche che non possa essere altrimenti per un genere come questo la cui peculiarità è spingersi sempre più verso forme astratte e difficilmente comprensibili: un autoreferenzialità spinta all'eccesso che rischia effettivamente di avere poco senso in termini di ascolto puro.
A tal proposito mi sono venute in mente alcune recensioni del SIB su dischi di Taku Sugimoto, album composti da quasi nulla il cui unico senso è probabilmente far sorgere degli interrogativi nell'ascoltatore (in quel caso ricordo fino al pensiero della presa per il culo).
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#10 slothrop

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Inviato 13 gennaio 2011 - 09:41

recensioni del SIB su dischi di Taku Sugimoto, album composti da quasi nulla il cui unico senso è probabilmente far sorgere degli interrogativi nell'ascoltatore (in quel caso ricordo fino al pensiero della presa per il culo).


Mi son riletto l'intervista che gli fece Matteo Boscarol. I dischi non li ho sentiti ma cercherò di procurarmene almeno uno, anche se poi una delle idee alla base potrebbe proprio essere quella di fare un disco vuoto aggirando il problema del download illegale...
Sugimoto accenna un paio di questioni concettuali del tipo: ma quando senti un live degli Stones, come fai a sapere che sia la registrazione di quel live e non la registrazione di uno che ha messo su quel cd registrato live da un'altra parte? O anche robe del tipo: tu credi di stare ascoltando un disco degli Stones, ma magari io l'ho registrato facendo contemporaneamente girare anche 4'33'' di Cage e tu quindi stai ascoltando due dischi senza saperlo. Questioni di allarmante oziosità, per carità, anche se poi la riflessione sul fatto che l'ascolto è una cosa meno univoca di quel che pensiamo di solito (varia a seconda dell'impianto, del contesto, etc...) resta una riflessione abbastanza "sana" e da fare ogni tanto. Poi che alla fine valga più questo ragionamento della "musica" contenuta nel disco in sé e che questa musica venga appositamente studiata per portare alla luce queste riflessioni (molto più difficile arrivarci ascoltando dischi di canzoni pop) è comunque un segnale di subordinazione della musica al concetto, e quindi anche stare troppo lontani da connotazioni e contaminazioni con universi noti può portare al concettuale puro. Bisogna starci attenti. E dire che in generale i giapponesi mi sembrano molto bravi a dotare di qualche significato profondo la loro musica, che spesso rimane comunque molto aleatoria per capacità di suggestione.
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#11 sonicam

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Inviato 14 gennaio 2011 - 08:48

Riletto anch'io l'altra sera quell'intervista, considerazioni tra il divertente e l'interessante quelle di Sugimoto, in linea con ciò che si diceva sopra.

Vado un po' fuori topic non essendo un album attuale ma già che stiamo parlando di Sugimoto, cosa mi dici di Opposite?
Se ho ben capito dovrebbe essere il suo album più conosciuto e riuscito, rientra sempre nel calderone dell'Eai?
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Inviato 14 gennaio 2011 - 09:37

"Opposite" è un bel disco per chitarra e silenzi (non troppo lunghi). Sulle prime si disse di un Mazzacane Connors giapponese, il che è abbastanza vero, ma si può pensare, a posteriori, anche a un Manuel Mota che si allontana del tutto da Bailey. Difficile dire se sia improvvisato, certo è fascinoso e profondo. Rispetto a Mazzacane è senz'altro meno blues, ma quel feeling comunque c'è. Sul filone c'è anche Tetuzi Akiyama, che però secondo me dischi così belli non ne ha mai fatti (è più calligraficamente blues, ma rimane più in superficie).
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#13 sonicam

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Inviato 14 gennaio 2011 - 18:31

Grazie, vedrò di procurarmelo Opposite, per quanto riguarda Tetuzi Akiyama ricordo una sua collaborazione con i Phantom Limb che vorrei ascoltare considerato quanto mi erano piaciuti l'omonimo su Evolving Ear dei Phantom Limb & Bison (2007) e l'ultimo In Celebration Of Knowing All The Blues Of The Evening a nome Phantom Limb & Earth's Hypnagogia (2009).
Ecco sono venuti fuori per caso ma pure loro possono rientrare nel calderone elettroacustico no? L'ultimo direi sicuramente, l'omonimo forse è ancora un po' troppo legato a matrici più classicamente "rock" nonostante un suono certamente trasfigurato e deforme.
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#14 slothrop

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Inviato 19 gennaio 2011 - 11:43

Phantom Limb & Bison

Ecco sono venuti fuori per caso ma pure loro possono rientrare nel calderone elettroacustico no?


Non li conosco benissimo, sono il side-project dei Peeesseye, altra gente problematica da classificare, non solo per il fatto di muoversi in un territorio musicale di confine (per i Phantom Limb direi tra minimalismo-drone spinto ed elettroacustica, se c'è improvvisazione è molto lowercase, sottotono), ma anche per il fatto di essere piuttosto slegati dai circuiti più visibili, e questo vale anche per i Peeesseye. Musicisti che secondo me valgono parecchio e stanno pagando la loro originalità in termini di scarsa attenzione mediatica.
I circoletti avant e impro sono molto autoreferenziali, come è facile intuire.
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#15 slothrop

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Inviato 19 gennaio 2011 - 12:18

Torno su "Annette Krebs + Taku Unami - motubachii (Erstwhile)" dopo averlo sentito bene, dato che inoltre nell'ambito è senza dubbio uno degli album più chiacchierati dell'anno.

C'è una bella recensione di Steven Flato, dal forum di I Hate Music, che ripoto in calce, perchè dice molto e dice bene, davvero quello che dovrebbe essere una recensione di questa roba. A emergere dallo scritto è proprio l'esaltazione di una caratteristica tipica delle musiche "di ricerca", avant o come vogliamo chiamarle, ossia il fatto di porre domande inevase e far venire una gran voglia di documentarsi, capire come e perchè il disco suona in questo modo. Mi pare decisamente meglio un disco che fornisce scarse indicazioni e poi fa venir voglia di approfondire, piuttosto che i profluvi di parole al vento che spesso fanno da cornice a dischi "sperimentali" semplicemente brutti e inutili, agghindati però di mattonate concettuali nei libretti.
Questo album è difficile da definire bello, e sembra anzi prestarsi alla perfezione come bersaglio di chi è sospettoso nei confronti di questa musica. Un disco fatto di poco, registrato in maniera discutibile, che sembra suonato a caso e non si capisce nemmeno chi fa cosa. Eppure lascia (per lo meno a me) tantissimi interrogativi, soprattutto per il mescolarsi dei suoni improvvisati "in diretta" (?) e i rumori ambientali che sembrano autenticamente captati dall'esterno, in lontananza, come suggerisce magistralmente la copertina, davvero azzeccatissima e compendio necessario all'ascolto (in queste musiche l'apparato iconografico/visuale è quasi sempre fondamentale).



Immagine inserita


Motubachii is, without a doubt, one of the most difficult records I've tried to make sense of (let alone write about) in the past year. Confusion seems to be an underlying theme to this release, working on several different levels. For me, this is the good kind of confusion - the kind which makes you pay close attention to try and figure out what exactly is happening. I'm hard pressed to think of another recent disc which compelled me to listen with such concentration the first time I heard it. In fact, it evokes the same sort of curiosity I felt when I first started listening to experimental music. It's also very different than I ever would have anticipated the duo of Annette Krebs and Taku Unami to sound like.

First, we have the confusion of instrumentation; there is none listed in the accompanying text and packaging. While difficulty distinguishing individual voices is not uncommon in electroacoustic improvisation, it seems particularly complimentary and purposeful in this case. On other records, this confusion of instrumentation may seem unintentional; musicians blur together creating one unified sound (or worse, a jumbled mess). Motubachii, rather, contains discrete sound events - some of which are developed, repeated and recapitulated, and some of which only appear for a brief moment. While there are some identifiable sounds from each musician, on the whole I remain unsure about who is playing what at any one time. Not only does this compel the listener to pay closer attention and to question what is happening, but it is ultimately a sign of the deeper confusions and complexities which reveal themselves upon closer inspection.

Upon first listen, in between the discrete instrumental sounds, I perceived a wide array of incidental sounds - some coming from the next room, some perhaps from outside. This brings to mind a previous Erstwhile release: Malfatti, Lehn, and Durrant's Dach. It has been continually explored by Radu Malfatti, Taku Sugimoto, and a number of other artists. Taku Unami's release with Radu Malfatti from last year, Goat vs. Donkey, also comes to mind. However, upon closer inspection, it is revealed that many of these incidental sounds are, in fact, recorded and sampled from other places, rooms, and environments. The levels of identifiability work on several levels: Some of the sounds only reveal themselves to be non-incidental as they cut out; some are more obviously sampled; yet others are impossible to distinguish whether they are live in the room or are pre-recorded. In this way, Motubachii functions as a meta-version of the aforementioned pieces. It's an incredibly unique experience, and the layers of "real" vs. "fake" spaces have kept me continually guessing even after multiple listens.

The fact that Motubachii was recorded in several locations also adds to this meta-element. I'm reminded of Alvin Lucier's installation, Places, in which recordings of a string quartet imitating the sounds of different places in NYC were then subjected to a reiterative process in which these sounds were played into other locations in NYC. For example, the sounds of the string quartet imitating the sound of Grand Central Station were played into the resonant place of a NYC hotel room sink. Places inside of places. This element seems to be a component of Motubachii, albeit in the context of free improvisation - much more exciting to me.

As compared to the more extreme examples of ultraminimalism, it is far more active and musical. Yet, it maintains an open space, and never slips into overly dense territory. The interaction between the players is palpable, but hard to define or capture in words. There are obvious moments of interaction between the two players, but this never falls into call and response territory. The structure is unique and non-linear; it seems to move along and maintain the feeling of sitting in a room, alone. I imagine that the lack of traditional ebb and flow might be a turn-off for some, but for me, it's integral to the nature of the piece.

I should add that my first listen was on headphones. Motubachii seems to turn into a completely different record when played in an open room, adding yet another layer to the mix. These layers of different places, both real and imagined, is so fundamental to this release that I prefer playing it in an open room at this point. It's a unique entry to Erstwhile's catalog, certainly miles away from Keith Rowe's duo with Unami on ErstLive006. Perhaps its closest relatives are the aforementioned Dach, and The Breadwinner in its focus on places and environments - yet it is completely different from both of these in its approach and aesthetic.

As I noted earlier, Motubachii has been the first record I've heard in a long while that brought back the sense of newness, confusion, and desire for exploration that I felt when I first started listening to experimental music. Any record that can do that for me will always drive me to look deeper. However, with Motubachii, the deeper I look, the more questions I ask - and that is surely what will make me keep coming back to it.


- Steven Flato
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#16 slothrop

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Inviato 21 gennaio 2011 - 11:39

Sull'onda della recensione quassopra mi son sentito "Dach" di Malfatti, Lehn, e Durrant, titolo Erstwhile di alcuni anni fa cospirato e realizzato da tre personaggi dai quali di solito sto lontano (concedo occasionalmente qualche possibilità a Radu Malfatti, ma quasi sempre nel esco delusetto).
Ad ogni modo altro disco stranissimo, non c'è che dice, dato che la "musica" è quanto mai ingiudicabile: anche qui sono suoni sparsi che di musicale hanno veramente poco, sembrano muratori che ti girano per casa ma con pochissima voglia di fare, e infatti c'è questo sostrato di silenzio "rugginoso", sempre fremente e "sporco" sotto il cui velo si odono colpi e stridori, letteralmente registrati in stanze diverse e senza quella sospensioen zen di "Motubachii".
Ad ogni modo mi ha abbastanza ipnotizzato, sembra davvero di stare in un ambiente alieno e indistinto, dove non c'è musica ma accadono cose tutt'intorno, senza possibilità di orientarsi.
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#17 sonicam

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Inviato 16 febbraio 2011 - 07:40

Sull'onda della recensione quassopra mi son sentito "Dach" di Malfatti, Lehn, e Durrant, titolo Erstwhile di alcuni anni fa cospirato e realizzato da tre personaggi dai quali di solito sto lontano (concedo occasionalmente qualche possibilità a Radu Malfatti, ma quasi sempre nel esco delusetto).
Ad ogni modo altro disco stranissimo, non c'è che dice, dato che la "musica" è quanto mai ingiudicabile: anche qui sono suoni sparsi che di musicale hanno veramente poco, sembrano muratori che ti girano per casa ma con pochissima voglia di fare, e infatti c'è questo sostrato di silenzio "rugginoso", sempre fremente e "sporco" sotto il cui velo si odono colpi e stridori, letteralmente registrati in stanze diverse e senza quella sospensioen zen di "Motubachii".
Ad ogni modo mi ha abbastanza ipnotizzato, sembra davvero di stare in un ambiente alieno e indistinto, dove non c'è musica ma accadono cose tutt'intorno, senza possibilità di orientarsi.


Continuando per collegamenti del tutto casuali, su Dach sono inciampato anch'io (per caso) ieri sera leggendo su un vecchio numero di BU la recensione evidenziata di un'altra collaborazione con all'interno Malfatti, l'album (ed il nome del "gruppo") si chiama Dachte Musik ed è del 2001 come l'uscita di cui sopra.
Insieme a Malfatti ci sono Franz Hautzinger, Burkhard Stangl e Gunter Schneider.

Immagine inserita

http://www.churchofg...4/grob3134.html
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Domanda: È vero che in una delle vostre prime performances ingoiaste dei microfoni?
Ilpo: Sì, quando io e Mika ci chiamavamo "Sine", dopo gli Ultra 3. Uno di noi ingoiò i microfoni e l'altro suonò il suo corpo battendogli il torso.

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#18 slothrop

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Inviato 16 febbraio 2011 - 09:08

Sì, ricordo che si parlava molto bene di questo disco, però un discreto mattone...
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#19 sonicam

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Inviato 16 febbraio 2011 - 13:42

Due tracce da più di un'ora di durata, non capisco come possa essere un mattone! asd
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#20 motleygian

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Inviato 23 giugno 2011 - 17:49

Segnalo una recente uscita per i tipacci (in senso positivo) della Erstwhile:

Immagine inserita

Radu Malfatti/Keith Rowe - Φ - 3cd

Triplo cd nel quale questi due pesi massimi dell'improvvisazione degli ultimi 40 anni collaborano per la prima volta. Le registrazioni si sono tenute nel novembre del 2010 in uno studio di Vienna. Il disco è così suddiviso:

1. Ciascuno dei due sceglie una composizione di un terzo autore. Malfatti ha scelto "Exact dimension without insistence" di Jurg Frey, suo "collega" nel Gruppo Wandelweiser. Rowe ha optato per il 'classico' "Solo with accompainment" di Cornelius Cardew.
2. Ciascuno dei due sceglie una propria composizione. In questo caso "Nariyamu" di Malfatti e "Pollock '82" di Keith Rowe (che per l'occasione ha rifatto il graphic score mettendo dei tratti di pennello di - appunto - Pollock su carta pentagrammata).
3. Improvvisazione.

Siamo in territori EAI/Lowercase. Un lavoro difficile da assimilare, anche solo per la notevole quantità di materiale da ascoltare. Packaging al solito bellissimo (e artwork ad opera di Rowe, come per credo tutte le sue uscite targate Erstwhile). Malfatti (ri)torna ad improvvisare, ma le sue ultime esperienze musicali indirizzano non poco l'andamento del disco, che si colloca su lunghi silenzi nei quali anche il classico tessuto timbrico di Rowe viene ridimensionato (non mancano però tutti i suoi classici strumenti, e a qualche minuto dall'inizio dell'improvvisazione dalla sua radio parte addirittura "Keep on loving you" degli REO Speedwagon :lol:). Nel pezzo di Frey addirittura Rowe dopo un sacco di tempo produce delle tradizionali 'note' di chitarra (che magnificamente si alternano ai soffi pieni e caldi del trombone di Malfatti).
Un lavoro dall'enorme fascino, da godere in momenti di calma e silenzio per concentrarsi al meglio su tutti gli aspetti timbrici prodotti.

Qualcuno l'ha sentito.
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#21 slothrop

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Inviato 27 marzo 2012 - 16:43

Riapro il thread perchè ho fatto una capatina ritardataria su I Hate Music per individuare i titoli più chiacchierati (e votati) del 2011 su quel forum:

Michael Pisaro, Hearing Metal 2 & 3 [Gravity Wave]
Lucio Capece / Radu Malfatti - Explorational (b-boim 025)
Radu Malfatti & Keith Rowe – Φ [3-CD] [Erstwhile]
Greg Kelley / Olivia Block - Resolution (erst 063)
Takahiro Kawaguchi & Taku Unami, Teatro Assente [Erstwhile]
Keith Rowe & John Tilbury – E.E. Tension and circumstance [Potlatch]

Un po' sotto:
Jürg Frey - Metal, Stone, Skin, Foliage, Air (L'Innomable)
Hong Chulki/Jin Sangtae/Kevin Parks - 音影 (Celadon)
Anne Guthrie – Perhaps A Favorable Organic Moment (Copy For Your Records)
Thomas Ankersmit & Valerio Tricoli – Forma II [pan]

un pelo dopo direi Tim Hecker e Aethenor, nomi più frequentati anche dalle nostre parti, ma davvero con pochissime menzioni, nel contesto di classifiche meno polarizzate rispetto all'anno scorso, a parte i titoli là in cima.
In generale i personaggi più presenti sono ancora Pisaro e Lucio Capece, che da noi (intendo proprio in Italia) mi sembrano due emeriti sconosciuti. Poi in quel contesto diverse menzioni le portano sempre a casa i "mostri sacri" Rowe e Malfatti.
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#22 paloz

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Inviato 28 marzo 2012 - 18:31

Poi in quel contesto diverse menzioni le portano sempre a casa i "mostri sacri" Rowe e Malfatti.

Saranno anche mostri sacri, ma quel "Phi" (?) suona tanto come una (tripla) presa per il culo.
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#23 slothrop

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Inviato 28 marzo 2012 - 19:37

Boh, non so, io non l'ho ascoltato il loro triplo, ma di solito mi tengo lontano da entrambi. Qualche interesse ce l'ho invece per Tilbury, che è davvero un signor pianista che ho visto dal vivo due volte (una col Mimeo tanti anni fa e una come AMM con Eddie Prevost un tre anni fa), e quindi anche il suo disco con Rowe lo sentirei.

Comunque di questi qua quelli che ho ascoltato sono i due Erstwhile, altalenante Kelley/Block, pazzescamente assurdo Unami/Kawaguchi, uno dei miei dischi dell'anno. Segnalo poi Hong Chulki e Jin Sangtae, due dei maggiori esponenti dell'onkyo coreano (visti anche in Italia), che poi è una forma di circuit bending mica tanto silente, fatto anzi di rumoracci meccanici ma messo insieme con un approccio poco rocckettaro e più avant-serioso (serioso fino a un certo punto, comunque). Mi sa che c'han pure fatto un articolo su The Wire, non per questo è roba imprescindibile, però un ascolto per curiosità lo meritano.
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#24 motleygian

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Inviato 12 aprile 2012 - 18:54


Radu Malfatti & Keith Rowe – Φ [3-CD] [Erstwhile]

Keith Rowe & John Tilbury – E.E. Tension and circumstance [Potlatch]

Thomas Ankersmit & Valerio Tricoli – Forma II [pan]


Malfatti/Rowe è un disco che ha fatto discutere tantissimo. Fa specie che qualcuno possa considerarlo una presa in giro, forse perché non conosce il percorso artistico di Radu Malfatti dall'improvvisazione all'adesione del gruppo Wandelweiser (che, indubbiamente, "guida" il disco, sebbene la parte puramente improvvisata sia solo il terzo cd). C'è molto concetto e molta rilettura (ciascuno ha scelto una sua opera passata più una di un altro compositore, da reinterpretare insieme). Interessante questa intervista collettiva uscita sul blog della Erstwhile (che ha pubblicato il disco), per capirne maggiormente la genesi e il percorso artistico:

http://erstwords.blo...-interview.html

Nell'opera "Exact dimension without insistence" di Jurg Frey (anch'egli, come Malfatti, del gruppo Wandelweiser) addirittura Rowe dopo anni suona delle note quasi "tradizionali" alla chitarra, o comunque con un'altezza ben definita.

"E.E." di Rowe/Tilbury è un'altra bomba. Tilbury è davvero un pianista sopraffino, qui alle prese con suoni parecchio spinti in alcuni frangenti. Un pelo però sotto quel capolavoro di "Duo for Doris" che incisero insieme qualche anno fa per Erstwhile.

"Forma II" di Ankersmith/Tricoli è invece totalmente diverso, e siamo nel campo dell'elettronica.

Saluti
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#25 slothrop

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Inviato 19 dicembre 2012 - 14:21

E' ancora presto ma son tornato a spulciare il sito di I Hate Music e questi sono i titoli più ricorrenti fin qui per il best 2012 (in pochi hanno detto la loro fin qui):



Kevin Drumm - Relief
Ben Vida - Esstends Esstends Esstends
John Wall & Mark Durgan - 193
Michael Pisaro, Toshiya Tsunoda - Crosshatches
Lucio Capece -- Zero Plus Zero
Kevin Drumm -- Humid Weather
Jason Lescalleet – Songs About Nothing
Jakob Ullmann – Fremde Zeit – Addendum
Rhodri Davies – Wound Response
Aaron Dillaway - Modern Jester


Poi va postata anche la classifica Outer Limits di The Wire (a casa guarderò anche gli Altrisuoni di Blow Up):

Wire - Outer Limits A-Z

Stephen Cornford - Binatone Galaxy
Angharad Davies/Tisha Mukarji/Dimitra Lazaridou-Chatzigoga - Outwash
Aaron Dillaway - Modern Jester
Kevin Drumm - Relief
Helm - Impossible Symmetry
Eli Keszler - Catching Net
Thomas Koner - Novaya Zemlya
Jason Lescalleet - Songs About Nothing
Perispirit - Spiritual Church Movement
Michael Pisaro & Toshiya Tsunoda - Crosshatches
Vanessa Rossetto - Exotic Exit
Floris Vanhoof - Cycles of Confusion
Ben Vida - esstends-esstends-esstends
John Wall & Mark Durgan - John Wall & Mark Durgan
Nate Young - Regression Vol 3: Other Days
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#26 slothrop

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Inviato 19 dicembre 2012 - 14:25

Diciamo che si confermano alcune sensazioni, si va molto ad etichette, I Hate Music è praticamente l'emanazione dell'etichetta Erstwhile, presentissima nelle menzioni, a passando a The Wire vanno forte anche la Pan e la Kye, devo dire che sono le etichette che anch'io seguo di più, mi sembrano le migliori ma magari mi faccio anch'io traviare da un trend, per quanto di nicchia.

Poi i nomi sono un misto di veterani (Drumm, Lescallett e su IHM spunta fuori anche quest'anno Keith Rowe) e altri giunti sulle scene pià di recente e sui quali nutro qalche perplessità (in particolare Lucio Capece e Rhodri Davies).
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#27 slothrop

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Inviato 19 dicembre 2012 - 14:32

Fra i dischi menzionati quassopra ho ascoltato Ben Vida (bello, viene da un'installazione e si sente, ma ha un suono davvero originale, difficile da descrivere e piuttosto lontano dal Vida che conoscevo ai tempi dei Town & Country), Pisaro-Tsunoda (classico, lungo e silente lavoro onkyo, per qualche momento fascinoso c'è da farsi due palle notevoli, diciamo che non lo si poteva ascoltare in giro, anche se di sera, sentivo solo i grilli...), Lescalleet (nell'ambito tutti ad esaltarsi per un lavoro fatto di tante cose, un doppio con tracce brevi nel primo disco, senz'altro svettante sulla media del settore ma in fondo almeno un po' irrisolto, non male comunque), Helm (ascoltaltato velocemente, ma la solita cupaggine di estrazione post-industrial, preferivo quello su Kye dell'anno scorso ), Keszler (ostico come sempre ma meglio del solito, credo ne abbia pubblicati due su Pan quest'anno), Vanessa Rossetto (semi delusione rispetto a MIneral Orange del 2010, ma sempre una roba discreta). In definita non ho piazato nessuno di questi dischi nella mia playlist 2012, i migliori direi Vida, Lescalleet e Keszler, ma naturalmente il prossimo anno Taku Unami con Eric La Casa spaccheranno il culo a tutti quanti.
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#28 paloz

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Inviato 19 dicembre 2012 - 15:04

Io quest'anno sono andato molto più sul leggero, in certo senso. Ho provato con "Relief" di Drumm ma a dire il vero c'è poco da entusiasmarsi (40 minuti di immobilità noise).
Lescalleet ho sentito solo il primo del doppio disco, in vista del concerto: non mi ha detto proprio niente, per me noia.
Ero molto incuriosito dall'ultimo uscito su Hibari, "Dancing in Tomelilla", devo anche averlo preso giù ma non ho ancora avuto occasione di sentirlo. Stessa cosa per "Crosshatches".
Quello di Koner era piuttosto interessante, ecco. Me lo riascolterò senz'altro.
Ullmann richiede tempi e attenzione disumani, non so quando riuscirò mai a farmi un'idea.
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#29 slothrop

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Inviato 19 dicembre 2012 - 15:06

Ero molto incuriosito dall'ultimo uscito su Hibari, "Dancing in Tomelilla", devo anche averlo preso giù ma non ho ancora avuto occasione di sentirlo.


ho letto che se ne parla sull'ultimo Blow Up :firuli:
Pare sia piaciuto, forse più interessante che bello, ma comunque originale e ben realizzato, direi meglio di quelli citati nelle classifiche.
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#30 paloz

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Inviato 19 dicembre 2012 - 15:11


Ero molto incuriosito dall'ultimo uscito su Hibari, "Dancing in Tomelilla", devo anche averlo preso giù ma non ho ancora avuto occasione di sentirlo.


ho letto che se ne parla sull'ultimo Blow Up :firuli:
Pare sia piaciuto, forse più interessante che bello, ma comunque originale e ben realizzato, direi meglio di quelli citati nelle classifiche.


Sìsì ma in generale da queste etichette mi aspetto sempre cose più interessanti che belle. :)
Cioè le preferisco al solito disco di onkyo per cui gli adepti si bagnano annualmente (quest'anno direi che è toccato proprio a "Crosshatches") quando magari su un altro versante si fanno tentativi più interessanti. Se ho ben capito su "Dancing in Tomelilla" si cerca di andare incontro anche all'universo jazz, e in linea teorica la cosa mi interessa.
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#31 slothrop

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Inviato 19 dicembre 2012 - 15:26

sì, è musica concreta applicata a un concertino jazz retrò.
Crosshatches invece disco onkyo dell'anno, nel senso che è il disco più onkyo uscito quest'anno (che io sappia), ma davvero è un po' summa del bene e (soprattutto) del male del filone.

Ah, tra l'altro non so se si possa considerare onkyo fino in fondo, ma certamente l'indirizzo impro-lowercase dell'etichetta Another Timbre la pone sul podio attuale della scene delle musiche silenziose. In ambito avant-jazzistico se ne parla abbastanza, io non ho ancora sentito un disco che m'abbia davvero convinto, ma ho provato poco, quasi niente.
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#32 auslöschung

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Inviato 23 dicembre 2012 - 09:43

a proposito di another timbre.

e

http://www.youtube.com/watch?v=JrBJdIvRwz8

c'è molto di loro (e onkyo in numero di poco-trascurabile) nella lista delle cose belle del 2012.
molto in senso intensionale: ci sono poche cose e molto belle.

(+1) per simon reynell e la solita pernacchia al dottor abbey

I think it's pretty clear that the box is the best thing Simon's ever put out, although admittedly that's in part because I have a decidedly lower opinion of most of his catalog than some others seem to

che con gli anni sembra peggiorare e ora divide la musica in pubblicazioni erst/non-erst.
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#33 slothrop

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Inviato 26 dicembre 2012 - 14:16

Bello il pezzo che hai postato, avevo addocchiato quel disco lì, però il boxone sestuplo di artisti vari proprio non ce la posso fare. Sui limiti di I Hate Music hai detto tutto tu, anzi hai correttamente "citato" tutto tu.
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#34 auslöschung

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Inviato 26 dicembre 2012 - 14:37

Bello il pezzo che hai postato, avevo addocchiato quel disco lì, però il boxone sestuplo di artisti vari proprio non ce la posso fare. Sui limiti di I Hate Music hai detto tutto tu, anzi hai correttamente "citato" tutto tu.

beh, il problema di IHM è l'essere diventato per lo più un forum (auto)promozionale, sì; un forum promozionale con pochissimi. per il resto le discussioni di qualità esistono ancora e il recente thread su bish bosch è la cosa più divertente dell'anno.
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#35 paloz

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Inviato 09 gennaio 2013 - 10:05

Ieri sera ho ascoltato il famigerato "Crosshatches" di Pisaro/Tsunoda. Concordo con quanto detto da slothrop, e' una specie di riassunto delle varie tendenze EAI/onkyo di questi anni, ed è forse il motivo per cui tra gli iniziati e' stato accolto con un certo entusiasmo. Il primo disco mi è piaciuto di più, forse perché è più presente la cifra di Pisaro - che scoprii con l'ottimo "2 seconds/b minor/wave" avec Sugimoto.

Nelle vacanze ho recuperato anche "Dancing in Tomelilla" (hibari) e si è appunto dimostrato bello sulla carta ma assai meno nei fatti. Su rym un utente ha scritto una "recensione" molto bella secondo me, sul carattere cinematografico del disco, ve la cito:

I'll be the dork that points out there's something very David Lynch-y about this album. Some happy upbeat jazz accompanied by field recording magician Eric La Casa. It's unknown if he's actually a magician but it fits his name. When I listen to this it paints out a very beautiful story. One of a man in his mid thirties living in some atmospheric Bela Tarr movie clenching his coat trying not to catch a cold. He's reflecting on better days, memories of a bar where he say the Cool Quartet with Lina Nyberg play in front of him while he was drinking himself into his chair to the music and the sounds of the bar itself. Somewhere in the bar he meets someone, be it a man or woman, whatever you want, and has a special night with that person he'll never forget. All that's left to remember though is he's still stuck in this Satantango movie and will never have a moment like that again in his lonely life.

Albums like these amuse me so much because they paint so many stories. This is a creative masterpiece by the Hibari label. Last year I gave Slugabed my album of the year and I might just end up doing it again to this. I think I clearly get the point of this album and might too. I'm sure the classy jazz won't please everyone, but it's all about keeping an open mind to the new sounds we listen to when we play an album. Every album should be an experience even if it's a shit album. I won't hit you with an axe for disliking the album - It's just, damn, this is some pretty cool stuff.


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#36 paloz

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Inviato 25 aprile 2013 - 09:14

sloth, qualche giorno fa ho riascoltato un altro disco molto celebrato della branca EAI, "The Hands of Caravaggio" di MIMEO & John Tilbury (peraltro registrato ad Angelica del 2001). Lo dico perché oltre a piacermi parecchio mi ha confermato un'impressione che si stava man mano alimentando nella mia mente: ho capito che mi piace in particolare questo tipo di improvvisazioni, dove sembra che tutti sappiano perfettamente dove va cosa e quando. Non che ripudi l'indeterminatezza o le esplorazioni più estreme, ma forse le registrazioni più "ordinate" me le godo di più, da subito. Per farti altri esempi di questo tipo direi il recente Charles/Gross/Hautzinger/Marchetti, di cui ho già parlato abbondantemente, ma anche Hammeriver se ben ricordo e i primi tre Supersilent. Se hai capito cosa intendo consigliami cose simili. <3
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#37 slothrop

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Inviato 25 aprile 2013 - 09:32

faccio fatica a consigliarti perchè non conosco questi dischi, posso però dirti che quando venne registrato "The Hands of Caravaggio" C'ERO!
A me il concerto piacque molto, erano tutti in quadrato coi tavolini seduti attorno a Tilbury, che è veramente un grandissimo, credo che lui abbia il merito maggiore della riuscita del concerto, e immagino anche del disco, che però mi pare sia stato accolto con entusiasmi ma anche qualche critica in giro. Personalmente, ricordo bene che Tilbury aveva benissimo presente quello che stava suonando, arrivando a risultati anche molto musicali, invece era assai più arduo capire, in mezzo a 15 musicisti disposti a quadrato, quindi senza poterli vedere mai tutti, chi stesse facendo cosa, a parte un tizio che faceva un gran caos devastando un vecchissimo sintetizzatore (almeno sembra un vecchio sintetizzatore). Tra chi suonava il laptop e chi la chitarra table top (c'erano rowe, torale e forse anche kevin drumm), era davvero difficile capire chi stesse guidando gli altri.
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#38 auslöschung

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Inviato 05 giugno 2013 - 12:25




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#39 slothrop

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Inviato 07 giugno 2013 - 08:34

eheh, direi che o leggi I Hate Music o hai delle ottime fonti. Dal clip che ho ascoltato (questi che posti tu non li posso sentire, sono al lavoro), mi sembra una roba baileyana non particolarmente originale, a naso mi interessa di più il nuovo disco ftarri di Junji Hirose. Diciamo che, sul filone più che sul Giappone, sto aspettando con una certa ansia le nuove uscite erstwhile:

069: Hong Chulki/Ryu Hankil
070-2: Graham Lambkin/Jason Lescalleet
071: Eric La Casa/Taku Unami
072: Kevin Drumm/Jason Lescalleet
073: Manfred Werder/Toshiya Tsunoda
074: Annette Krebs/Ralf Wehowsky
075-2: Jürg Frey/Radu Malfatti
076: Toshiya Tsunoda/Jason Lescalleet
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#40 auslöschung

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Inviato 07 giugno 2013 - 08:53

non è molto originale, no, ed è interessante quasi esclusivamente laddove subentra otomo (prevedibilmente) [semi-related: ho problemi con originale]. ultimamente la roba erst mi ha molto annoiato/(sfinito?), comunque; un po' perché credevo molto in rowe/lambkin - che invece è proprio meh - un po' perché jon abbey mi è così antipatico che inquina le stelle e compromette la label (il corollario è che quasi tutti quelli di cui parla male - vedi another timbre - lavorano meglio di lui*). detto questo, dopo il lavoro dell'anno scorso (che sicuramente salverà il mondo), attendo impaziente tutte le pubblicazioni di lescalleet (soprattutto con lambkin, dove ha dato il meglio di sé) e la krebs. e frey/malfatti.

peraltro: il disco frey/beuger (dedalus) per potlatch l'hai ascoltato?
*(2) dell'ultimo coluccino cosa pensi? e (3) temperament as a waveform (patterson/rossetto)?

random:

Immagine inserita

gaspar claus - jo ha kyū (collaborano sachiko m, haino e la ishibani)

Immagine inserita

koboku senjû - joining the queue to become one of those ordinary ghosts

[con endorsement di sylvian non richiesto]

scusami, random name dropping nella speranza di vitaminizzare il thread. tutti palliativi.
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#41 slothrop

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Inviato 07 giugno 2013 - 09:31

Con ordine

koboku senjû - l'ho recensito, facciamo 7 scarso, molto migliori il disco di tetuzi akiyama con che chen e quello della satanic abandoned rock'n'roll society, per me davvero disconi quei due.

gaspar klaus lo sto ascoltando in questi giorni e ne parlerò di certo. Non lo conoscevo, è un ottimo strumentista (anche se indulge un po' troppo sulle legnosità non ortodosse del suo strumento, ma cmq ci cava fuori suoni notevoli) e soprattutto ha messo insieme una squadra incredibile e inedita: sakamoto, otomo, haino, tomokawa, umezu, e poi c'è anche la sempre più affermata eiko ishibashi, sachiko m, il violoncellista di haco sakamoto hiromici e altri due agli strumenti tradizionali. Bel disco, tutti vengono "usati" in maniera essenziale. Poteva essere straordinario ma anche una baracconata, non è nessuna delle due cose ma si avvicina più alla prima, bene così, insomma.


Lescallett per me il meglio l'ha dato coi nmperign e con the pilgrim, il doppio dell'anno scorso e le cose con lambkin secondo me stanno una tacca sotto, ma cmq discrete. Rowe/Lambkin è il disco che più mi sono divertito a recensire negli ultimi mesi, è un disco di magnetica inconsistenza per quanto mi riguarda. D'accordo con te su abbey e la sua corte dei miracoli, another timbre non sempre mi piace (come del resto erstwhile) ma certamente merita attenzione. Le ultime uscite erst quasi tutte brutte, concordo, ma spero appunto nei prossimi titoli (in particolare unami/la casa, lo aspetto da oltre un anno). Patterson/Rossetto non m'è piaciuto, troppo monocorde e corrosivo, non mi è parso fantasioso e cinematografico come le altre cose della Rossetto (che per inciso con Mineral Orange per me ha fatto un mezzo capolavoro, o anche più di mezzo).
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#42 auslöschung

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Inviato 07 giugno 2013 - 09:45

io non sono tanto bravo, con i voti, ma nel delirio entomologico senjû lo collocherei in un intorno piccolo a piacere del 6; in realtà tra i dischi chiacchierati dell'anno - a ora - mi è sembrato davvero il meno interessante. con quella coverart così grigina e quel titolo straordinario mi aspettavo molto di più (sì, io do molto peso a queste cose; in fondo partecipano attivamente del 6). mi spiace non aver letto la recensione e/o non seguirti sull'argomento, ma non compro blow up da diverso tempo. se ti va di dirmi il numero posso provare a recuperarlo (e magari segnalami quando e dove ti capiterà di scrivere di quei tre-quattro dischi che abbiamo pattuito OK/HYPE).

[satanic abandoned rock n' roll society <3]

su gaspar claus sostanzialmente concordo. su rowe/lambkin non ho ben capito (se concordare), ma penso di sì, per qualche valore di divertirsi.
io mi sono divertito nella misura in cui mi sono sentito truffato (tantopiù che [a] non mi sento quasi mai truffato e rowe usciva da una registrazione straordinaria - september - e su lambkin riponevo fiducia a priori). concordo anche su lescalleet, nella misura in cui the breadwinner mi sembra proprio uno dei dischi più straordinari del lusto e love me two times e the pilgrim sono due dischi straordinari-. songs about nothing lo misi in classifica tra le cose più belle del 2012 e pochi giorni dopo lo sentì live (hai avuto occasione?) a conferma delle impressioni (poi ci ha regalato quel thread lescaleet/libro-di-mattin su IHM che è stata la cosa più divertente dell'anno).

non mi hai detto coluccino!

(realisticamente: conclusa questa fase crepuscolare di studio e reciproca conoscenza, credi ci siano i presupposti perché questo thread diventi super-famoso e popolato o, al netto dell'utenza superstiti, è destinato al caro-diario?)

edit: quasi dimenticavo: dystonia duos di stuart e panzner (giusto per rimanere erst)?

e rilancio a caso:

Immagine inserita

Immagine inserita


(il secondo non ha una cover autologica, quindi specifico james rushford & joe talia - manhunter)
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#43 slothrop

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Inviato 07 giugno 2013 - 09:51

Su Coluccino mi son fermato alle anteprima di squidco, onestamente. Anche september di Rowe non l'ho sentito, di lui devo recuperarne 2-3, il guaio è che mi fido poco, pubblica troppa roba ed è sempre osannato a priori nei circoletti. Ho letto anche qualche entusiasmo su "Making A". Io l'ho trovato un disco che "non dice un accidente di niente ma si sciroppa volentieri", un album che specula su suoni brutti e plebei, fatti abbastanza a cazzo, e cionondimeno si lascia ascoltare. Questo mi pare il suo merito, ma se poi manca la bellezza e la suggestione vera (quella che va oltre il "si lascia sentire") allora poi è difficile consigliare un disco così. Anch'io sono uno che di solito non contempla la categoria della "presa per il culo" che va invece un sacco di moda sul forum. Non l'ho mai veramente capita, certo in questo caso rischio anch'io di avvicinarmi a quella prospettiva.
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#44 paloz

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Inviato 07 giugno 2013 - 09:52

Io vorrei tanto essere più attivo in questo frangente, ma davvero non riesco a trovare il momento e le condizioni per ascoltare certe cose con calma e attenzione.
E allora pongo la meta-questione: che strumenti (cuffie, ampli) utilizzate e che luoghi scegliete per ascoltare EAI, Onkyo, Lowercase et similia? Davvero a me servirebbero quelle cuffie scomodissime da cantiere che insonorizzino anche un esercito di scimmie urlatrici. Come cazzo si fa, nella metropoli, a godere di questi silenzi?
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I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#45 auslöschung

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Inviato 07 giugno 2013 - 09:55

E allora pongo la meta-questione: che strumenti (cuffie, ampli) utilizzate e che luoghi scegliete per ascoltare EAI, Onkyo, Lowercase et similia? Davvero a me servirebbero quelle cuffie scomodissime da cantiere che insonorizzino anche un esercito di scimmie urlatrici. Come cazzo si fa, nella metropoli, a godere di questi silenzi?


beh, se hai esigenze di spazio e comodità (tu spoletti bologna-milano, no?) e di insonorizzazione potresti investire in un pario di in-ear monitor tipo etymotic ER-4 (il modello a bassa impedenza, ovviamente) o westone 3 o 3x (le 3x sono più piatte delle etymotic come curva di risposta, ma meno analitiche). ed evitare l'amplificazione. ecco, sì: dipende dal budget che sei disposto a cacciare. altrimenti ti servono per forza un paio di STAX da 2000 euro. "altrimenti" non è onkyo.
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#46 paloz

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Inviato 07 giugno 2013 - 10:10

Ma io le in-ear non le voglio. Le voglio around, comode e che insonorizzino. asd Più si chiede e più si sgancia.
Le ultime arrivate sono le AKG K518LE prese coi punti Esselunga (!) che comunque sono un buon pezzo, ma l'altra sera non hanno annientato la rumorosissima lavatrice (c'è da dire che il tentativo era disperato, "Motubachii" penso sia impossibile da isolare - già con "Opposite" è andata meglio).
Il mio sogno rimane la stanza anecoica.
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#47 auslöschung

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Inviato 07 giugno 2013 - 10:12

Il mio sogno rimane la stanza anecoica.


temo che ascoltare krebs/unami con delle buone cuffie in una camera anecoica conti come test ganzfeld.
c'è il rischio che a metà tu ti metta in contatto con una vecchia zia morta o il fantasma del natale passato.

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#48 reese

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Inviato 07 giugno 2013 - 10:15

(realisticamente: conclusa questa fase crepuscolare di studio e reciproca conoscenza, credi ci siano i presupposti perché questo thread diventi super-famoso e popolato o, al netto dell'utenza superstiti, è destinato al caro-diario?)

...

Immagine inserita

servono pero' delle indicazioni da dove cominciare, per ora ho visto un sacco di nomi, ma a parte drumm che e' ricorrente si fa fatica a capirci qualcosa.

middle of life, a giudicare da questo exzerpt, mi sembra da ascoltare.
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#49 slothrop

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Inviato 07 giugno 2013 - 10:17

io non ho grandi problemi di rumore, sto in provincia, quindi o a casa in cuffia, impianto normale, nel senso che è roba che ha una ventina d'anni ma una ventina d'anni fa li facevano meglio. Cuffie abbastanza dozzinali ma coprenti. Ascolto qualche volta anche camminando o in bici in campagna, ma certi dischi troppo silenzioni non vanno bene neanche in quel contesto.
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#50 slothrop

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Inviato 07 giugno 2013 - 10:18

ah, Rushford-Talia l'ho preso e recensito. Discreto ma non super, vagamente industrial-esoterico, molto ben contestualizzato nel catalogo kye.
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