allora, ti dico subito che sono uno che va quasi esclusivamente a "sensazioni". Non uso cardiofrequenzimetro e non so contare i rapporti (
).
La mia bici è così composta: telaio daccordi alluminio/carbonio, peso: non lo so (
), forcella carbonio advanced, ruote shimano in alluminio (tipo boh) profilo basso. Sella, importante, la fizik arione, comodissima, il gruppo è uno shimano ultegra, sarebbe la fascia media di qualche anno fa.
La salita la prendo mooolto agile (beh poi dipende dallo stato di forma e dal tipo di salita), tipo sul Selvino mi pare che usavo il 39 davanti e dietro il quarto a partire dall'alto. Aumentavo di due denti quando mi alzavo e riscalavo quando mi sedevo. Sono (ero) un passista scalatore, quindi diciamo che non amavo particolarmente i ciclisti che mi scattano in faccia (mio padre è uno di questi e infatti in bici lo odio), preferisco pendenze regolari: tengo bene comunque gli "sbalzi", ma sono uno di quelli che quando trova il passo va come un treno. Quando le pendenze si fanno toste (15% va) cominciano i problemi: contengo, ma ci son persone molto leggere che possono darmi la polvere (tipo un campionedinonsocosa dopo una "scornata" in due grandiosa
).
Sul Selvino, ricordo che nel disperato tentativo di raggiungere uno che avevo "lì lì" e che si era avvantaggiato partendo prima, inserii il 52, feci qualcosa come 34 km/h per una cinquantina di metri dopo 11 km di salita, ma poi cominciai a sentire il polpaccio bloccarsi letteralmente e tornai sul passo regolare.
Do' molta importanza all'alimentazione. Anche bere ad ogni traguardo mentale che mi prefiggo in salita (chessò, ogni 2 rampe toh) mi aiuta tantissimo a mantenere le forze per tutto il tempo e ad allontanare il pericolo crampi, sempre in agguato in certe situazioni di sforzo prolungato. Faccio attenzione pure a non mangiare troppo in vicinanza della salita, altrimenti me la faccio tutta ruttando e sentendomi male
.
In pianura tengo discretamente bene. Anche qui, posso dare delle trenate mica male (arrivo "facilmente" ai 60 per poco tempo da seduto), ma non posso competere comunque con dei bestioni che conosco
. Contro vento non soffro particolarmente, pur essendo un ciclista leggero.
Insomma, sono completo, ma ci sono specialisti che sui loro terreni possono farmi, se non male, almeno maluccio va'. Tra pianura e salita, preferisco sempre la seconda. Boh, sarà che mio padre è scalatore puro, sarà la mentalità , ma conosco tanti pedalatori che in pianura (persino "quando non ce n'è bisogno") fanno i pazzi, giunti ai piedi della salita li vedi scalare posizioni, cercare rapporti che non esistono (scalano, scalano, scalano tra un po' mettono la catena direttamente sulla ruota), oppure li senti dire "ahia, ci siamo quasi". Io, al contrario, quando vedo la salita penso "assa fa a maronn, si levano dai coglioni sti rompiscatole".
Altri che addirittura si lamentano quando te ne vai, se la puntano e si fanno persino aiutare per batterti. Peccato che io la competizione non la accetto proprio, semmai corro contro me stesso, per migliorarmi e stare bene (sì, una bella progressione in salita gasa, ma non per il distacco inflitto, chissenefrega, ma per se stessi, per dire "minchia, ma come cazzo ho fatto?"). Ovviamente, in zona, ci sono anche dei corridori formidabili e sono quelli più corretti e prodighi nel complimentarsi.
La forma la raggiungo intorno ai 6000 km e penso di essere uno che rende alla lunga distanza (ovviamente con i pari categoria). Mi ci vuole un po' per carburare e per riscaldarmi, ma, una volta trovato il ritmo, mi sento come se stessi planando :-*. Prediligo una pedalata molto elastica, io non ci ho mai fatto caso, ma chi mi ha visto mi ha detto che sto sicuramente sopra i 100 quando non esagero, criticandomi pure... ma io quel passo ho, che ci posso fare? E poi rende
abbestia.
Ah, ovviamente, tutto è riferito al mio stato di forma ottimale. Quando non sono allenato sono peggio dei vecchietti che tornano dalle campagne con le loro grazielle cinquantenarie.
Il mio allenamento consisteva nell'alternare uscite solitarie di 85/90 km cercando di mantenere una media >= 27km/h (tutta pianura e qualche semaforo) ad altre con il gruppo "di metà settimana", che è praticamente un treno che viaggia sopra i 50 per una cinquantina di km, che sembra una roba impossibile, ma, se stai nella pancia, è poco più di una scampagnata (però ti allena sulla velocità ed è importantissimo). Poi uscivo di domenica, si raggiungeva Bergamo, si facevano le salite che si sceglievano strada facendo (solitamente o era il Selvino o la Roncola + Mura&Madonna Dei Boschi). Tutto con un ritmo abbastanza serio.
PS: notare che ho coniugato i verbi un po' al presente e un po' al passato. Evidentemente la ragione mi dice che non sono più un ciclista, ma la passione non vuole saperne (tra l'altro, ricordare certe uscite mi fa emozionare al punto da farmi tremare le mani :-*).
PPS: il vero fenomeno è mio padre, comunque. Io non credo ai miei occhi quando, con un allenamento che definire insufficiente è un eufemismo, lo vedo scattare in faccia a gente che corre e staccarsela. Ed ha 56 anni
. Da giovane era uguale, lavorava moltissimo e s'allenava poco, ma in salita dava la paga ai dilettanti. Quando si scende giù dove abitavamo, si incontra sempre qualcuno che lo ferma e gli fa i complimenti per questa o quella vittoria (ricorre spesso una sua fuga meravigliosa sul matese, chissà che cazzo di azione si inventò, mi racconta che era pure appena guarito dalla febbre! O_O) e lui che sorride come un bambino :-*. Il bello è che, se potesse allenarsi, probabilmente mi batterebbe con una gamba sola, in salita. Me e parecchi altri.
PPPS: ooops, ho vomitato fuori una spataffiata assurda, scusa, mi son lasciato sopraffare dai ricordi e dalle emozioni.